Venezia 70°: Amazonia 3D, la recensione

Abbiamo visto in occasione della 70° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia un divertente e poetico lungometraggio di Thierry Dagobert: Amazonia 3D. Ambientato tutto nelle incontaminate e selvagge foreste amazzoniche Amazonia 3D racconta la storia di una dolcissima scimmietta, trovatasi improvvisamente libera a causa di un incidente aereo. Disposta a tutto per avere salva la vita la scimmietta si fa largo tra terribili serpenti, feroci tigri, insetti velenosi, uccelli golosi e simpatici/antipatici suoi consimili. Riuscirà a tornare salva dalla sua padroncina? E soprattutto vorrà diventare nuovamente un animale domestico o preferirà rimanere selvaggia e libera nel suo habitat naturale?

amazonia_01-620x350Dagobert attraverso la grazia e dolcezza di una scimmietta esplora e fa esplorare la bellissima e selvaggia Amazonia, terra ancora (forse per poco) incontaminata e ricca di fauna animale che rapisce lo spettatore nella sua miriade di colori e specie diverse. E’ impossibile non rimanere incantati dalle meraviglie della natura, rappresentate da Dagobert in tutto il loro splendore grazie ad un 3D intelligente e non scontato e ad una storyline tanto semplice quanto efficace. Le luci, gli animali, le piante, tutto rapisce in Amazonia 3D, un’opera adatta ai più piccoli, ma divertente anche per i più grandi. Un’opera che non è né un documentario né un film vero e proprio ma solo un prodotto molto semplice, un film in cui perfino l’eccezionale fotografia o la dinamica regia non fanno niente più che confezionare un’opera più lineare possibile. Per questo Amazonia 3D rapisce. Perché è una sorta di divertente e appassionante epopea dedicata alla bellezza degli animali (anche i più brutti come i lombrichi e gli insetti possono ammaliare nelle loro caratteristiche tipiche) e alla importanza della natura e dell’essere liberi. Alla fine del film la scimmietta con gli occhi innocenti di un bambino vede e capisce la crudeltà degli esseri umani nei confronti della natura e compie una scelta. Una scelta che gli animali dovrebbero essere sempre in grado di poter compiere, la scelta di essere liberi. Dopo i meravigliosi film visti nel corso di questa 70° edizione la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia chiude con spirito ecologista e naturista il Festival grazie all’opera di Dagobert, un’opera che rapisce lo spettatore trasportandolo una volta e per tutte nella meravigliosa e selvaggia Amazzonia.