Biografilm 2022: Barber Ring, l’abbraccio della riconoscenza

Il documentario Barber Ring è di produzione interamente nostrana ed è stato presentato in anteprima mondiale al Biografilm 2022 in quel di Bologna (qui il vlog di MadRog Cinema sui primi giorni di festival in diretta). Si tratta di 75 minuti dedicati alla vita di Manuel Ernesti per la regia di Alessio Di Cosimo.

Come promesso dal regista “arriverà prossimamente nelle sale italiane sperando in un’ampia distribuzione, anche perché è quello il luogo dove tornare a godersi i grandi contenuti”. “Saró sempre grato al cinema, a quello che mi ha dato e che spero mi darà” ha aggiunto.

Barber Ring, di cosa parla?

Periferia di Roma, un bambino messo alla prova fin dalla nascita tra difficoltà di ogni genere, dovrà provare a farsi strada diventando uomo tra rivincita sociale e riscatto umano. La storia vera di un lottatore, nato in un quartiere disagiato, cresciuto con la legge della strada ma che ha inaspettatamente saputo trovare una retta via in età adulta. In un fluido mix di interviste, frammenti di registrazioni e diversi attimi di vita odierni o passati, il documentario dipinge un quadro completo di Manuel e di chi gli sta accanto.

La storia di Manuel Ernesti andava raccontata

Sport, famiglia, disagi, scontri fisici e interiori, una vita nata col piede sbagliato che ha saputo però mutare, districandosi tra le difficoltà. Difficoltà di certo economiche, ma anche personali e intime, che trovano un ostacolo al loro pari quando la determinazione e la perseveranza di un individuo come Manuel gli si scaglia contro. Un ragazzo capace e volenteroso pronto a prendersi la responsabilità d’istruire, formare e accompagnare tanti altri ragazzi, che come lui hanno un estremo bisogno di rivincita.

In questo documentario plasmato da sensazioni, lacrime e spessore emotivo, c’è un filo conduttore che tiene insieme il tutto, un reparto tecnico davvero minuzioso. L’ottima regia, supportata da un puntuale montaggio musicale, collaborano per evitare qualsivoglia banalità o quella tipica struttura da freddo reportage.

Barber Ring ti avvolge e ti coinvolge in una morsa d’empatia compatta e funzionale, decisa nell’obiettivo da raggiungere ogni tipo di pubblico, ma al tempo stesso pronta a condire il piatto con un pizzico d’intrattenimento. Forse alcuni sguardi in camera utili alla rottura della quarta parete si potevano evitare o utilizzare come degna chiusura del tutto, ma se accantoniamo questi piccoli momenti il risultato rimane entusiasmante.

Un abbraccio oltre lo schermo

Abbracci che si possono sentire attraverso lo schermo, un calore familiare pulsante anche quando non è il sangue a legarti, tanta riconoscenza per chi ancora sa fare del bene senza chiedere favori e amore per il prossimo senza bisogno di esprimerlo a parole. Ma la cosa più importante, come dichiarato anche da Manuel e Alessio durante l’incontro post visione al Biografilm, è la potenzialità di essere un messaggio di speranza per tanti ragazzi in difficoltà.

Hanno raccontato di aver fatto vedere il film qualche giorno fa nel carcere minorile di Bologna e, parlando con i ragazzi dopo la visione, uno di loro ha detto a Manuel: “Questo film mi ha cambiato la vita.”

Credo che questo sia un chiaro segnale di quanto il prodotto possa veicolare positività e voglia di riscatto, magari alimentando la speranza e spingendo altri ad emergere dalle crudeltà della vita. Certi contesti e situazioni non devono essere l’unica realtà che si conosce ma d’altro canto non tutti hanno la forza di volontà di questo ragazzone, il quale ha saputo prendere in mano la propria esistenza, con razionalità e dedizione.

La sua rinascita come barbiere e imprenditore di successo oltre che come lottatore professionista e campione di svariati titoli, è però alla fine soltanto il risultato di un percorso durato anni senza mai mollare, dando il massimo e non sedendosi, ma al contrario reinventandosi.

Contro ogni aspettativa ha capito senza qualcuno che lo indirizzasse, la scala di valori che un essere umano deve mantenere, di certo sbagliando e cadendo, ma anche rialzandosi e ritrovando integrità morale. Questo dunque deve essere l’input, soprattutto oggigiorno dove sacrifici, priorità e valori sono spesso controcorrente rispetto alla tendenza di ostentare la superficie.

L’attenzione odierna dei giovani è proiettata verso il facile successo senza più volersi mettere alla prova e faticare per arrivare, e in questo il documentario può essere quell’aiutino ad aprire gli occhi.

In conclusione Barber Ring si può definire un docufilm che si basa sul racconto di un guerriero vero, sul ring come nella vita, pronto un giorno per essere accolto nel Valhalla, come cita quel suo enorme tatuaggio sulla schiena, tra coloro i quali sono degni di grandi e volenterosa gesta.

Io ce l’ho fatta e ce la possono fare anche gli altri.