Le profondità del mare hanno sempre incuriosito il regista Guillermo del Toro e questo fine settimana debutta il suo grande progetto Pacific Rim, che dispone di robot alti 25 piani che combattono mostri alieni minacciosi che sorgono dal mare. Del Toro ha parlato di questo progetto con Movies.com e vi riproponiamo l’interessante intervista di seguito.

Lo scorso anno si era detto che il film sarebbe stato “un poema molto, molto bello di mostri giganti”. Sei soddisfatto del tuo poema finito?

Guillermo del Toro: Sì, moltissimo. Penso che l’intero film sia venuto fuori nel modo che volevo. E’ la migliore esperienza che abbia mai avuto come realizzazione di un film, perché è la prima volta che sento di aver avuto il controllo creativo e un pieno sostegno. E’ stato un grande viaggio. Ci ho lavorato per circa 20 anni e la preparazione e l’esecuzione è stata molto, molto, molto intensa. E’ la prima volta che ho finito un film completamente euforico e completamente esausto.

Il Drift è affascinante perché i piloti possono vedere uno nella mente dell’altro. Che tipo di segreti avresti rivelato su di te se fossimo andati in Drift insieme?

Del Toro: Avremmo potuto fare un intero film sul Drift. Io in realtà penso che in un mondo in cui una deriva è possibile, le grandi cose sarebbero che i segreti non importerebbero più di tanto. Penso che sia buono. I miei film celebrano una cosa sopra ogni altra cosa, ovvero l’ imperfezione.

PACIFIC RIMCome essere un regista Latino ispira il suo lavoro?

Del Toro: Quando vedete Pacific Rim vedete la sensibilità al melodramma. E’ un film che sembra diverso da qualsiasi altro film di mostri che hai visto in America. Ha un look molto particolare: i colori saturi, le tempeste di pioggia, il melodramma tra i personaggi. Penso che sia molto importante per i giovani registi sentire che ora possono andare da qualche altra parte. Possono fare melodrammi nel proprio paese, possono andare in America ed esplorare qualsiasi genere sentono di voler fare. Quando ero piccolo non c’erano molti modelli di ciò che si potrebbe fare come cineasta latino. Ora, lo stampo è stato rotto e si può essere ovunque si vuole essere e fare film.

Parlando di melodramma, ci sono alcuni momenti toccanti in questo film. Qualcuno di loro ti ha colpito in particolare?

Del Toro: Ci sono un paio di momenti nella storia che mi hanno commosso. Principalmente, il ricordo di Mako (Rinko Kikuchi) quando da bambino è stato salvato da un Kaiju [mostro], è stato incredibilmente commovente per me. Ci sono un paio di righe verso la fine del film che ancora mi colpiscono anche se ho visto il film circa 25 volte. L’obiettivo era quello di mantenere questo film divertente e umano. Tanti i film estivi degli ultimi due anni tendono ad essere così distopici e bui e, in definitiva condanne dell’ umanità, invece io ho voluto fare un film che fosse culturalmente diverso, che potesse far uscire dal cinema con un sorriso e una sensazione di aver visto qualcosa che non si è mai visto prima. Volevo farne un film d’avventura che è una sorta di retrò. E’ del tutto sincero. Io alla fine penso che l’umanità sia la migliore e la peggiore cosa che abbiamo. Io gioco con le mie più grandi paure e le mie più grandi speranze sullo schermo. Un film d’avventura ha sempre quei momenti toccanti. Non volevo fare un film di guerra con carri armati e poteri del fuoco e che sh * t. Ho voluto rievocare il vecchio West con Marshall e ranger, in sella alla Jaeger. Se si guarda il film ci sono un sacco di momenti occidentali.

Ci sarà un sequel di Pacific Rim?

Del Toro: Mi piacerebbe perché ci sono così tante idee che abbiamo lasciato da parte. Siamo stati in grado di mettere un po’ di quelle idee in un fumetto, ma abbiamo ancora tanto da raccontare. Questo è un primo film molto complicato. Abbiamo avuto così tanta trama e tante regole e abbiamo cercato di fare un film in cui tutti i personaggi avessero lo stesso peso sullo schermo. Ma un secondo film sarebbe grande.

Non ti senti di aver finito?

Del Toro: mi sento l’opposto. Mi sento sempre come se fossi in procinto di iniziare. Io ho 48 anni e ho scritto circa 20 script, ma ho solo otto film al mio attivo, e questo significa che ci sono 13-14 film che ho scritto e che ancora non sono stati fatti. Soprattutto perché non ho potuto finanziarli. Se avessi i soldi finanzierei ogni film da solo. Non dovrei mai sentirmi obbligato a seguire qualsiasi altro consiglio. Ho sempre lavorato duramente per guadagnare i soldi da spendere per fare un film.

Pacific-Rim-la-colonna-sonora-del-monster-movie-di-Guillermo-del-Toro-2Poche cose sono state dette sul tuo prossimo progetto come regista, Crimson Peak. Il casting è ben avviato, quindi hai qualche anticipazione succosa da condividere?

Del Toro: Ogni film che faccio introduce un lato di me che il pubblico che non conosceva prima. Le persone sono rimaste sorprese quando ho fatto The Devil’s Backbone, Hellboy e Il labirinto del fauno. Crimson Peak mostra un lato di me che è molto vicino al mio cuore; io sono un fan incredibile del romanticismo gotico. Il film è una storia d’amore di romanticismo gotico classico, che si svolge nel nord dell’Inghilterra in una città chiamata Crimson Peak. Ha alcune scene stravaganti e sono abbastanza orgoglioso di dire che si tratta di un film R-rated. Esso ha ancora alcune cose piuttosto violente. Iniziamo le riprese a gennaio.

Eri alla premiere di Los Angeles del film Sono così eccitata di Pedro Almodovar. Cosa ne pensi di quel film?

Del Toro: Oh, mi è piaciuto. Mi ricordava la Spagna quando ci sono andato con mia moglie nel 1980. Era un paese estremamente libero e molto selvaggio. E’ stato un grande paese, nessuno era giudicante, tutti potevano essere quello che volevano essere, la gente era emotiva, sovralimentata, e il film ha rappresentato tutto questo. Mi sono divertito un sacco, l’energia, la purezza, gli elementi di ritorno al passato.

Fonte: MOVIES.com

Enhanced by Zemanta