Per Michael Mann è «un capolavoro inquietante e assoluto». Per gli spettatori del Far East Film Festival di Udine, che lo hanno premiato a con il Black Dragon Audience Award 2011, è un vero e proprio cult. (sempre nel 2011 ha anche sfiorato la candidatura agli Oscar) Per chiunque lo abbia visto, è uno di quei rari film che non scivolano via. Thriller? Revenge movie? Dramma psicologico? Le catalogazioni sono tutte valide e, al tempo stesso, tutte superflue, perché Confessions travalica i generi facendosi pura narrazione: il racconto, struggente e glaciale, di un omicidio e di una vendetta che diventa il racconto, feroce e spiazzante, di troppe vite bruciate. Bruciano, sì, i teenager di Nakashima, bruciano di follia e di espiazione, bruciano tiranneggiando i più deboli o nascondendo le proprie fragilità, e bruciano anche gli adulti, bruciano di dolore e di rabbia, muovendosi dentro un mondo che non capiscono e che li schiaccia contro il muro? Scandito da una colonna sonora che spazia dai Radiohead alle pagine dell’italiano Gabriele Roberto, e impaginato con autentica potenza visiva, tra eccessi e sottrazioni, tra freddezze minimal e deflagrazioni barocche, Confessions parla dell’adolescenza e della maturità come poche altre opere hanno saputo fare. Una partitura tanto affascinante quanto spaventosa dove trovano spazio le falle della società contemporanea e del sistema educativo, in un gioco di specchi e di metafore che grava sullo spettatore come un?imminente e implacabile apocalisse.
TRAILER