“I più grandi di tutti” racconta la storia, tra alti e bassi, della rock band dei Pluto nella cittadina toscana di Rosignano Solvay, composta da voce, chitarra, basso e batteria. Sono passati ormai quindici anni dal periodo d’oro della band, in cui attraversavano l’Italia per tenere concerti e le loro canzoni avevano portato al successo due album e un brano utilizzato per uno spot televisivo. Oggi Sabrina (Claudia Pandolfi), Mao (Marco Cocci), Rino (Dario Kappa Cappanera) e Loris Vanni (Alessandro Proja) vivono ognuno la propria vita, con i problemi economici e familiari della gente comune e hanno perso quell’energia e vitalità dei tempi del rock, quando la musica era la loro vita e il motivo per andare avanti. Loris si è sposato e ha un bambino di 7 anni, ma fa il mantenuto e non riesce a trovarsi un lavoro vero. Maurilio, detto Mao, lavora come barista in un pub. Sabrina si è fidanzata con un ‘bravo ragazzo’, ma nasconde la sua infelicità e frustrazione per non essere riuscita a realizzare niente di concreto nella vita. Infine Rino ha trovato un lavoro fisso come operaio in fabbrica, ma vive isolato dal mondo senza amici o fidanzate, prendendosi eccessiva cura del padre anziano. Un giorno Loris riceve una curiosa e-mail da parte del giornalista Ludovico Reviglio (Corrado Fortuna), che si professa grandissimo fan dei Pluto e vuole realizzare un documentario sulla band. Tra i quattro però è rimasto un po’ di rancore per alcune questioni in sospeso e incomprensioni mai chiarite ed è difficile riunirli per questo progetto, ma forse è quello che ci vuole per sbloccarli e regalare loro una vita migliore.
Lo stile registico di Virzì è tuttavia semplice e ordinario, ma convincente per la sua opera prima. Il ritmo non molla mai e il film si segue bene, tra sorrisi spontanei e leggere commozioni, il tutto condito da un’ottima musica rock, che fa piacere ascoltare dall’inizio alla fine. Il cast è convincente e ben amalgamato, ma la sceneggiatura poteva essere più ricca e articolata, anche se comunque sottolinea bene la componente rozza e terra terra di alcuni personaggi e l’ingenuità e la debolezza di altri. Corrado Fortuna, in particolare, si cala molto bene nella parte di un ragazzo dolce e sfortunato, che ha perso la fidanzata e l’uso delle gambe in un incidente stradale e tiene moltissimo ai Pluto e al suo progetto, nonostante le difficoltà che incontra quando si rende conto che in fondo non molti conoscevano questi quattro artisti di provincia. Un film senza troppe pretese, che profuma di cinema indipendente ben realizzato e per farsi due sane risate.