Mentre Massimiliano Russo ultima le riprese del suo nuovo film, AltaVoce, esce su Amazon Prime la sua opera prima, Transfert. Il transfert, in psicanalisi, è un frequente meccanismo per il quale il soggetto analizzato, consciamente o inconsciamente, proietta sul terapeuta sentimenti, emozioni, pensieri legati a individui del proprio vissuto.
Nel film di Massimiliano Russo, questo meccanismo diviene metafora ed espediente narrativo: il doppio, l’immagine riflessa allo specchio, la proiezione spiegano retoricamente una trama a tratti contorta, che sprofonda spesso nel racconto di anime disturbate, costrette, senza vie di fuga, in tragici labirinti mentali. Al contempo, la pratica psicoterapeutica, piegata ad esigenze narrative, è un pretesto per l’evoluzione e lo sviluppo della trama. La narrazione, che rielabora la struttura dello psycho-thriller, segue il dramma del giovanissimo analista Stefano (Alberto Mica) e dei suoi primi pazienti: le giovani sorelle Chiara (Clio Scira Saccà) e Letizia (Paola Roccuzzo), l’inquieto Stefano (Massimiliano Russo), che sembra voler incastrare il protagonista e che svela solo alla fine il suo intimo segreto.

Fra passato e presente si dispiega il drammatico racconto della malattia di Stefano: tutto rimane in bilico, sulla soglia dell’ambiguità, fino ad una conclusione drammatica e rivelatoria. Lo spettatore, disilluso davanti a certezze che aveva costruito durante lo svolgimento del racconto, si trova spiazzato da un finale che disvela un’intima riflessione sull’approccio precoce ai metodi psicanalitici; e, soprattutto, sulla caducità dell’umano, sulla precarietà delle conoscenze e delle sicurezze, sulla normalità dell’a-normale e della malattia. Pone domande irrisolte.
Transfert è ora disponibile in streaming on demand su Amazon Prime Video, Chili e Vimeo on demand.