Questa mattina presso il Museo dell’Ara Pacis è stata presentata la nuova mostra Gemme dell’Impressionismo. Dipinti della National Gallery of Art di Washington, che si svolgerà dal 23 Ottobre 2013 al 23 Febbraio 2014, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la National Gallery of Art di Washington e organizzata da Zetema Progetto Cultura.
“L’Italia ha sempre subito una vessazione nel campo dell’arte. Prestiamo molto all’estero, senza ricevere molto. In questa occasione invece possiamo affermare che questa mostra è frutto di uno scambio, culturale e di capolavori. Infatti presto manderemo il Galata Morente e la Venere Capitolina a Washington, in cambio della collezione protagonista di questa mostra.” ha affermato Federica Pirani, sottolineando che è stato scelto l’Ara Pacis come location, proprio per il suo spazio godibile e familiare, per far sembrare al pubblico di godere di quelle opere come se le avesse a casa. Sono esposti artisti famosi, ma anche nomi meno conosciuti, come Boudin, considerato uno dei primi precursori dell’impressionismo, in questo percorso espositivo organizzato secondo una divisione tematica in cinque sezioni: La Pittura “en plein air”, Ritratti e autoritratti, Donne amiche e modelle, La Natura Morta, Vuillard e Bonnard l’eredità dell’Impressionismo. Anche se molti penseranno che il termine Impressionismo sia ormai inflazionato e che le mostre dedicate a questa corrente artistica siano troppo numerose e ripetitive, possiamo consigliare vivamente la visita di questa nuova mostra della Capitale, poichè svela un nuovo lato degli artisti esponenti di questa corrente, più intimo e viscerale, vivo nella freschezza del tocco ed emozionante per il contenuto. Come diceva Emile Zola: ” Sono pittori che amano il loro tempo…cercano prima di tutto di penetrare il senso esatto delle cose. Le loro opere sono vive perché le hanno prese nella vita e le hanno dipinte con tutto l’amore che provano per i soggetti moderni”.