Tom à la ferme, la recensione del film di Xavier Dolan

Dal 7 Luglio al cinema Tom à la ferme. Nonostante la giovanissima età di 27 anni, Xavier Dolan, attore, regista, sceneggiatore e doppiatore canadese, è oggi uno dei nomi più importanti e conosciuti del panorama cinematografico mondiale. La sua carriera, iniziata nel 2009 con J’ai tué ma mère, è stata già ampiamente coronata da premi e riconoscimenti altisonanti, tra cui il Premio Art Cinéma, Premio SACD e Premio Regards Jeunes per la sua opera prima, nonché il Premio della giuria alla 67ª edizione del Festival di Cannes con Mommy, in ex-æquo con Adieu au langage del mostro sacro Jean-Luc Godard.

Dopo aver portato nelle nostre sale Laurence Anyways lo scorso giugno, Movies Inspired continua la distribuzione dedicata al cineasta canadese, portando sugli schermi dei cinema italiani il suo quarto lungometraggio: Tom à la ferme, conquistatore del premio FIPRESCI  alla 70ª Mostra del Cinema di Venezia. Tom, un giovane editore, si reca in un paesino sperduto in campagna per prendere parte al funerale del suo grande amore Guillaume, scomparso in un tragico incidente qualche giorno prima. Accolto come ospite in casa dei parenti del defunto, il protagonista scoprirà con grande rammarico che il fratello maggiore del suo fidanzato, Francis, ha taciuto per anni a sua madre la “colpa” di Guillaume: quella della sua omosessualità. Nonostante le ripetute minacce e violenze di Francis, Tom deciderà di non lasciare la campagna come suggeritogli, sviluppando così una malsana forma di attrazione verso il suo “aguzzino”. A scompigliare le carte in tavola ci penserà inoltre la bella Sara, spacciatasi per la fidanzata di Guillaume per fare contenta la sofferente madre del ragazzo scomparso.

Scena da Tom à la ferme di Xavier Dolan
Scena da Tom à la ferme di Xavier Dolan

Un melodramma thriller originale

Ma se la tematica è quella del melodramma, le atmosfere sono quelle del thriller alla Hitchcock: la tensione costante fra i personaggi, le ambiguità dei rapporti (specialmente quello madre-figlio), le nevrosi e le psicosi di protagonisti sconosciuti persino a loro stessi. E se nel cinema di Hitchcock, parafrasando François Truffaut, “omicidio e amore sono una cosa sola”, in Tom à la ferme gli scontri fisici e violenti fra Tom e Francis, pieni di rabbia e rancore, si caricano di una inusuale carica erotica, che la macchina da presa di Dolan accentua stringendo il campo sui corpi stretti in un abbraccio sensuale e mortale allo stesso tempo. Il regista canadese firma con questo film un atto di accusa verso la mentalità retrograda della provincia, dove la omosessualità è un marchio indelebile che neanche la morte può lavare via, e lo fa abbracciando una messa in scena intima e asciutta, lontana dalle esagerazioni e dalla forte carica queer del precedente Laurence Anyways.

Uno stile teatrale tra le campagne francesi

Le vicende si svolgono nelle campagne francesi, aride e secche come gli abitanti che le vivono, su cui aleggia la stessa aria di morte e fatalità che permeava il villaggio de La cinquième saison. Tom à la ferme, ispirato alla pièce drammatica di Michel Marc Bouchard, è inoltre un film fortemente teatrale, tanto da ricordare in più di una occasione la tradizione partenopea di Annibale Ruccello, dove la staticità della scena viene spezzata da improvvisi attimi di violenza. Nonostante le atmosfere distanti da quelle che caratterizzano il resto della filmografia del giovane cineasta canadese, Tom à la ferme rimane un film pregevole e raffinato, nonché un ottimo punto di partenza per chi vuole avvicinarsi allo stile di un enfant prodige che ha già dimostrato di possedere un grande talento. In bilico fra la dualità bergmaniana e lo straniamento quasi surreale e grottesco di William Friedkin, questo quarto lungometraggio di Xavier Dolan resta una pellicola imperdibile per tutti gli amanti del grande schermo che, nonostante alcune sequenze narrative di troppo, riesce a mantenere intatta la propria carica ambigua di erotismo e mistero.

TRAILER TOM A LA FERME