Cannes 2012: The angel’s share, recensione

Il whisky ci salverà. Orgogliosamente scozzese, il nuovo film di Ken Loach, presentato nella Competition al 65esimo Festival di Cannes, racconta la storia di Robbie, un ragazzo appena diventato padre che deve scontare una condanna per aggressione, con il servizio per la comunità. Un giorno, il supervisore del servizio,Harry, porta i ragazzi del gruppo a visitare una distilleria di whisky. Robbie se ne appassiona immediatamente e quando gli si presenta l’occasione per trasformare la sua passione in qualcosa di più, con i suoi compagni tenta il tutto per tutto per cambiare la propria vita. Uno spaccato dei margini della società inglese, ancora una volta, raccontato con lo sguardo inconfondibile dell’autore, che ormai ha lasciato dietro se una scia di epigoni (di tutto rispetto) nel cinema inglese.

Come nella precedente pellicola, Looking for Eric, al festival di Cannes tre anni fa, lo sguardo del regista si fa più leggero, prediligendo il tono della commedia a quello del dramma. Una visione più ottimista della vita, lontana da quel senso di sconfitta ineluttabile che permea quasi tutto il suo cinema. In questi tempi di crisi globale ci si poteva aspettare un commento più cupo. Il senso di rivalsa sociale del protagonista e la suoa energia invece ci spingono verso una visione più aperta, con un sano sorriso. Fedele a se stesso, come sempre, il cinema di Loach  non sembra invecchiare mai,e non manca di essere profondamente aderente alla realtà.