Albert Nobbs (Glenn Close) è un cameriere del Morrison’s Hotel, gestito dalla duchessa Baker (Pauline Collins). Nobbs è un cameriere impeccabile, solerte e sempre pronto ad esaudire ogni richiesta degli ospiti. Dietro la facciata del servizio impeccabile, il cameriere nasconde un’ esistenza difficile e un’altra identità, infatti Albert è in realtà una donna, che, dopo una terribile violenza, ha deciso di vestire i panni dell’uomo per trovare lavoro nella Dublino del XIX secolo. Albert non sa molto della sua infanzia, non conosce neppure il suo vero nome, l’unica cosa che gli rimane è una foto della madre, che non ha mai conosciuto. Durante gli anni di duro lavoro, Albert, fra stipendio e mance, riesce a risparmiare ben seicento sterline, con le quali sogna di comprare un negozio di tabacchi. L’incontro con l’ambiguo pittore Hubert Page (Janet McTeer) sconvolge l’umile cameriere, che inizia a pensare di prendere moglie, dirigendo le sue attenzioni su una cameriera del Morrison’s, Helen (Mia Wasikowska). La ragazza però, già innamorata del giovane Joe Machins (Aaron Johnson), un giovane violento e irresponsabile, non apprezza e non capisce la corte di un uomo timido e che non la bacia mai. Sarà l’epilogo della sua vicenda sentimentale, nella quale Albert mostrerà tutta la sua nobiltà d’animo, a farla ricredere, ma ormai sarà troppo tardi.

Questo film nasce a seguito di una lunga gestazione, durata ben trent’anni, durante i quali Glenn Close, che interpretò a teatro il ruolo di Albert Nobbs per la prima volta nel 1982, continuava a pensare come realizzare un film su questa storia. La Close, legatissima a questo ruolo particolare e molto complesso dal punto di vista interpretativo, non solo è la protagonista del film, ma ne ha scritto la sceneggiatura, ha chiesto a Rodrigo Garcia di dirigerlo e lo produce anche. L’impianto narrativo della sceneggiatura si ispira al racconto breve di George Moore, autore irlandese del XIX secolo, intitolato Albert Nobbs appunto, con qualche aggiunta rispetto al rapporto fra Helen e Joe, che nell’opera teatrale è solo accennato. L’interpretazione della Close, che le è valsa la nomination come miglior attrice protagonista ai prossimi Academy Awards, è davvero straordinaria: l’attrice è riuscita ad interpretare con grande soavità e dignità un dramma terribile, che attraversa la perdita dell’identità e il cambiamento della stessa. Un po’ debole l’interpretazione della Wasikowska e quasi inesistente il ruolo di Jonathan Rhys-Meyers, che interpreta un dissoluto visconte Yarrell, ospite dell’hotel. La scenografia, curata nel dettaglio, ha una gran parte in questo film da non perdere, non solo per l’interpretazione di Glenn Close, ma anche per quella di Janet McTeer (nomination come miglior attrice non protagonista) e per il trucco particolare (nomination per il miglior make-up).