Come il MeToo ha cambiato i Golden Globes per sempre

La cerimonia dei Golden Globes tornerà in tv il prossimo 10 gennaio, per la prima volta dal 2021: l’edizione dell’80esimo anniversario riuscirà a placare le polemiche?

Presentati dalla Hollywood Foreign Press Association, composta da giornalisti cinematografici che lavorano per testate non americane, i Golden Globes hanno già affrontato decenni di durissime critiche per il loro ristretto, imperscrutabile corpo elettorale e l’apparente suscettibilità alle influenze esterne.

Il colpo di grazia è però arrivato una settimana prima della cerimonia del 2021, quando il Los Angeles Times decise di pubblicare un articolo in cui si affermava che i conflitti di interesse dei membri della HFPA erano più profondi di quanto si pensasse in precedenza. 

Tom Cruise con il suo Golden Globe (fonte: Variety)

Giorni dopo, il cane da guardia della Hollywood post #MeToo, ovvero il movimento Time’s Up, criticò pubblicamente l’associazione organizzatrice – che aveva già la cattiva reputazione di snobbare il lavoro degli artisti di colore – per non avere “nessun membro nero su 87”.

Campagna a cui presto aderì anche un volto noto come quello di Spike Lee, escluso dalla corsa per Miglior Regista con il suo Da 5 Bloods – Come Fratelli. La conseguente cascata di polemiche portò ad un boicottaggio della manifestazione l’anno successivo, culminato con la restituzione dei premi da parte di Tom Cruise. La NBC, di fatto, si rifiutò di mandare in onda la cerimonia.

In vista di questo atteso ritorno, qualche mese fa il gruppo che riunisce i giornalisti stranieri che assegnano i Golden Globes ha approvato le modifiche alla sua organizzazione e ai criteri attraverso i quali si assegnano i premi. Nel dettaglio, la proposta del comitato direttivo ha indicato la necessità di introdurre nell’associazione almeno 20 nuovi membri nel 2021, “con un’attenzione particolare a membri di colore e con l’obiettivo di aumentare il numero degli associati del 50 per cento nei prossimi 18 mesi”. 

Le nuove regole dei Golden Globes

È stato inoltre eliminato il requisito per cui i membri della HFPA dovevano necessariamente risiedere nel Sud della California, espandendo l’idoneità a qualsiasi giornalista accreditato da una testata straniera che viva negli Stati Uniti.

La possibilità di diventare membri dell’associazione viene anche allargata ai giornalisti che lavorano per altri media oltre alla stampa, mentre vengono eliminate le clausole dell’obbligo di cooptazione o sponsorizzazione dei nuovi membri da parte dei vecchi membri dell’associazione, oltre che il tetto massimo nella nomina di nuovi membri per anno. 


L’annuncio delle nomination (fonte: Golden Globes)

Dei 97 membri attuali, sei sono di colori, e l’aggiunta di 103 elettori esterni ha ulteriormente migliorato la rappresentanza delle minoranze tra i nominati. Un documento distribuito alla stampa lo stesso giorno in cui sono state annunciate le nomination del 2023, il 12 dicembre, propagandava il lavoro dell’HFPA, che però da molti è considerato ancora troppo poco.

Quello che è certo è che, mentre le polemiche continueranno inevitabilmente (e giustamente) ad esserci, le decine di post sui social media di candidati di altissimo profilo come Rihanna o Selena Gomez suggeriscono che Hollywood si sta riscaldando di nuovo per questo ritrovato appuntamento