Evidentemente il trentaduenne rumeno, senza fissa dimora, che, alle 4 del mattino di lunedì, ha scatenato tutta la sua rabbia contro questo capolavoro architettonico, unica tra le basiliche ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana, non si è curato dell’imponenza del monumento contro cui stava agendo. Il vandalo ha superato la cancellata ed ha danneggiato la Porta Santa della Basilica, armato con una pietra, rovinando ben nove pannelli in bronzo, raffiguranti le scene dell’Annunciazione, scardinandoli dalla Porta. L’uomo è stato colto in flagranza di reato da una pattuglia di Polizia, che lo ha immediatamente arrestato. La Polizia, inoltre, ha reperito gli altorilievi ornamentali staccati dal vandalo, che, peraltro, ne teneva ancora in mano uno all’arrivo dei poliziotti. Non contento dell’ingente danno alle cose, si è anche scagliato contro un agente nel tentativo di scappare, ma è stato fermato ed arrestato per danneggiamento aggravato. “Volevo fare qualche danno, volevo rompere qualcosa”: è stata la motivazione di questo gesto inaudito. Ogni volta mi sorge una domanda. Mi chiedo perché scagliarsi contro i beni comuni, soprattutto oggetti che rappresentano l’enorme bellezza di cui è capace l’uomo. Oggetti che non parlano eppure sanno raccontare e raccontarci.