Tom Hanks alla Festa del Cinema di Roma 2016: Ogni 4 anni un circo per decidere il Presidente

Il primo ospite internazionale della Festa del Cinema di Roma 2016 è Tom Hanks, un attore amato da molti anni, che vanta una carriera ricca di film capolavoro che sono rimasti nella storia. Basti pensare al mitico Forrest Gump, al tenero Big, all’emozionante Salvate il Soldato Ryan e tanti altri. Reduce dall’anteprima di Inferno a Firenze pochi giorni fa, l’attore è arrivato a Roma per incontrare la stampa ed ecco cosa ci ha raccontato, ricordando la sua carriera e riflettendo sulla situazione attuale degli Stati Uniti, divisi tra Donald Trump e Hilary Clinton verso un futuro incerto.

Qui alla Festa del Cinema vedremo tutti i suoi film e riceverà un premio alla carriera, cosa prova per questo?

Secondo il filosofo meglio non guardarsi mai indietro perché a volte il passato può prendere il sopravvento. Io infatti non penso molto ai film che ho fatto, perché non sono diversi oggi rispetto a quando li ho fatti. Se li rivedo penso solo che è passato il tempo e sono invecchiato. Quello che mi interessa però è la longevità artistica: quando un ruolo continua ad essere offerto vuol dire essere longevi ed essere un professionista. Io mi reputo molto fortunato per il fatto che ho un corpus di lavoro imponente. Guardate Larry Crown invece dei soliti Forrest Gump o Big… Ogni film è un’avventura e da ogni film ho imparato molto.

Cosa ne pensa della situazione attuale del suo Paese?

Per me è il festival della merda 2016! Ogni 4 anni arriva il circo e dobbiamo decidere chi deve essere il Presidente. A volte il paese si trova davanti ad un bivio, c’è ansia, timore, a volte giustificato ma a volte no. Non c’è dubbio che il mondo stia attraversando una fase problematica, il nostro futuro è incerto. L’ignoranza può essere un bene che può essere comprato e venduto. Io parlo solo di film perché sono un attore, ma nella storia quando ha prevalso l’ignoranza sono successe cose molto brutte. Un saggio ha detto “la verità rende liberi” e per me l’ignoranza è l’esatto contrario. Quando la stampa italiana mi chiede “Perchè in America c’è Trump” io rispondo “Perchè in Italia c’è Berlusconi”.

Ha detto mai no ad una sceneggiatura? 

Non mi sono mai detto “che stupido che sei per aver rifiutato quell’offerta” perché le decisioni le prendo sempre per istinto. Ci sono stati molti film che non ho fatto, solo perché avevo altri impegni ma non ci ho mai ripensato. Tuttavia è difficile dire di no, piuttosto che dire sì. Amo fare l’attore per esplorare alcuni miei aspetti come uomo di 60 anni che vive in America, ma soppesare il no è difficile rispetto ad arrivare alla 15° pagina di una sceneggiatura e dire che voglio io quella parte.

Nella sua carriera ha fatto spesso ruoli positivi, cosa ne pensa del fatto di interpretare un personaggio cattivo o comunque negativo?

Nel cinema non ci sono molte sfumature, e come attore non voglio fare il cattivo di turno classico che digrigna i denti. Ma c’è un film che ho già girato in cui sono credibile come un personaggio malevolo. A me piacciono i film in cui le tesi del protagonista e dell’antagonista hanno una base valida. Mi piace soppesare le differenze tra buono e cattivo, ma è chiaro che nei film gli antagonisti tendono ad essere archetipi e poco originali.

Come è nella veste di nonno?

Loro non hanno idea di quello che fa il nonno per vivere, credo che riconoscano la mia voce nella versione originale di Toy Story. Ci gioco, disegno con loro e cerco di convincerli che sono un uomo importante, ma non ci credono. Preferirei stare con i nipotini perché sono più divertenti di Fellini!

Non ha mai avuto paura di rimanere incastrato in alcuni ruoli?

Nel caso di una saga si può accettare di andare avanti per soldi, ma conta anche il personaggio. Noi attori abbiamo un modo di fare ma il contratto che abbiamo con il pubblico è che bisogna partire da zero. Sofia Loren per esempio è stata Sofia Loren in ogni suo film, ma incarnava perfettamente il suo personaggio e in questo modo si può entrare in empatia con l’artista. Il contratto tra l’artista e il pubblico esiste ancora.

C’è un artista italiano con cui vorrebbe collaborare?

Chiunque avesse un’idea interessante. Penso che con Roberto Benigni saremmo fortissimi insieme. In California c’era un canale che faceva film che di solito non si vedevano altrove e rimasi colpito da 8 e mezzo e La Strada, ma non riesco a seguire il cinema italiano di oggi.