Alla Berlinale 2025 abbiamo visto in anteprima il film Dreams di Michel Franco con Jessica Chastain protagonista ed ecco cosa ne pensiamo.
Dopo Memory, il regista messicano Michel Franco torna a lavorare con Jessica Chastain per Dreams, il nuovo film in concorso alla 75° edizione del Festival di Berlino. Un dramma appassionato e intimo che si concentra su una storia d’amore a tratti tenera, a tratti ossessiva, che fa evolvere i due protagonisti coinvolti in modi inaspettati.
L’immigrazione è da sempre un tema caldo negli Stati Uniti e, con la recente elezione del Presidente Donald Trump, i riflettori sono puntati ancora di più sulla questione che tocca da vicino anche molti artisti. Franco è un autore che non ha pausa di esporsi e condividere il suo pensiero politico e sociale, basti pensare al frenetico e magnetico Nuevo Orden del 2020 presentato in anteprima a Venezia. Con Dreams il regista decide di raccontare una storia sensuale e intrigante, che riflette sul problema dell’immigrazione, del razzismo e delle differenze sociali attraverso un racconto raffinato, audace e ben scritto.
Dreams: di cosa parla il film di Michel Franco
Fernando è un giovane ballerino messicano di danza classica che sogna il successo, interpretato da Isaac Hernández. Vuole vivere negli Stati Uniti, non solo per realizzare il suo sogno professionale, ma anche per stare vicino a Jennifer, una donna dell’alta società e filantropa che lo sostiene e lo frequenta da qualche tempo segretamente. Il padre e il fratello che gestiscono con lei una importante Fondazione, infatti, rappresentano il suo mondo opprimente che vive di apparenza e pregiudizi, tenendola sempre un po’ lontano dal suo amato Fernando.
Quest’ultimo rischia tutto per lei e per il suo sogno, fuggendo dal Messico a bordo di un camion, rischiando di morire. E quando finalmente raggiunge la terra promessa, San Francisco, non tutto è come lo aveva immaginato, a partire da Jennifer che in parte è felice di averlo vicino, ma deve fare i conti con la sua realtà che non si incastra con quella di un giovane immigrato clandestino con la passione per la danza.

Un amore tossico alla Berlinale 75
Il film apre subito con un camion parcheggiato nel bel mezzo del nulla in pieno giorno e con uno stacco di montaggio diventa notte e si sentono delle urla e delle richieste di aiuto che provengono dall’interno del veicolo. Stipati al caldo, affamati e allo stremo delle forze ci sono alcuni messicani che hanno viaggiato dal Messico agli Stati Uniti sperando in un futuro migliore. Tra loro c’è anche Fernando che il regista da qui in poi segue per sapere di più di lui e raccontare la sua storia.
Dreams si sviluppa piano piano, prendendosi il suo tempo ma mantenendo comunque un ritmo di narrazione sostenuto e intrigante. Michel Franco porta sullo schermo una forte passione tra una donna adulta e un ragazzo molto più giovane di lei, senza scadere nel voyeurismo e nella volgarità di prodotti come il recente Babygirl.
L’immigrazione e la corsa per un sogno
La relazione tra Jennifer e Fernando è a volte tenera e complice, a volte irruenta e tossica, ma si percepisce reale e intensa, non solo un capriccio della donna matura che desidera rompere la routine e togliersi lo sfizio con un toy boy (il genere di storia inflazionata che sembra andare di moda al momento attuale tra grande e piccolo schermo). Dreams si conferma un film controcorrente già solo per questo, se poi aggiungiamo il modo di affrontare il tema dell’immigrazione in modo discreto ma efficace, non scontato e troppo diretto, il film si rivela denso e necessario.
La danza rappresenta la passione, il sogno, che guida il personaggio di Fernando verso un’implosione. I due amanti non possono stare insieme, perchè oltre il sentimento e l’attrazione, ci sono in campo troppe contraddizioni e un’incompatibilità di fondo dovute alle origini, allo stato sociale e a una comunità corrotta dall’intolleranza e dallo status quo. Il cast impreziosisce la sceneggiatura calibrata con interpretazioni misurate e carismatiche, mentre il regista tiene le redini del tutto con consapevolezza e ambizione.
Anche se alcune scene sensuali guidate dall’istinto selvaggio risultano un po’ forzate e poco fluide nella costruzione. Franco si sofferma molto sui corpi, sul desiderio che vive negli sguardi, tra i muscoli, nei movimenti e gesti di una coppia che dapprima si cerca e poi si respinge, fino a farsi del male. Il rancore e l’orgoglio lottano all’ultimo sangue, fino a ridurre l’amore in modo brutale e definitivo.