Venezia 69: The Reluctant Fundamentalist, la recensione

Abbiamo visto in occasione della 69esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il nuovo attesissimo film di Mira Nair: The Reluctant Fundamentalist. Basato sul romanzo di Mohsin Hamid e interpretato da uno straordinario cast composto da Riz Ahmed, Kate Hudson, Liev Schreiber, Kiefer Sutherland e Martin Donovan, The Reluctant Fundamentalist si apre ai giorni nostri con un freddo faccia a faccia tra il giornalista Bobby Lincoln (Liev Schreiber) e Changez (Riz Ahmed), un giovane pakistano accusato dagli Stati Uniti del rapimento di un accademico americano. Intervistato da Lincoln il misterioso Changez chiede al suo ospite di ascoltarlo fino in fondo e soprattutto di sentire ogni singola parola fino alla fine della sua lunghissima storia, iniziata dieci anni prima a Lahore in Pakistan. È il 2001 e Changez è un giovane e intelligente ragazzo deciso ad abbandonare le sue umili origini per inseguire il classico sogno americano, diventare uno dei pezzi grossi di Wall Street. Giunto nello stesso anno a New York Changez conosce la bella e dolce Erica (Kate Hudson), una giovane fotografa afflitta da terribili sensi di colpa, e inizia la sua scalata al successo lavorando per una delle maggiori compagnie finanziarie americane. L’America è bella per Changez perché permette a chiunque di vincere. Qualsiasi ragazzo dotato di talento e intelligenza, da qualsivoglia paese provenga, può arrivare primo. E questo ragionamento rimane valido per Changez fino ad una tragica data, l’11 settembre 2001, l’indimenticabile giorno in cui un attentato distrugge il World Trade Center. Da quel giorno in poi Changez non è più un giovane ragazzo straniero arrivato in America per inseguire il sogno americano, ma un pakistano che vuole distruggere l’America, la rappresentazione in carne e ossa di tutto ciò di cui gli Stati Uniti hanno paura, un capro espiatorio su cui scaricare tutte le sofferenze provate in quel terribile giorno. Dieci anni dopo, nel 2011, Lincoln prosegue la sua intervista a Changez sicuro della colpevolezza del ragazzo. Riuscirà a vedere la realtà al di la dei preconcetti e dei pregiudizi? E soprattutto a distanza di ben dieci anni dall’attentato al World Trade Center l’America ha superato l’odio e la paura nei confronti dello straniero?

 

The Reluctant Fundamentalist apre con eleganza e tatto la 69 edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dimostrando ancora una volta la bravura di Mira Nair nel legare due tipologie di cinema estremamente opposte tra loro, il riflessivo, scenografico ed elegante cinema indiano e il dinamico, avvincente e un tantino commerciale cinema americano in un thriller politico-sentimentale riuscito solo in parte. Supportata da un cast eccellente (Kate Hudson e Kiefer Sutherland in ruoli inediti ed estremamente convincenti) e da una fotografia meravigliosa Mira Nair rende The Reluctant Fundamentalist un film che è una continua oscillazione tra un lungometraggio suadente e affascinante e un’opera troppo lunga e stancante che affronta solo in parte un tema tanto attuale quanto difficile da realizzare perfettamente. Lincoln è l’America e Changez è il Pakistan, entrambi hanno ragione ed entrambi hanno torto. La violenza dell’attentato non è giustificabile ma neanche l’arroganza americana può essere in alcun modo accettabile. Bisognerebbe azzerare il preconcetto che preesiste tra popoli, ma siamo pronti a questo? Mira Nair indaga e incuriosisce lo spettatore, ma conclude il film con una visione tanto realistica quanto pessimistica, presagio di una realtà che probabilmente non avrà mai fine.

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