29° TFF: I paesaggi nordici nell’Islanda di “Either Way”, la recensione

 

 

Non manca neanche l’Islanda in Concorso al 29° Torino Film Festival, grazie all’opera prima del visionario regista Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, che approda in Piemonte con il suo primo lungometraggio ambientato proprio nella sua terra madre. Á Annan Veg questo il titolo originale, o meglio, Either Way per chi preferisce non cimentarsi con la non facile lingua originale del film, riesce ad esprimere il senso della pellicola in bilico tra le continue due possibili strade che entrambe i protagonisti possono scegliere per proseguire nella loro esistenza.

Hilmar Guðjónsson (nei panni di Alfred) e Sveinn Ólafur Gunnarsson (Finnbogi) co-sceneggiatore della pellicola insieme al regista, hanno accentrata su di sé l’attenzione della telecamera, monopolizzano letteralmente la scena, avendo il compito di far riuscire quella comicità tipicamente nordica a tratti grottesca, a tratti melodrammatica, di per sé aiutati dal ruolo che gli è stato consegnato dal regista, ossia quello di addetti alla segnaletica stradale nelle deserte strade islandesi. I due sono gli unici interpreti del film, fatta eccezioni per brevi apparizioni di altri due personaggi, quali un camionista perennemente ubriaco che li coinvolge in saltuarie bevute, fungendo quasi da mentore nel loro percorso ed una misteriosa figura femminile, alla quale non viene affidata nemmeno una battuta, congeniali alla storia ma relegati in ruoli minori. I due protagonisti quindi, unici attori del lungometraggio, sono impiegati della compagnia stradale islandese, che si ritrovano, per scelta, a passare l’estate lavorando sulle strade deserte e solitarie del Nord del paese. Molto diversi tra loro, il più anziano ed esperto Finnbogi ha accettato come compagno di avventura il giovane Alfred, come favore alla fidanzata, sorella del ragazzo, sono costretti a vivere a stretto contatto in un arido e desolato ambiente rurale. Qui avranno modo di conoscersi e rispettarsi, fino alla nascita di un’inaspettata amicizia. Si susseguiranno, in un ritmo particolarmente altalenante, diversi episodi che coinvolgeranno entrambi sotto il fronte sentimentale.

I due singolari protagonisti si troveranno costantemente di fronte ad un bivio, sublimando quindi verso un livello concettuale, il loro lungo percorso lavorativo, che li porta a percorrere chilometri di interminabile asfalto. Ecco spiegato il senso del titolo, inteso come dualità delle strade, come duplice scelta di vita, che Alfred e Finnbogi dovranno scegliere di percorrere escludendo di conseguenza uno dei due percorsi. Ambientato negli anni ’80, scelta funzionale anche al ricreare una comunicazione esclusivamente affidata all’uso di lettere scritte a mano senza intermediari elettronici, il lungometraggio riesce a fare tesoro del set naturale in cui è ambientata, questi sterminati paesaggi che incorniciano ogni scena, nei quali la natura è ancora allo stato brado e l’uomo non può far altro che ritrovarsi faccia a faccia con sé stesso. Naturalmente accostato alla figura di Aki Kaurismaki, Hafsteinn Gunnar Sigurðsson è riuscito con questa opera prima ad imporsi alla curiosità del pubblico festivaliero. Auspicando venga degnamente distribuito anche al di fuori delle sale del 29° Torino Film Festival, ha lasciato sicuramente un segno positivo anche nella Giuria del Concorso Ufficiale.

 

Il trailer in lingua originale e sottotitoli in inglese: