Ruggine, tratto dall’omonimo romanzo di Stefano Massaron, è ambientato alla fine degli anni settanta, in una città del nord Italia. È estate e nel quartiere di Carmine e dei suoi amici, Sandro, Cinzia, Betta, Andrea e Tonio tutto scorre lentamente, sospeso dal tempo, in una periferia abitata da immigrati meridionali, nulla sembra intaccare la loro quotidianeità. La banda capitanata dal siciliano Carmine passa il tempo tra giochi e scontri con altre piccole bande. Giocano a fare gli adulti per sentirsi grandi, facendo affidamento principalmente sul loro regno, il Castello, un microcosmo ricreato dentro due vecchi silos arrugginiti sui quali col tempo si sono accatastati rottami e ferraglia. Quell’estate però sarà destinata a cambiare le loro esistenze, a segnarli per sempre, lasciando un ferita che resterà costantemente aperta, esposta alla ruggine appunto. Un nuovo medico arriva nel quartiere: il dottor Boldrini, un elegante e aristocratico signore, interpretato da uno spettacolare Filippo Timi, al quale verrebbe spontaneo chiedere se si sia ispirato al Bardem de “Non è un Paese per Vecchi” date la somiglianza tra i due personaggi. La gente della zona, socialmente e culturalmente più modesta, prova soggezione ed in fondo anche ammirazione per la figura di questo medico, a nessuno neanche sfiora l’idea di quello che ci possa essere dietro, solo al gruppo di bambini qualcosa non torna ma si sa, quando i bambini dicono ai grandi qualcosasicuramente non riceveranno la dovuta credibilità, come recitano i giovani protagonisti in una battuta del film. Il lungometraggio, che allinea un cast di attori tra i più importanti del panorama del cinema italiano, segue in parallelo alla storia della periferia vissuta in flashback quella attuale della vita dei tre protagonisti adulti, Sandro (Stefano Accorsi), Carmine (Valerio Mastandrea) e Cinzia (Valeria Solarino) che a trent’anni di distanza ritornano con la memoria ai fatti che ne hanno segnato l’esistenza, a quel traumatico e precoce passaggio dal mondo del gioco a quello reale. Lontano da quell’estate, tre adulti alle prese con il quotidiano delle loro vite, improvvisamente e in modi diversi, sentono riaffiorare l’eco di quell’estate violenta che rientrerà inesorabile nelle loro vite, ora apparentemente normalizzate.