Twin Peaks 25 anni dopo: 3 buoni motivi per tornare nella folle cittadina di David Lynch

C’è grande attesa per il ritorno di Twin Peaks, la serie tv cult creata da David Lynch che tornerà in America dal 21 maggio prossimo ed in contemporanea anche in Italia. Un evento unico e raro che unirà i fan 25 anni dopo l’ultimo episodio agghiacciante, perverso ed assolutamente disturbante, che non ha lasciato in sospeso molti (se non troppi) enigmi.  Sarà la Showtime a trasmettere la colossale opera di David Lynch che, finalmente, vede luce dopo  anni di tira e molla, battaglie legali ed indiscrezioni presto smentite.

Ci sono dei dubbi in merito alla realizzazione del sequel: sarà l’altezza delle aspettative, oppure si trasformerà in un nulla di fatto? Questo per adesso nessuno può dirlo, ma sicuramente la terza stagione di Twin Peaks non passerà inosservata.

L’agente Cooper in Twin Peaks

18 episodi, tutti curati dal quel genio folle ed anticonformista di David Lynch, 18 episodi che ci catapulteranno di nuovo in quel paesino nebbioso, pieno di segreti e misteri, in quel luogo etereo dove ha preso vita l’eterna lotta fra bene e male. L’incipit sembra uno dei migliori, soprattutto perché l’autore non solo ha chiamato a rapporto il cast che ha reso celebre la serie degli anni ’90 – e si, l’agente Cooper ci sarà – ma ha ben pensato di ambientare la serie 25 anni dopo il finale di stagione trasmesso in patria nel maggio del 1991. Ancora poco o nulla si sa della trama in se, ma questo revival di Twin Peaks, sembra essere l’operazione nostalgia più cool del 2017. Perché vale la pena attendere con estrema impazienza il prossimo 21 maggio? Noi ve lo spieghiamo in 3 validi motivi.

Ha cambiato le leggi del mercato televisivo

Quando Twin Peaks fu trasmesso per la prima volta negli Stati Uniti, era l’aprile del 1990, e nessuno si aspettava che una serie del genere potesse avere un tale impatto sia nella cultura pop che nello stesso universo televisivo (all’epoca ancorato a vecchie tradizioni). Fu un successo stratosferico, forse dovuto ad una scrittura tetra ed asfissiante, per un cast omogeneo che ha portato in tv personaggi da antologia, o perché semplicemente il pubblico voleva scoprire chi avesse ucciso Laura Palmer, ma al di là di tutto la serie di David Lynch è tale, perché ha scosso dalle fondamenta l’universo televisivo di 25 anni fa, cambiando i suoi linguaggi, il suo modo di raccontare e, soprattutto, il modo di dialogare con il pubblico. È pur vero che per alcune scelte intraprese dal network la serie è stata poi cancellata senza un vero finale, ma proprio questa cancellazione ha fatto entrare Twin Peaks nel mito. Quindi sì, abbiamo bisogno di questo revival!

Abbiamo bisogno di risposte

La serie sicuramente non ha mai avuto una narrazione lineare e fruibile a tutti. E’ sempre stata arzigogolata, piena di iperbole e di dialoghi dal sapore filosofico, eppure proprio in queste (ed altre) caratteristiche, Twin Peaks ha trovato il modo di distinguersi. In due stagioni è stato poi sviscerato, non solo il più complicato crime mystery della tv moderna, ma si è dato anche spazio al mondo etereo degli spiriti, all’eterna lotta fra bene e male, senza dimenticare le relazioni interpersonali.

Questo deve essere il punto di partenza del revival, perché ora abbiamo bisogno di risposte, abbiamo bisogno di scoprire cosa è successo all’agente Cooper, ora che il diabolico Bob ha preso possesso del suo corpo, abbiamo bisogno di sapere cosa ne sarà della Loggia Bianca e quale sarà il destino di tutti i personaggi coinvolti nella storia. Dopo 25 anni di attesa e di supposizioni, ci meritiamo di scoprire a fondo tutti – ma proprio tutti – i segreti di Twin Peaks.

La tv ha bisogno della scrittura di David Lynch

Regista, abile scrittore e personaggio sui generis. Così possiamo descrivere l’indole di David Lynch. Lui che ha cambiato le leggi del cinema e della tv con le sue perversioni mentali, sempre in bilico fra realtà e follia, ha fatto anche e soprattutto la fortuna di Twin Peaks. Ed in ora in un momento in cui lo stesso universo televisivo rincorre e ricerca la serie tv perfetta, il ritorno di David Lynch è necessario. Se ben 25 anni fa è riuscito ad innovare un settore che per troppo tempo era rimasto ancorato ad antichi valori, ora che il mondo televisivo sta soffrendo, David Lynch ha l’obbligo di innescare una rivoluzione per aprire nuovi orizzonti.

Lui ne ha il potere e le capacità quindi, il revival di Twin Peaks non è solo una semplice operazione commerciale, ma è un atto d’amore verso l’universo televisivo che, in questi ultimi anni nonostante le apparenze, è caduto in una spirale di autocelebrazione.

Non resta quindi che attendere con impazienza il 21 maggio, nella speranza che Twin Peaks non deluda le aspettative prefissate.