Dopo la splendida prova cinematografica, i detenuti della Sezione G12 Alta Sicurezza della C.C. di Rebibbia, affrontano il testo teatrale offrendo al pubblico una prova aperta dello spettacolo. Giustizia e vendetta, lealtà, congiura, tradimento, libertà: questi i temi dell’opera shakespeariana che Cavalli e i suoi venticinque protagonisti restituiscono al pubblico, attraverso una versione dialettale, insieme popolare e colta. Chi ha amato Cesare deve morire non può perdere questa opportunità di scoprire, dall’interno della prigione, la genesi e la metamorfosi dell’opera fra teatro e cinema. Chi non ha mai varcato la soglia del Teatro del Carcere, può accostarsi a quel luogo misterioso attraverso la mediazione dell’opera immortale di Shakespeare, scoprendo armonia e bellezza proprio là dove pare non possa sopravvivere alcuna speranza.
Il Teatro del Carcere di Rebibbia è ormai un teatro aperto alla città. Nella sala da 350 posti, oltre 22.000 spettatori hanno applaudito spettacoli che hanno rivoluzionato l’immagine stereotipata del luogo di pena infernale e dei suoi dolorosi ospiti. La Tempesta, Amleto, l’opera di Dante, Giordano Bruno, Eduardo, hanno appassionato prima di tutto i detenuti-attori che si avvicendano sulle tavole di un palcoscenico inconsueto e, forse per questo, ancora più affascinante.