Interviste
Geostorm, intervista a Gerard Butler: “Vorrei essere salvato da Wonder Woman!”
Il 1° Novembre arriva al cinema Geostorm, il nuovo disaster movie con Gerard Butler alle prese con le gravi conseguenze del cambiamento climatico che coinvolgono tutto il mondo. In seguito ad una terribile serie di disastri naturali che colpiscono il pianeta, i capi di stato delle maggiori potenze mondiali si riuniscono per definire la realizzazione di una complessa rete di satelliti in grado di controllare le condizioni meteorologiche e garantire la sicurezza dei cittadini.
Qualcosa però va storto: a causa di un malfunzionamento tecnico, il sistema studiato per scongiurare le catastrofi naturali e proteggere la Terra, diventa la causa principale della sua distruzione. La rete di satelliti che gravita intorno al pianeta provoca tempeste di proporzioni epiche, tsunami, frane, uragani e terremoti che minacciano di spazzare via tutto. L’unico modo per arginare gli attacchi climatici è scoprirne la vera causa. Ma sarà una corsa contro il tempo.
L’attore inglese, noto in particolare per 300 e Attacco al Potere, è stato a Roma per presentare Geostorm in anteprima. Molto disponibile, sorridente e in ottima forma nonostante la stanchezza del tour promozionale del film, ci ha raccontato molte curiosità di questa avventura tra Terra e Spazio e non solo.

Gerard Butler in Geostorm
Cosa hai trovato più interessante quando hai letto la sceneggiatura?
La cosa che mi è piaciuta di più è stata la dimensione e lo scopo del film. Questa sorta di idea epica delle conseguenze che accadono in questo piccolo e bello family drama, con quest’uomo che, in un certo senso, ridimensiona il suo modo di essere ed impara ad essere un padre per sua figlia, oltre che a lavorare ed apprezzare di più suo fratello. Questa è la parte che ho trovato più emozionante ma, allo stesso tempo, ho amato tutto quello che c’è nel mezzo, perché in questo film c’è il dramma, c’è l’azione ed è anche un thriller per via della corruzione politica. Questi aspetti sono tutti ben integrati tra di loro e non si trovano facilmente in altri film. Ringrazio ancora di avere avuto l’opportunità di prendere parte ad un’avventura simile e sono curioso di vedere come il pubblico prenderà parte a questa avventura.
C’è stata una routine specifica che hai seguito prima delle riprese?
Dipende dalla scena di cui si parla. A volte no, altre volte mi è bastato studiare il copione o parlare con gli altri attori o con il regista. Ho appena finito di girare “Keepers”, un thriller psicologico che parla di tre guardiani del faro alle prese con una serie di sfortunati eventi e, ad un certo punto, il personaggio che interpreto perde la testa un po’ alla volta, quindi ho dovuto girare delle scene emotivamente intense e pazzesche, ma ho avuto anche bisogno dei miei spazi, per ascoltare musica, leggere o concentrarmi. Fondamentalmente dipende dalla scena o dal tipo di film. Sono tanti gli aspetti in gioco. A volte sei il centro di una determinata scena, sei coinvolto in un incidente, sei sotto shock, sei esausto, sei bloccato e poi stai di nuovo lottando. Nel corso di una giornata, ti ritrovi coinvolto in 200 ciak o giù di lì e, per ogni ripresa, devi mantenere sempre lo stesso livello di sfinimento e di dolore. E questo è il motivo per cui questo genere di film mi invecchiano velocemente.

Gerard Butler a Roma
Che cosa fai nella vita di tutti i giorni per salvare il pianeta?
Cerco di essere più consapevole dell’impronta che lascio su questo pianeta, cerco di ridurre lo spreco di acqua o di energia e mi dedico alla raccolta differenziata. Cerco di dare il mio contributo, in relazione anche a quanto successo di recente a Houston e nei Caraibi, cercando di mandare messaggi positivi o spingendo altra gente a dare il proprio contributo.
Il tuo personaggio ricorda un po’ quello di Bruce Willis in “Armageddon”. A chi ti sei ispirato per interpretare questo ruolo, se ti sei ispirato a qualcuno?
In tutta onestà ho dimenticato cosa avesse detto Bruce Willis in “Armageddon” ma, a proposito, “Armageddon” è stato uno dei primi film per cui ho fatto un provino, non per il ruolo di Bruce Willis, ma per un ruolo minore. Ho dovuto esercitarmi così tanto sul mio accento texano da essere nervoso e poco convincente. Era la mia prima volta ad Hollywood, mi ci ero trasferito da poco, e per ragioni diverse, e finii con il fare un provino per “Armageddon”. Non credo di essermi ispirato a qualcuno. Eravamo alla NASA, dalle parti di New Orleans, dove realizzano le nuove tecnologie, gli shuttle e i serbatoi per il carburante, ho parlato con astronauti e scienziati ed ho fatto esperienza non solo di quello che ti dicono, perché è affascinante, ma di quello che sono, in quanto scienziati, il loro modo di esprimersi. Il tutto è stato interessante, ma non direi e non credo di essermi mai ispirato a qualcuno per un ruolo perché, piuttosto che ispirarmi a qualcuno preferisco trarre ispirazione da nuove cose.
Dopo averti visto controllare il tempo in un film [Geostorm], secondo te, l’uomo di oggi sarebbe in grado di usare questo potere ed essere preparato ad un simile evento?
Io credo che l’uomo possa controllare i fenomeni atmosferici solo fino ad un certo punto, come ad esempio sta succedendo in Russia, dove hanno costruito delle macchine per affrontare i nubifragi nel loro piccolo, per tenere sotto controllo questi fenomeni, ma nel film tutto è più grandioso e surreale e non credo che nella realtà si potrebbe mai arrivare ad una simile invenzione. Però c’è qualcosa che possiamo fare e ci attiviamo pensandoci prima, cercando di evitare che una situazione diventi catastrofica. Se c’è qualcosa che possiamo fare, la possiamo fare solo prima, anche se penso che non stiamo facendo abbastanza per aiutare l’ambiente. L’aspetto interessante del film [Geostorm], inoltre, è che quando si scoprono nuove tecnologie, se pensiamo alla nanotecnologia, la biologia di sintesi e alle macchine di Intelligenza Artificiale, non si considerano i rischi futuri, inventi un drone oggi e questo, prima o poi, verrà a chiedere lo scotto, perché siamo vulnerabili. Questa è l’idea dietro al film: il secondo in cui si inventa una nuova tecnologia, si diventa vulnerabili anche all’abuso che se ne fa.
Cosa ne pensi delle donne che interpretano delle supereroine e cosa penseresti se mai dovessi girare un film e dovesse essere una donna quella che ti salva?
Uno dei miei film preferiti degli ultimi tempi è “Wonder Woman” e mi sono divertito a vedere la protagonista combattere contro i cattivi. Conosco Gal, è una ragazza fantastica e nel film è stata grandiosa. Penso che se il film fosse quello giusto non avrei problemi a farmi salvare da una bella donna, che magari alla fine mi guarda negli occhi e mi propone di fare un bel viaggio insieme. Accetterei qualsiasi ruolo, purché sia interessante, divertente e diverso dal solito.

Una scena dal film Geostorm
In questo film interpreti un eroe action iconico che può fare quel che desidera, ma quali sono i tuoi supereroi nella vita reale?
Io non credo che lui possa fare proprio tutto quello che desidera e non credo nemmeno che sia il tipico eroe action, non ha nemmeno il fisico adatto, anche se è intelligente. Lui è alle prese con tante difficoltà e questa è la cosa che ho trovato interessante. Non vuole essere un eroe e non sa come fare per essere un eroe. Se posso essere sincero, nella vita reale, la persona che mi ispira è mia madre. Mia madre mi ha cresciuto da sola, senza un marito. Con tre figli è arrivata dal Canada con soli 14 dollari in tasca, pregando l’Air Canada di farla salire a bordo. Non aveva titoli di studio, ha cresciuto i suoi figli e contemporaneamente ha lavorato. Io sono stato prima un avvocato e ora anche un attore e non avrei avuto le stesse opportunità se mia madre non mi avesse insegnato a lavorare sodo e ad essere una brava persona.
Nel 2011 hai dichiarato che stavi registrando un album. Stiamo aspettando ancora. Dov’è?
Oh mio Dio! L’album! E’ vero, ne ho parlato e lo stavo registrando, ma il progetto non è più andato in porto, forse un giorno lo farò, ma al momento sono impegnato, ho 6 film in uscita, incluso questo di cui stiamo parlando ora, e ne ho prodotti 4 di questi 6, non ho molto tempo né per la vita privata, né per la musica.
Il film racconta la storia di due fratelli e la loro lotta. Come ti sei preparato per il ruolo, hai attinto dalla tua esperienza personale, dalla tua infanzia o qualcosa di simile?
Credo che molto dipenda dalla sceneggiatura, ma tra me e Jim (Sturgess) c’è un bel rapporto ed abbiamo discusso molto insieme su quale fosse la storia di questi due personaggi prima del film. Abbiamo parlato molto anche con il regista ma, essenzialmente, è un bel copione. La storia dei due fratelli mi ricorda anche un po’ la mia. Ho un fratello più grande che si metteva sempre nei guai e ad un certo punto gli ho detto: ‘Guarda che sei tu il fratello maggiore, tu dovresti prenderti cura di me e non il contrario.
Se potessi tornare indietro nel tempo, ad esempio agli inizi della tua carriera di attore, quale consiglio daresti alla versione giovane di te stesso?
Beh, se penso al film che ho appena finito di girare, probabilmente gli direi di prendersi maggiore cura di se stesso, fisicamente parlando. Per un film ho dovuto prendere quasi 12 chili e poi ho dovuto perderli per un altro. In quanto attore, ci sono tanti rischi a cui si va incontro e la vita è una sola. Alla versione giovane di me stesso, probabilmente, direi anche che, dopo aver terminato le riprese di un film, di ricordarsi anche di andare a fare una passeggiata, andare in bicicletta o andare in campeggio.
Puoi dirci qualcosa sui tuoi prossimi progetti, sia come attore che come produttore?
Non so come sia potuto succedere, ma ho una cifra imbarazzante di film in uscita prossimamente: Geostorm, Hunter Killer, un film interessante, quasi completamente girato sott’acqua, Keepers, basato su una storia vera, e poi c’è Den of Thieves, per la cui uscita sono molto emozionato. Ho anche girato un cameo per una commedia di Jamie Foxx, in cui recitano anche Robert Downey Jr e Benicio Del Toro. Ho anche appena finito di girare alcune parti per Dragon Trainer 3 e presto tornerò sul set per Angel Has Fallen. E forse sto anche dimenticando un altro paio di progetti.
Interviste
Carlo Verdone, l’attrice della sua serie terrorizzata: fiumi di sangue ovunque | VIDEO

Verdone scioccato – Newscinema.it
L’attrice di Vita da Carlo 2 ha vissuto un’esperienza assurda che l’ha segnata e fatta crescere, come persona e come professionista.
La giovane attrice romana è stata ospite della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema 2023 e abbiamo avuto il piacere di incontrarla e realizzare una video intervista esclusiva con lei. Ludovica Martino è diventata la star dei teenager con la serie tv SKAM Italia, è attualmente protagonista della seconda stagione di Vita da Carlo su Paramount Plus. A Castiglione del Lago ha incontrato il pubblico, ripercorrendo la sua carriera tra cinema e serie tv.
A fine Ottobre ad Alice nella Città Martino presenterà Resvrgis, il suo primo film horror che le ha richiesto uno sforzo fisico non indifferente, ma soprattutto le ha permesso di andare oltre i limiti e mettersi alla prova superando alcune paure personali. Un’esperienza forte e coinvolgente che non dimenticherà molto facilmente.
Ludovica Martino condivide la sua esperienza “da incubo”
Nella video intervista qui sotto, realizzata dal nostro partner YouTube MADROG, Ludovica Martino confessa i dettagli più inquietanti e curiosi di questa avventura sul set di un film horror indipendente diretto da Francesco Carnesecchi che promette alta tensione, una buona dose di suspance ma anche molto sangue.
“Non ho mai corso così tanto, faceva freddo, fango ovunque” ha raccontato l’attrice, aggiungendo poi alcuni particolari su alcune scene particolarmente sanguinolente che difficilmente dimenticherà.
Resvrgis: la trama del film
Resvrgis è un thriller in cui una battuta di caccia si trasforma in una lotta per la sopravvivenza, annientando i confini tra prede e predatori. A vestire i panni dei protagonisti, alcuni tra i giovani attori più promettenti del panorama cinematografico nazionale: Ludovica Martino, Beatrice Fiorentini, Blu Yoshimi, Beatrice Modica, Daniele Mariani e Thomas Santu.
Una prova fisica e psicologica per la giovane attrice romana con una carriera in continua ascesa che è iniziata sul grande schermo con il film Il Campione, seguito da Sotto il Sole di Riccione, Mio Fratello Mia Sorella, I Migliori Giorni, per citarne alcuni.
Interviste
Paolo Genovese rivela il suo rituale: “Lo faccio da quando avevo 14 anni” | Intervista esclusiva

Intervista a Paolo Genovese – Newscinema.it
Il 30 Settembre Paolo Genovese è stato ospite alla prima edizione di Castiglione del Cinema. Lo abbiamo incontrato ed ecco cosa ci ha raccontato in una video intervista esclusiva.
Sul palco con il Direttore Artistico Emanuele Rauco, il regista di successi come Tutta Colpa di Freud, The Place, Immaturi e Perfetti Sconosciuti, ha tenuto una masterclass a Castiglione del Cinema 2023 per parlare del mestiere del regista, di cinema e della sua carriera. A fine Ottobre sarà alla Festa del Cinema di Roma con la serie tv Leoni di Sicilia, solo ultimo lavoro che andrà in onda su Disney+, ma ricordando i suoi esordi ha raccontato soddisfazioni e delusioni con umiltà e sincerità.
“Incantesimo Napoletano è stato il primo corto che ho fatto in assoluto ed è stato selezionato al Festival di Locarno. Lì davano molta attenzione ai giovani poiché i corti selezionati venivano proiettati prima dei film importanti in una piazza che è probabilmente il più grande cinema all’aperto del mondo. Nemmeno quando ho vinto il David ero così emozionato e quando è toccato a me il corto è stato proiettato completamente sfocato per un errore tecnico. Mi veniva da piangere, eppure ho vinto con la motivazione che avevo avuto il coraggio di aver raccontato una storia di disagio per la tecnica del fuorifuoco e mi ha segnato per sempre”.
Il “piccolo rituale” di Paolo Genovese
“Ho cominciato a scrivere le mie primissime cose a 14 anni forse 13, perchè mi regalarono una Olivetti Lettera 32 con cui cominciai a giocare. Da allora la prima scena di tutti i miei film io la scrivo con quella Olivetti Lettera 32, è il mio piccolo rituale. Solo la prima scena, perchè altrimenti mi ci vorrebbe più tempo a scriverla che a pensarla” ci ha rivelato in una video intervista che potete vedere per intero qui sotto grazie al nostro canale YouTube MADROG (se non siete ancora iscritti cliccate qui, è gratuito e sarete aggiornati sui vari nuovi video pubblicati di cinema e serie tv).
“In Italia si fa poca cultura in generale, ma soprattutto poca cultura del cinema e quindi i vari valorosi direttori di festival che si sobbarcano l’onere di organizzare questi eventi per fare in modo che i professionisti del grande schermo possano incontrare il pubblico e trasmettere l’esperienza diretta e la passione per questa arte credo sia veramente importante e un modo per avvicinare il pubblico al cinema” ha osservato il regista romano, riflettendo sul modo per riportare i giovani in sala.
Come riportare i giovani al cinema
“Quando si conosce si ama, conoscere la storia del cinema, quanto amore e quanta passione c’è dietro a un film probabilmente ti fa venire voglia di vederlo nel suo massimo splendore. I film sono pensati per essere proiettati in una sala cinematografica, sia per la qualità dell’audio e del video, sia per la condivisione delle emozioni con il pubblico, sia per potersi prendere due ore di tempo e farsi raccontare una storia” ha detto.
“Per i giovani sicuramente c’è la concorrenza delle piattaforme che ben venga, un nuovo modo di fruire le storie con tv, iPhone o iPad in qualunque momento e luogo. Non lo demonizzo, va benissimo, ma dobbiamo preservare la sala cinematografica perchè l’emozione che ci dà un film in sala non sarà mai equiparabile un film a casa o su lo smartphone. Inserire nelle scuole dei corsi di cinema credo sia qualcosa di fondamentale, se ne parla da tanto ma non si è fatto molto. La cultura è l’unico modo per riavvicinare i giovani, come la musica o il teatro. Poi ovviamente c’è anche una responsabilità da parte degli autori perchè comunque non è un automatismo, faccio un film che il pubblico deve vedere. Noi autori dobbiamo meritarci il pubblico, e quindi abbiamo la responsabilità di raccontare storie interessanti e accattivanti” ha aggiunto Genovese.
Festival
Svevo Moltrasio: “Mi piacciono i film che lasciano in sospeso” | video intervista a Castiglione del Cinema 2023

Svevo Moltrasio a Castiglione del Cinema – Newscinema.it
Svevo Moltrasio, famoso youtuber e regista italiano, ha presentato in anteprima a Castiglione del Cinema 2023 il suo primo film Gli Ospiti. Lo abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.
Dopo un percorso produttivo tortuoso e un crowdfunding riuscito, Svevo Moltrasio riesce a portare in sala il suo primo film, gli Ospiti, che arriverà nelle sale il 12 Ottobre 2023. L’anteprima ha avuto a luogo a Castiglione del Lago in occasione della prima edizione della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema, a cura del Direttore Artistico Emanuele Rauco.
Il famoso youtuber italiano che ha iniziato la sua avventura sul web raccontato la vita degli italiani in Francia, dopo aver vissuto molti anni a Parigi, è tornato in Italia per provare a rivoluzionare il cinema italiano che spesso non è abbastanza coraggioso da dare fiducia a progetti indipendenti.
La video intervista a Svevo Moltrasio
Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Svevo Moltrasio sulle sponde del Lago Trasimeno subito dopo la proiezione de Gli Ospiti al Nuovo Cinema Caporali, una sala di riferimento per Castiglione del Lago che ha riaperto dopo una ristrutturazione capillare durata anni.
“Ho sempre scritto, diretto e montato da solo fin da quando facevo i corti a vent’anni. Quindi faccio fatica a non farlo, ho bisogno di avere il controllo totale di tutto e finché sono progetti indipendenti ci riesco. Poi la scrittura e il montaggio sono le fasi che preferisco” dice Moltrasio nella video intervista.
Gli Ospiti: di cosa parla
Durante una nottata in un casale nella campagna romana, dieci personaggi, perlopiù amici sui 30 e 40 anni, sono costretti a un confronto a suon di attriti, incomprensioni e sorprese che li metteranno a più riprese uno contro uno, tutti contro uno e uno contro tutti. Un film che ricorda le litigate del cinema di Muccino, o la struttura narrativa di Perfetti Sconosciuti e le commedie alleniane, ma denuncia una forte identità d’autore.
Moltrasio non nasconde le influenze di cineasti che ama da sempre come Woody Allen, Roman Polanski, ma spera di proporre le storie con una cifra stilistica personale. “Questo è un film in cui i personaggi si confrontano costantemente, e ho inserito temi di attualità proprio per rendere tangibile la scrittura di questo gruppo che si muove anche tra gli stereotipi volutamente” ha sottolineato.
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