Interviste
Crimson Peak, intervista a Mia Wasikowska: “Sul set c’era sangue dappertutto”
Intervistare Mia Wasikowska non è un’impresa facile. Timida e taciturna l’attrice di origini australiane non si può certo definire una grande conversatrice. Dice di essere pigra e le crediamo sulla parola a giudicare dal modo lento e sbrigativo con cui risponde alle nostre domande. Il contrario del fidanzato Jesse Eisenberg (con il quale fa coppia fissa dal 2013) che intontisce e spesso bacchetta i giornalisti con risposte fulminee e pungenti. Insieme a Tom Hiddleston e Jessica Chastain Mia è la protagonista del nuovo film di Guillermo del Toro, Crimson Peak, uno dei pochi che, a quanto pare, sia riuscito ad impressionarla. Questo horror gotico con sfumature romantiche l’ha divertita, sicuramente più di Alice in Wonderland 2 che è tornata ad interpretare per motivi contrattuali…
Che tipo di esperienza è stata lavorare sul set di un regista così visionario come Del Toro?
Guillermo è uno dei registi più generosi con cui abbia mai lavorato. Quello di Crimson Peak è stato in assoluto il set più straordinario che io abbia mai visto. Era una casa a tre piani curata in ogni minimo dettaglio allestita a Toronto. Era curioso notare come da un momento all’altro potessero apparire streghe o sangue da vassoi o pareti!
Com’è stato invece condividere quest’esperienza con due attori come Jessica Chastain e Tom Hiddleston?
Avevo già lavorato con entrambi anche se per due progetti estremamente diversi tra loro. Sono due grandi attori e due ottimi partner di scena.
Crimson Peak è un horror gotico e di conseguenza uno degli elementi chiave è quello della paura. A te cosa spaventa di più?
Proprio come il film vuole sottolineare io credo che nonostante molto spesso ci facciamo condizionare dalle nostre emozioni o suggestioni ciò che dovremmo temere di più sono le persone.
All’inizio del film Edith (il suo personaggio, n.d.r.) sostiene che se dovesse essere una scrittrice vorrebbe essere come Mary Shelley, faresti la stessa scelta?
Credo di sì. Ho letto Frankenstein proprio durante la preparazione di questo film e non sapevo fosse scritto da una donna. Mi piace molto lo stile bohemien di Mary Shelley e ho trovato la sua scrittura molto interessante. Ho preso anche ispirazione da Giro di Vite di Henry James e da un’infarinatura del genere gotico mentre Guillermo mi ha suggerito la visione di Notorious di Alfred Hitchcock.
Quali sono le difficoltà che hai riscontrato nella tua carriera sinora?
Devo dire di essere stata sempre molto fortunata e di aver avuto grandi opportunità. In ogni caso non interpreterei mai un ruolo se non mi piacesse o se non ne fossi certa.
Hai già interpreto alcune tra le più celebri eroine della storia della letteratura come Jane Eyre e Madame Bovary. Che cosa ti affascina degli adattamenti cinematografici?
Quelli erano due classici che ho amato e così ho subito accettato l’opportunità di interpretarli. Credo che gli adattamenti tendano a sottolineare la risonanza di questi personaggi quand’anche scritti secoli fa.
Non è la prima volta che interpreti una donna all’avanguardia, è un aspetto decisivo nella scelta dei ruoli?
Sì, sicuramente ho ammirato il fatto che Edith fosse uno spirito libero, una ragazza ambiziosa, idealista e curiosa. Mi piaceva l’idea di una donna altrettanto ingenua da farsi ingannare facilmente e così intelligente e coraggiosa da affrontare ciò che la spaventa e superare una situazione apparentemente senza vita d’uscita.
Di recente molte tue colleghe si sono ribellate contro il maschilismo di Hollywood. Sei dalla loro parte?
Supporto sicuramente la loro causa anche se non mi sento coinvolta in prima persona in queste dinamiche. Credo comunque che esista una disparità di trattamento tra attori ed attrici a Hollywood come dimostrano anche le poche registe donne con le quali sono riuscita a lavorare sinora.
Come mai la scelta di reinterpretare Alice nel paese delle meraviglie nel sequel del film di Tim Burton?
Non avevo scelta (ride, n.d.r.). Devo dire che anche se il regista è diverso, ha fatto un gran lavoro. Il cast è lo stesso ma ci sono più variazioni rispetto ai set precedenti e più interazioni tra i vari personaggi.
Al di là degli obblighi contrattuali ami di più il mondo indie o quello dei blockbuster?
Le grandi produzioni ti facilitano il lavoro perché hai più tempo per prepararti e i ritmi sono meno serrati. Scelgo molto più spesso di recitare in film indipendenti perché li trovo più interessanti.
E a te da spettatrice cosa piace guardare?
Non amo gli horror, specie quelli molto cruenti. Adoro i thriller psicologici.
Nel resto del tempo libero cosa ami fare?
So che ci sono degli attori che recitano in un film dopo l’altro ma io sono troppo pigra e subito dopo le riprese torno a casa mia a Sydney a riposarmi. Leggere è il mio passatempo preferito.
Quanto sei cambiata dai tuoi esordi ad oggi?
Credo di essere solamente un po’ più a mio agio e consapevole del mio lavoro. Recitare ti pone di fronte a delle costanti sfide e a dei risvolti inaspettati che ti fanno crescere e maturare quindi è molto difficile avere sempre il controllo su tutto. E’ un cambiamento cronico, almeno ora lo so!
Interviste
Carlo Verdone, l’attrice della sua serie terrorizzata: fiumi di sangue ovunque | VIDEO

Verdone scioccato – Newscinema.it
L’attrice di Vita da Carlo 2 ha vissuto un’esperienza assurda che l’ha segnata e fatta crescere, come persona e come professionista.
La giovane attrice romana è stata ospite della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema 2023 e abbiamo avuto il piacere di incontrarla e realizzare una video intervista esclusiva con lei. Ludovica Martino è diventata la star dei teenager con la serie tv SKAM Italia, è attualmente protagonista della seconda stagione di Vita da Carlo su Paramount Plus. A Castiglione del Lago ha incontrato il pubblico, ripercorrendo la sua carriera tra cinema e serie tv.
A fine Ottobre ad Alice nella Città Martino presenterà Resvrgis, il suo primo film horror che le ha richiesto uno sforzo fisico non indifferente, ma soprattutto le ha permesso di andare oltre i limiti e mettersi alla prova superando alcune paure personali. Un’esperienza forte e coinvolgente che non dimenticherà molto facilmente.
Ludovica Martino condivide la sua esperienza “da incubo”
Nella video intervista qui sotto, realizzata dal nostro partner YouTube MADROG, Ludovica Martino confessa i dettagli più inquietanti e curiosi di questa avventura sul set di un film horror indipendente diretto da Francesco Carnesecchi che promette alta tensione, una buona dose di suspance ma anche molto sangue.
“Non ho mai corso così tanto, faceva freddo, fango ovunque” ha raccontato l’attrice, aggiungendo poi alcuni particolari su alcune scene particolarmente sanguinolente che difficilmente dimenticherà.
Resvrgis: la trama del film
Resvrgis è un thriller in cui una battuta di caccia si trasforma in una lotta per la sopravvivenza, annientando i confini tra prede e predatori. A vestire i panni dei protagonisti, alcuni tra i giovani attori più promettenti del panorama cinematografico nazionale: Ludovica Martino, Beatrice Fiorentini, Blu Yoshimi, Beatrice Modica, Daniele Mariani e Thomas Santu.
Una prova fisica e psicologica per la giovane attrice romana con una carriera in continua ascesa che è iniziata sul grande schermo con il film Il Campione, seguito da Sotto il Sole di Riccione, Mio Fratello Mia Sorella, I Migliori Giorni, per citarne alcuni.
Interviste
Paolo Genovese rivela il suo rituale: “Lo faccio da quando avevo 14 anni” | Intervista esclusiva

Intervista a Paolo Genovese – Newscinema.it
Il 30 Settembre Paolo Genovese è stato ospite alla prima edizione di Castiglione del Cinema. Lo abbiamo incontrato ed ecco cosa ci ha raccontato in una video intervista esclusiva.
Sul palco con il Direttore Artistico Emanuele Rauco, il regista di successi come Tutta Colpa di Freud, The Place, Immaturi e Perfetti Sconosciuti, ha tenuto una masterclass a Castiglione del Cinema 2023 per parlare del mestiere del regista, di cinema e della sua carriera. A fine Ottobre sarà alla Festa del Cinema di Roma con la serie tv Leoni di Sicilia, solo ultimo lavoro che andrà in onda su Disney+, ma ricordando i suoi esordi ha raccontato soddisfazioni e delusioni con umiltà e sincerità.
“Incantesimo Napoletano è stato il primo corto che ho fatto in assoluto ed è stato selezionato al Festival di Locarno. Lì davano molta attenzione ai giovani poiché i corti selezionati venivano proiettati prima dei film importanti in una piazza che è probabilmente il più grande cinema all’aperto del mondo. Nemmeno quando ho vinto il David ero così emozionato e quando è toccato a me il corto è stato proiettato completamente sfocato per un errore tecnico. Mi veniva da piangere, eppure ho vinto con la motivazione che avevo avuto il coraggio di aver raccontato una storia di disagio per la tecnica del fuorifuoco e mi ha segnato per sempre”.
Il “piccolo rituale” di Paolo Genovese
“Ho cominciato a scrivere le mie primissime cose a 14 anni forse 13, perchè mi regalarono una Olivetti Lettera 32 con cui cominciai a giocare. Da allora la prima scena di tutti i miei film io la scrivo con quella Olivetti Lettera 32, è il mio piccolo rituale. Solo la prima scena, perchè altrimenti mi ci vorrebbe più tempo a scriverla che a pensarla” ci ha rivelato in una video intervista che potete vedere per intero qui sotto grazie al nostro canale YouTube MADROG (se non siete ancora iscritti cliccate qui, è gratuito e sarete aggiornati sui vari nuovi video pubblicati di cinema e serie tv).
“In Italia si fa poca cultura in generale, ma soprattutto poca cultura del cinema e quindi i vari valorosi direttori di festival che si sobbarcano l’onere di organizzare questi eventi per fare in modo che i professionisti del grande schermo possano incontrare il pubblico e trasmettere l’esperienza diretta e la passione per questa arte credo sia veramente importante e un modo per avvicinare il pubblico al cinema” ha osservato il regista romano, riflettendo sul modo per riportare i giovani in sala.
Come riportare i giovani al cinema
“Quando si conosce si ama, conoscere la storia del cinema, quanto amore e quanta passione c’è dietro a un film probabilmente ti fa venire voglia di vederlo nel suo massimo splendore. I film sono pensati per essere proiettati in una sala cinematografica, sia per la qualità dell’audio e del video, sia per la condivisione delle emozioni con il pubblico, sia per potersi prendere due ore di tempo e farsi raccontare una storia” ha detto.
“Per i giovani sicuramente c’è la concorrenza delle piattaforme che ben venga, un nuovo modo di fruire le storie con tv, iPhone o iPad in qualunque momento e luogo. Non lo demonizzo, va benissimo, ma dobbiamo preservare la sala cinematografica perchè l’emozione che ci dà un film in sala non sarà mai equiparabile un film a casa o su lo smartphone. Inserire nelle scuole dei corsi di cinema credo sia qualcosa di fondamentale, se ne parla da tanto ma non si è fatto molto. La cultura è l’unico modo per riavvicinare i giovani, come la musica o il teatro. Poi ovviamente c’è anche una responsabilità da parte degli autori perchè comunque non è un automatismo, faccio un film che il pubblico deve vedere. Noi autori dobbiamo meritarci il pubblico, e quindi abbiamo la responsabilità di raccontare storie interessanti e accattivanti” ha aggiunto Genovese.
Festival
Svevo Moltrasio: “Mi piacciono i film che lasciano in sospeso” | video intervista a Castiglione del Cinema 2023

Svevo Moltrasio a Castiglione del Cinema – Newscinema.it
Svevo Moltrasio, famoso youtuber e regista italiano, ha presentato in anteprima a Castiglione del Cinema 2023 il suo primo film Gli Ospiti. Lo abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.
Dopo un percorso produttivo tortuoso e un crowdfunding riuscito, Svevo Moltrasio riesce a portare in sala il suo primo film, gli Ospiti, che arriverà nelle sale il 12 Ottobre 2023. L’anteprima ha avuto a luogo a Castiglione del Lago in occasione della prima edizione della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema, a cura del Direttore Artistico Emanuele Rauco.
Il famoso youtuber italiano che ha iniziato la sua avventura sul web raccontato la vita degli italiani in Francia, dopo aver vissuto molti anni a Parigi, è tornato in Italia per provare a rivoluzionare il cinema italiano che spesso non è abbastanza coraggioso da dare fiducia a progetti indipendenti.
La video intervista a Svevo Moltrasio
Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Svevo Moltrasio sulle sponde del Lago Trasimeno subito dopo la proiezione de Gli Ospiti al Nuovo Cinema Caporali, una sala di riferimento per Castiglione del Lago che ha riaperto dopo una ristrutturazione capillare durata anni.
“Ho sempre scritto, diretto e montato da solo fin da quando facevo i corti a vent’anni. Quindi faccio fatica a non farlo, ho bisogno di avere il controllo totale di tutto e finché sono progetti indipendenti ci riesco. Poi la scrittura e il montaggio sono le fasi che preferisco” dice Moltrasio nella video intervista.
Gli Ospiti: di cosa parla
Durante una nottata in un casale nella campagna romana, dieci personaggi, perlopiù amici sui 30 e 40 anni, sono costretti a un confronto a suon di attriti, incomprensioni e sorprese che li metteranno a più riprese uno contro uno, tutti contro uno e uno contro tutti. Un film che ricorda le litigate del cinema di Muccino, o la struttura narrativa di Perfetti Sconosciuti e le commedie alleniane, ma denuncia una forte identità d’autore.
Moltrasio non nasconde le influenze di cineasti che ama da sempre come Woody Allen, Roman Polanski, ma spera di proporre le storie con una cifra stilistica personale. “Questo è un film in cui i personaggi si confrontano costantemente, e ho inserito temi di attualità proprio per rendere tangibile la scrittura di questo gruppo che si muove anche tra gli stereotipi volutamente” ha sottolineato.
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