Tinker, Tailor, Soldier, Spy (La Talpa), la recensione

Presentato ieri, in Concorso alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia, Tinker, Tailor, Soldier, Spy (La Talpa) è la versione cinematografica da tanto attesa dell’omonimo best seller, un classico della narrativa di spionaggio di John Le Carrè.

L’anno è il 1973 e ci troviamo nella Londra della Guerra Fredda in cui il vero conflitto si determina nelle retrovie. I servizi segreti di entrambi gli schieramenti mistificano i dati e corrompono le persone pur di scavalcare gli avversari nel conflitto. È proprio il periodo in cui la Gran Bretagna rischia di essere estromessa dallo scambio di informazioni estremamente importanti, quelle che determinano l’intero svolgimento della contesa. Se non troverà presto qualcosa d’importante da offrire all’alleata America, sarà fuori. Ma ovviamente i giochi di potere passano per l’interno del Paese ed si è diffusa la notizia che tra i membri del Circus, il vertice dei servizi segreti britannici, c’è una talpa. È vero o è un’informazione falsa fatta trapelare apposta per depistare le indagini? George Smiley (interpretato da un immenso Gary Oldman), è appena stato allontanato dall’incarico all’interno del Consiglio, proprio dal suo superiore, “Controllo” (John Hurt), che non esita a convocarlo nuovamente per riuscire a determinare l’identità dell’infiltrato. La pista non dà alcun risultato finchè, a sorpresa, l’agente indipendente Ricki Tarr (TomHardy) contatta Smiley, raccontando dei suoi anni passati da esule in Turchia, rivelando dettagli illuminanti sulla questione. La cerchia dei sospettati si restringe proprio a Tinker (lo stagnaio), l’ambizioso Percy Alleline (interpretato da Toby Jones), Tailor (il sarto) un raffinato e sicuro di sé Bill Haydon (Colin Firth), Soldier, il soldato, soprannominato in questa maniera proprio per il suo aspetto vigoroso ed il suo fare deciso, Roy Bland (Ciaràn Hinds) e lo zelante e meno appariscente Toby Esterhase, in codice, Poor Man (il povero). La verità tarderà ad uscire e si paleserà solo alla fine del film, lasciando sospeso lo spettatore per tutta la durata del lungometraggio. Per quanto possa risultare lento e flemmatico, il film ha un crescendo graduale che trasporta il pubblico dall’inizio alla fine delle due lunghe ore di proiezione, forse con qualche momento morto di troppo, dovuto agli interminabili dialoghi.

Questo riaddatamento per il cinema, opera della coppia di autori Bridget O’ Condor e Peter Straughan, è diretto dal del talentuoso regista svedese Tomas Alfredson, noto per Let Me In, il noir vampiresco ambientato a Stoccolma e sicuramente risulta essere un film corposo, sorretto dall’immensa recitazione che ci regala il cast d’eccezione. Unica pecca quindi, potrebbe risultare solo quella lentezza a tratti esagerata ma questa proiezione non delude certamente. Potremo appassionarci a questo thriller storico tutto britannico dal prossimo 20 Gennaio 2012 ma l’attessa verrà ampiamente ricompensata.

L’anteprima mondiale del film è quindi stata quella durante la 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove la pellicola è stata presentata in concorso. In seguito viene distribuito nel Regno Unito e in Irlanda il 16 settembre 2011, per poi uscire nelle sale statunitensi il 18 novembre 2011. In Italia, l’uscita nelle sale cinematografiche è prevista per il 13 gennaio 2012, distribuito da Medusa Film.

 

Il trailer in italiano: