Mike è un avvocato che non riesce più a guadagnare un rispettoso stipendio con il suo studio legale, così approfitta di un suo cliente anziano all’inizio della demenza senile e senza famiglia, diventandone tutore solo per incassare la provvigione prevista. Infatti, dopo che il giudice gli affida l’anziano Leo, Mike lo parcheggia in una casa di cura ad insaputa di tutti, ma riceve ogni mese l’assegno con i soldi stabiliti in aula. La sua bugia però comincia a traballare con l’arrivo del nipote adolescente di Leo che è scappato di casa per problemi familiari con la madre tossicodipendente e un violento patrigno. Mike, colpito dall’arrivo del giovane Kyle, presto ci si affeziona e, grazie anche all’appoggio fondamentale della moglie, lo ospita a casa sua, lo iscrive a scuola e lo fa entrare nella squadra di lotta libera di cui è allenatore. Le cose si complicano con l’arrivo della mamma reduce dal centro di disintossicazione che vuole portare indietro con lei sia Kyle che il padre Leo.
McCarthy descrive il personaggio di Mike come un uomo comune, stressato e vittima della crisi economica che ha invaso gli Stati Uniti come il resto del mondo. Si sente soffocato perchè il conto in banca si sta prosciugando e lui non riesce più a provvedere alla sua famiglia. Sapendo di sbagliare, cede ad un’apparentemente innocuo compromesso che potrebbe costargli anche la carriera giuridica qualora fosse scoperto, ma la paura di rimanere senza niente e di deludere sua moglie e le sue figlie è troppo grande. Il ruolo è magistralmente interpretato da un Paul Giamatti umile, malinconico ed estremamente espressivo, che rispecchia l’esigenza del regista di raccontare il grande male della crisi economica attraverso la storia qualunque di un uomo medio e le paure che quest’ultimo si ritrova ad affrontare per andare avanti. “Dovrei buttare la mia laurea di legge al vento e mettermi a fare il barista?” afferma Mike nel film, sottolineando la grave condizione in cui la crisi ha portato il paese, ovvero che è più facile fare carriera e contare su uno stipendio sicuro con i lavori umili e in cui non è necessario un titolo di studio superiore.
Dopo la ricerca incessante della vittoria nel baseball con Brad Pitt in “Moneyball – L’arte di vincere“, un altro film in questa edizione del TFF che ribadisce il desiderio e la necessità dell’uomo di vincere e ribellarsi agli ostacoli che capitano lungo la strada, siano essi professionali, finanziari o sentimentali. Ma il punto non è solo vincere ma il modo di farlo.
Al cinema dal 9 Dicembre.