Hunger Games: un caso mondiale

Nessuno si aspettava un successo simile, probabilmente neanche gli addetti ai lavori che hanno preso parte al film. Per ben quattro settimane di fila non ha temuto rivali, era dai tempi di Avatar che non si raggiungevano risultati simili, nemmeno Titanic 3D  e la Furia dei Titani lo hanno minimamente impensierito, tanto che ad oggi negli Usa gli incassi hanno superato i 340 milioni di dollari e nel mondo hanno raggiunto la cifra di 536 milioni di dollari. Manca all’appello solo l’Italia, ma preparatevi, il 1 maggio Hunger Games sbarcherà nel Bel Paese. Nonostante il grandissimo successo e le critiche entusiaste il regista Gary Ross, ha deciso che non sarà dietro la macchina da presa per i prossimi due film della trilogia. Da diverse settimane infatti la Lionsgate, casa di produzione del film, si è messa alla ricerca di un degno sostituto e fino ad orai più vicini alla regia Francis Lawrence (Constantine) e Bennett Miller (L’arte di vincere). Ma perché tutto questo clamore? Intorno a questo progetto, sin dall’anno scorso, era stata creata un’innovativa strategia di viral marketing che aveva fatto sì che blog, quotidiani e social network  parlassero ininterrottamente del film. All’inizio di settembre 2011 la casa di produzione aveva aperto un sito web, (The Capitol.pn), collegato alla campagna virale ma dato che nelle settimane successive la piattaforma si era rivelata poco attiva, alcuni fan hanno deciso di lanciare spontaneamente un proprio sito web, (Panemoctober.com), nel quale, dopo essersi iscritti, gli utenti vengono assegnati ad uno dei 12 distretti che compongono lo stato di Panem e possono interagire tra loro come i personaggi del film, mentre il primo full trailer è stato rilasciato il 14 novembre 2011. Una strategia di marketing molto particolare quindi ma soprattutto economica.

Sono stati spesi 45 milioni di dollari contro i 70/80 di media che le big di Hollywood spendono per i propri blockbuster, rischiando anche flop clamorosi come ad esempio quello di John Carter, che ha portato la Disney ad avere una perdita di circa 100 milioni di dollari a fronte di altrettanti spesi per la promozione. Ma dietro un grande impianto di promozione, c’è un prodotto valido? La pellicola è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di fantascienza scritto da Suzanne Collins, anch’esso best seller in America. La storia è ambientata in un futuro post apocalittico, precisamente in una nazione nota con il nome di Panem. Ci troviamo in un mondo totalitario, collocato lì dove un tempo c’erano gli Stati Uniti, a dominare le vite di tutti è una sola città, che ha sotto di sé dodici distretti. Per mostrare la sua superiorità costringe ogni anno i distretti a cedere, attraverso una macabra lotteria, un ragazzo e una ragazza per farli partecipare agli Hunger Games, ovvero un crudele reality show in cui i partecipanti sono costretti a sfidarsi all’ultimo sangue, perché uno solo alla fine dovrà uscirne vincitore. Quest’anno la protagonista dei giochi per il Distretto 12 sarà Katniss, esperta tiratrice con l’arco, che si offre volontaria per sostituire la sorella minore. Interpretata dalla giovane e promettente Jennifer Lawrence, oramai proiettata nell’Olimpo delle star holliwoodiane, la protagonista cattura lo spettatore, facendolo affezionare alla sua figura, fino alla fine del film. Senza dubbio tutto questo successo è sorretto da un film di qualità ma potremo giudicare solamente tra qualche settimana, quando Hunger Games raggiungerà l’Italia, pronto a sbancare anche qui i botteghini.

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