I lavoratori dell’Arte occupano il PAC di Milano

 

 

Occupiamo, anche oggi, per occuparci di ciò che è nostro.” È con questo imperativo che una cinquantina di persone, dai Lavoratori dell’Arte agli occupanti del Teatro Valle e al Sale docks, sono arrivati stamattina, 3 dicembre, a Milano per approdare al PAC, il Padiglione d’Arte Contemporanea, che ospita, fino al 14 febbraio, la mostra PIXAR. 25 anni di animazione, dedicata alla nuova cultura digitale che si è fatta largo nel mondo dell’animazione. Dietro ad uno striscione che recitava “Dai, dai, dai! Occupiamoci di ciò che è nostro”, i lavoratori e le lavoratrici dell’Arte hanno occupato per un giorno le sale del PAC, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di considerare l’arte un bene comune scisso dalle becere logiche commerciali e sulle condizioni di precariato in cui versano i lavoratori dello spettacolo e della cultura. Da Padiglione d’Arte Contemporanea a Padiglione d’Arte Comune, lo spazio espositivo si è trasformato in un’agorà in cui gli occupanti hanno spiegato le ragioni di quest’incursione, dando vita ad un’assemblea cittadina che ha per tema l’Arte come Bene Comune. Ma non tutti hanno apprezzato questa occupazione pacifica ed alcuni visitatori della mostra hanno protestato, rivendicando il diritto di visitare l’esposizione avendo pagato il biglietto e, quindi, in tal senso, avendo aiutato la cultura. Molti, invece, sono rimasti ad ascoltare le motivazioni dei Lavoratori dell’Arte. Per accontentare tutti, si è deciso di lasciare aperta la mostra, per cui in un primo momento erano stati sospesi gli ingressi, e si è deciso di non far pagare il biglietto ai visitatori in questa giornata eccezionale. Al PAC è accorso anche l’assessore Boeri per ascoltare questi manifestanti giunti a Milano non soltanto da Roma ma anche da altre regioni italiane.

Abbiamo occupato e continuiamo ad occupare per resistere alla sottrazione di spazi, risorse e finanziamenti alle arti, allo spettacolo, alla ricerca, alla formazione pubblica e insieme trasformare radicalmente e dal basso il sistema della produzione culturale in Italia.” Così recitava il comunicato dell’occupazione del PAC apparso sul sito del Teatro Valle Occupato. È partendo dalla coscienza che musei, biblioteche, cinema, teatri, sono spazi comuni dove ogni cittadino può e deve sentirsi coinvolto in un momento di elevamento culturale che nascono le occupazioni/incursioni dei Lavoratori dell’Arte.