Oggi al Festival del Film di Roma è stato presentato il film in concorso “Hotel Lux“, una vera e propria rivelazione made in Germania e uno dei migliori film della kermesse fino ad oggi.
Diretto da Leander Haussmann, “Hotel Lux” racconta dell’omonimo hotel nella città di Mosca con un’interessante storia alle spalle prima di diventare l’alloggio internazionale comunista dal 1921 in poi dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Infatti l’edificio sorgeva su una vecchia pasticceria, trasformata nel 1911 nell’Hotel Franzija e poi nel 1933 in Hotel Lux con l’aggiunta di due piani e quindi la classificazione ad un livello superiore di qualità. Il film inizia a Berlino, ma poi si svolge soprattutto in una Mosca caotica e grigia, dove una numerosa massa scontenta di lavoratori provenienti anche da altri paesi come la Germania, cerca continuo rifugio o si organizza politicamente all’interno dei partiti. Tra questi una coppia di cabarettisti tedeschi è costretta a lasciare la Germania e trova rifugio proprio all’interno dell’Hotel Lux, controllato dagli uomini di uno Stalin confuso e paranoico che si affida all’astrologia per sapere come agire. Uno dei due attori, Hans Zeisig, interpretato da Michael Bully Herbig, viene scambiato per l’ex astrologo personale di Hitler e così si ritrova a fianco di Stalin come principale consigliere. La ricerca del migliore amico Meyer (Jergen Vogel) e l’amore con Frieda (Thekla Reuten) gli rendono ancora più difficile la lotta alla sopravvivenza e la ricerca di una soluzione a tutto quel grosso malinteso. Il caos e il pericolo cresce soprattutto tra il 1936 e il 1938 in cui l’Hotel Luz si trasforma in una trappola per tutti i più fedeli comunisti che vengono arrestati e accusati come nemici di Stalin.
“Hotel Lux“,oltre alla storia molto ben articolata e costruita, regala un impatto visivo interessante con location esterne ricreate per lo più digitalmente, e un uso forte dei colori con il rosso come predominante e simbolo della fede comunista e di Mosca, scenario dell’intera storia. Il ritmo non cala mai di tono e lo spettatore si diverte e si incuriosisce andando avanti nella proiezione, ed è geniale il contributo di Haussmann al cinema tradizionale, con un paio di richiami al film muto con scene in bianco e nero che ricordano quegli inseguimenti a ritmo accellerato di una volta. Il cast brilla per talento e simpatia, da Thekla Reuten nei panni di un’ attivista comunista tedesca che cambia più volte identità e si innamora di Hans Zeisig, a Jurgen Vogel nei panni dell’amico fraterno di Hans, fino a Stalin e i suoi principali servitori. La luce, i costumi e le musiche ci riportano agli anni 30 e persino i titoli di coda lasciano a bocca aperta come grafica scelta e per la curiosa foto mostrata sul finale del vero Stalin con il baffo storto, e quindi potenzialmente finto. Speriamo davvero che questo film venga distribuito in Italia, altrimenti cercatelo in altri modi e vedetelo…da non perdere.
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