TUSKTra gli autori più interessanti e irriverenti degli ultimi anni c’è sicuramente Kevin Smith, uno di quei pochissimi registi che dirigendo, scrivendo, montando e talvolta perfino interpretando le sue opere ha la libertà di fare quello che più gli piace senza alcun tipo di freni o regole di Hollywood da seguire. Questo è un pregio perché consente a noi spettatori di vedere prodotti diversi dalla solita routine ma anche un bel difetto perché talvolta, come dice il detto, il troppo stroppia. Ed è proprio questo il problema principale di Tusk, ultimo film di Kevin Smith presentato alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Interpretato da Justin Long, Haley Joel Osment, Michael Parks e Johnny Depp Tusk racconta la storia del podcaster Wallace (Justin Long) che giunto in Manitoba per incontrare uno youtuber divenuto popolare in tutto il mondo (per essersi amputato la gamba da solo) finisce nella antica dimora di un vecchio marinaio (Michael Parks) che sostiene di avere incredibili storie da raccontare. Purtroppo il marinaio si rivelerà un crudele psicopatico disposto a tutto per trasformare Wallace in Tusk, il tricheco che gli salvò la vita durante un naufragio.

five-new-photos-from-kevin-smiths-horror-film-tuskPartito come un classico horror americano che vede il protagonista, un po’ rozzo e cinico, finire in una casa sperduta con un maniaco in sedia a rotelle che lo droga e lo tortura Tusk prende poi tutta un’altra strada, quella della follia. Improvvisamente ci troviamo di fronte ad un cambiamento totale del personaggio di Wallace, cambiamento che sarebbe dovuto avvenire solo a film concluso e che priva Tusk del suo maggiore punto di forza, Justin Long, ex preda di Jeepers Creepers e protagonista di molte commedie demenziali americane, tra cui lo stesso Zack & Miri di Kevin Smith. Ma non è tutto, sorvolando sulla trasformazione di Wallace di cui non vi sveliamo nulla, ad un certo punto arriva perfino il detective Guy Lapointe, interpretato da un Johnny Depp talmente sopra le righe da far sembrare Il Cappellaio Matto un comune borghese. Ed è proprio qui che Smith perde totalmente la bussola di Tusk in nome di un umorismo e di una bizzarria che non erano assolutamente necessari. Perfino il senso del film non è chiaro, si parla di come l’uomo sia più bestia di ogni animale, ma a quale pro? Michael Parks, già protagonista dell’interessante Red State, regala un ottima performance, così come gli altri coprotagonisti, Haley Joel Osment e Genesis Rodriguez. Ma il tutto appare confuso e caotico in nome di un film fatto da Smith più che per divertire gli spettatori per divertire se stesso. Ed è un peccato perché Smith di talento ne ha, come si può ben vedere dalla ottima e intrigante prima parte del film. Deve solo cominciare a seguire una di quelle tante regole hollywoodiane che si diverte a infrangere, perché ogni tanto un pizzico di coerenza in un film è necessario quanto un pizzico di follia.

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