Alla 60° edizione del Taormina Film Festival arriva anche Ben Stiller, uno degli attori più popolari e pagati di Hollywood, accolto da un bagno di folla e dai fan di ogni età completamente in delirio. Ben è arrivato in tarda mattinata nella terra di Sicilia, accompagnato sul palco dalla Manager, nonchè organizzatrice del Festival,Tiziana Rocca. Attore, regista e sceneggiatore statunitense di successo, alla sua prima esclusiva apparizione italiana in un Festival, è stato intervistato, nell’affollatissimo Palacongressi di Taormina, al cospetto di centinaia di spettatori. Nato a New York, figlio d’arte, diventa in pochi anni il protagonista assoluto della commedia brillante, con più di cinquanta film all’attivo e tutti campioni d’incasso. Un’intervista fatta di momenti esilaranti e di grande disponibilità nei confronti del pubblico, sia presente in sala che fuori ad attenderlo, concedendo autografi con grande entusiasmo senza mai risparmiarsi nè con le domande nè con i flash. E’ stato lui infatti a chiamare, ad un certo punto dell’intervista, un bimbo sul palco per firmargli un autografo speciale, ricevendo da lui una caricatura ed un ciondolo.

ben3Dalla lunga intervista condotta dal Direttore del Festival Mario Sesti è emerso un ritratto a 360° dell’attore, che ha parlato della sua infanzia, del rapporto con la sua famiglia, delle sue passioni, dei suoi inizi cinematografici e del suo amore per il cinema e per il web. “Sono stato per la prima volta sul set a dieci anni con i miei genitori, che erano attori, partecipavo alle tournée e aspiravo già a voler diventare un regista. Così guardavo i film di Coppola o con Al Pacino. Mio padre non voleva che subissi delle delusioni e sperava che mi facessi la pelle dura prima di intraprendere questa strada, mia madre invece mi ha incoraggiato maggiormente sin da subito.” Ben ha poi ripercorso alcune delle tappe più importanti della sua carriera d’attore, affermando: “In uno spettacolo a New York, all’età di vent’anni, mi sono esibito in un monologo. Sono uscito e ho parlato al pubblico interpretando un ragazzino dell’esercito, un po’ pazzo, che voleva far saltare in aria il Papa per farsi notare dal padre. Ho sentito le risate del pubblico e ho capito che ce l’avrei fatta. La recitazione comica non era il mio desiderio iniziale, volevo fare il regista. Adesso quando interpreto un film comico lo affronto come se le scene fossero vere. E anche se alcune scene non sono di per sé comiche io non mi sforzo ad esserlo, lo spettatore si riconosce nella scena, vuole bene al personaggio e ride. Sentire che il pubblico ride è una sensazione unica, la risata del pubblico è fantastica e ti dà energia.”

Poi si sofferma sul suo rapporto con i colleghi e con il pubblico, dicendo: “La persona con cui mi trovo meglio ed ho un forte legame è Owen Wilson, mentre ammiro Clint Eastwood che è un personaggio straordinario, fa sempre film di generi diversi e vorrei avvicinarmi a lui. Il cinema ha sempre fatto parte della mia vita, sono nato in una famiglia d’attori, stavo spesso sui set, nel backstage dei teatri, era naturale che mi appassionassi a questo lavoro. All’inizio volevo fare il regista ma alla fine il centro della mia vita è diventata la recitazione. Quando interpreto una commedia, cerco di restituire sullo schermo situazioni normali per creare empatia con il pubblico, sono cose in cui potremmo ritrovarci tutti, ed è per questo che diventano comiche, perché chiunque può riconoscere lo sfigato che è in lui. Mi piacerebbe interpretare un cattivo, magari un bad guy di 007, perché no? Comunque l’autoironia è fondamentale nella vita, io non mi prendo mai troppo sul serio.”

Tra le sue passioni la più grande sembra essere quella per Internet e le Web Series, a tal proposito ha recentemente prodotto Burning Love, una sorta di parodia di The Bachelor in cui si seguono le vicende di un uomo e di una donna al primo appuntamento, e poi si è dedicato a Next Time on Lonny, il cui protagonista è poco più che ventenne e alla disperata ricerca di una ragazza. “Produco Web Series, solo così si sperimenta e si permette ai giovani di far vedere quello che sanno fare. Credo che i film on line e le Web Series siano un’ opportunità incredibile. Si possono fare film on line con budget ridotti. Basta farli e trovi il tuo pubblico. Venti anni fa tutto questo non si poteva fare. Mi piace lavorare per altri autori. Con Wes Anderson è stato bellissimo, perché lui è uno che ha una visione. Anche la mia creatività è legata al sogno, bisogna sognare ad occhi aperti.” A proposito di internet dice: “Internet è un’opportunità incredibile per sviluppare idee ed hai la libertà creativa di realizzare cose che ti piacciono e proporle direttamente al pubblico, senza l’ansia del box office, dei biglietti venduti, di quanta gente andrà a vederlo. Tutto questo sarebbe stato impensabile quando io ho iniziato, venti-venticinque anni fa. Non sei tu che devi cercare il pubblico, ma è il pubblico che ti trova grazie a mezzi come YouTube, che intercetta i tuoi gusti e ti suggerisce che cosa vedere, o i social network che, con i like, ti danno il polso di quello che gli utenti preferiscono. Questo è l’aspetto più interessante, non esiste più l’intrattenimento generalista, non devi per forza piacere a tutti, ciò consente di sperimentare con produzioni più personali, identitarie. Un vantaggio soprattutto per i giovani e per chi, da produttore, cerca talenti da valorizzare.”

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Poi torna al suo cinema, ai film che lo hanno portato al successo e parla di Zoolander, spiegando che questo progetto è nato come un cortometraggio satirico realizzato insieme ad un suo amico: “Il mondo della moda è molto simile a quello del cinema, gli attori vivono uno sdoppiamento che li rende folli, hanno un ego smisurato ma sono persone insicure, hanno bisogno dell’approvazione del pubblico, fanno quel mestiere perché a loro piace ma sanno di dover anche soddisfare lo spettatore ed è divertente prendersi gioco di questo aspetto dello showbusiness. Zoolander è questo, una parodia di un mondo, quello della moda, in cui se uno dice che una cosa è bella, allora tutti devono dire che è bella per forza.” Per quanto riguarda i suoi progetti futuri, afferma di avere in cantiere l’idea di girare un sequel di Zoolander, anche se i fan dovranno aspettare ancora un pò: “Ci stiamo pensando da dieci anni, prima o poi ce la faremo.” Sul rapporto che ha con i suoi due figli, di 9 e 12 anni, dice: “Se vorranno fare gli attori? Farò come mia madre, che mi lasciò fare quel che preferivo, mentre mio padre cercava di tutelarmi perché pensava che prima di entrare nel mondo dello spettacolo dovessi farmi le ossa. Vorrei che i miei figli facessero le cose che li rendono felici. Intanto, però, preferirei che continuassero a giocare, devono essere bambini ancora per un pò. Ora, da adulto, capisco perché i miei genitori cercavano di scoraggiarmi nel fare il loro lavoro. Mio padre faceva così perché voleva che non avessi delusioni. Mia madre invece mi ha sempre incoraggiato.”

Conclude la sua intervista con un duro monito all’Academy, che assegna gli Oscar del cinema: “Non vincono mai le commedie, è uno sbaglio. Vincono sempre i film drammatici, perché le commedie non sono lavori che vengano presi troppo seriamente dall’Academy. Se ne renderanno conto con il tempo che è un grande sbaglio.” Dopo la conferenza stampa e il classico aperitivo al Timèo, l’attore ha presieduto la serata di Gala, tenutasi nello splendido scenario naturale del Teatro Greco di Taormina, ricevendo il prestigioso Taormina Arte Awards a lui dedicato.