“Pina” un film per Pina Bausch di Wim Wenders, la recensione

 Rimasto colpito dalle coreografie di Pina Bausch, Wim Wenders ha pensato per vent’anni a come girare un film sulla danza, nel momento in cui il regista aveva individuato la tecnologia 3D più adeguata per le riprese la Bausch morì. Era l’estate del 2009, Wenders cadde nello sconforto, ma dai danzatori del Tannztheater di Wuppertal partì la proposta di iniziare ugualmente le riprese, quasi come  modo per non deludere la loro coreografa e maestra di vita, che era solita dire: “Balliamo, balliamo, altrimenti siamo perduti!”. Il progetto di Wenders si trasformò naturalmente in un omaggio alla memoria di Pina.

Nell’omaggio a Pina Bausch, danzatrice e coreografa rivoluzionaria del nostro secolo, sono riproposte le coreografie di quattro balletti dell’artista tedesca:  Le Sacre du Printemps, Kontakthof, Café Müller e Vollmond. Si tratta di quattro lavori in cui sono evidenti i caratteri principali della coreografie e dell’estetica innovativa, che distinguono il teatro-danza della Bausch: una danza che non è solo movimento ed è più della pantomima. Attraverso movimenti sensuali e fluidi, Pina crea delle linee pregne di sentimenti, emozioni e stati d’animo spesso impossibili da rendere a parole. L’arte di Bausch attraversa la gioia, la tristezza, l’abbandono, la malinconia e l’ironia, realizzando dei lavori che si trasformano in esperienze catartiche per chi le mette in scena e per chi le guarda. Anche i aria, acqua, terra e fuoco diventano protagonisti sulla scena, in quanto materia che può essere trasformata dai movimenti dell’uomo.

I danzatori del Tannztheater si esibiscono sul palcoscenico del teatro o per le strade di Wuppertal, città d’origine della Bausch e dove lei ha sempre creato i suoi lavori. Dopo venti anni di attesa, la tecnologia 3D scelta da Wenders restituisce alle coreografie del teatro-danza la loro naturale dimensione anche attraverso il grande schermo, dando allo spettatore l’impressione di unirsi ai ballerini sul palco.

La Bausch, che nel progetto originario avrebbe dovuto danzare nel film, è ugualmente presente attraverso l’inserimento di alcuni filmati di repertorio in 2D e attraverso i suggestivi racconti dei membri del suo corpo di ballo, i quali a turno esprimono un ricordo dell’amica, della coreografa, della mentore Pina.

Si tratta dell’incotro fra Tersicore e la Settima arte più interessante degli ultimi anni e il miglior 3D dal boom di questa tecnologia. Questo tributo alla “rivoluzionaria” della danza contemporanea sarà proiettato in anteprima, alla presenza del regista,  al Festival Internazionale del Film di Roma, che si terrà all’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 27 ottobre al 4 novembre, poi sarà distribuito dalla Bim in tutte le sale italiane a partire dal 4 novembre.