Emma. | La recensione del film con Anya Taylor-Joy

Agli inizi del 1800 la giovane Emma Woodhouse è alla ricerca di una nuova dama di compagnia e la sua scelta ricade sulla coetanea Harriet, ritenuta figlia di un nobiluomo: i genitori infatti sono ignoti ma qualcuno sta pagando per la sua educazione. Le due diventano inseparabili nonostante l’evidente diversità di classe sociale ed Emma finisce per coinvolgere la nuova arrivata, e involontariamente anche se stessa, in un torbido intreccio sentimentale, nel quale sono attirate anche figure a lei vicine.

Uno degli uomini al centro dell’intrigo è Mr. Knightley, una sua conoscenza d’infanzia con il quale da tempo vi è un giocoso rapporto di amore e odio, e l’altro un pastore locale che la protagonista intende far sposare ad Harriet. Ma l’entrata in scena di nuovi personaggi e dinamiche inaspettate rischiano di far saltare il piano originario ed Emma scoprirà sulla propria pelle come l’amore non possa essere programmato a tavolino.

Emma | Il gioco dei sentimenti

mia goth e anya taylor joy
Mia Goth e Anya Taylor-Joy

Un raffinato ingorgo di gelosie caratterizza il quarto adattamento per il grande schermo dell’irresistibile romanzo di Jane Austen, pubblicato dalla celebrata autrice inglese nel 1816. Emma. si mostra fin da subito nella sua forbita frizzantezza d’intenti, nel tentativo di aggiornare l’opera alla base mantenendone al contempo i cardini narrativi e quell’atmosfera tipicamente british nella gestione di gag e battute. Il risultato è a tratti incontenibile, un variopinto palcoscenico di amori e tradimenti virato su toni freschi e leggeri che si intersecano in una ronde sentimentale delle grandi occasioni, capace di offrire colpi di scena e spunti emotivi in serie fino al prevedibile, quello sì, epilogo – già ampiamente intuibile in partenza anche da coloro che non hanno letto il libro.

Nonostante la love-story principale fosse quindi già scritta, la regista Autumn de Wilde (al suo esordio assoluto per il grande schermo dopo una celebrata carriera nel mondo di video e fotografie in ambito musicale) riesce a mantenere sempre alta la soglia dell’interesse con una messa in scena elegante e ricca di sorprese, sospesa tra lo sguardo ai classici e rimandi ad una raffinata modernità caratterizzanti il pregno racconto.

Leggi anche: La Favorita: come sta cambiando il cinema in costume

Emma | Apparenza e sostanza

anya taylor joy
Anya Taylor-Joy

Le due ore di Emma. colpiscono sia per l’impatto visivo, colorato e sgargiante e attento ad una certosina ricostruzione d’epoca capace di flirtare con soluzioni più “nuove” (ma senza snaturare l’ambientazione), che per la verve imposta in fase di sceneggiatura, con battute e dialoghi che riprendono con efficacia i testi originali e li adattano con una carica divertita e divertente che riesce a intrattenere senza tempi morti fino ai titoli di coda. Un merito questo da condividere con le taglienti e incisive performance del cast, composto da interpreti eterogenei tra i quali spicca la bellezza aliena e spigolosa di Anya Taylor-Joy, lanciata dal folgorante The VVitch (2015) e ormai attrice consapevole e matura dei propri mezzi espressivi, perfettamente a suo agio come in questo caso anche su toni leggeri e filo sarcastici.

Il romanticismo è ovviamente una costante dell’insieme e viene qui asciugato da ogni retorica o sentimentalismo, tanto che anche la “resa dei conti finale” è tutta da ridere, e i passaggi potenzialmente più intensi sono sempre pervasi da quell’area tragicomica che si erge a costante dell’intera operazione, con un’area femminista inedita che dona ulteriori sfumature a questa nuova e convincente trasposizione del classico.

Emma. | La recensione del film con Anya Taylor-Joy
3.9 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora