Il cortometraggio “Apri Gli Occhi”, la recensione

 

 

Apri Gli Occhi è un cortometraggio (di 23 minuti) realizzato per il Laboratorio di Cinema per ragazzi dai 14 ai 25 anni organizzato dal Centro di SolidarietàAncora di Sanremo in collaborazione con Sanremo Cinema. All’apparenza un thriller dai toni cupi si rivela presto essere uno short movie all’insegna dei temi sociali quali alcol, droghe ed altre dipendenze.

Francesco Terzo Di Stefano, Francesco Lattero, Simone Caridi sono solo alcuni dei protagonisti ed oltre a recitare nell’intero cortometraggio ne firmano insieme ad altri compagni la sceneggiatura e la regia. Il corto prodotto dall’officina creativa di Sanremo Cinema, per quanto realizzato con un budget ridotto, non risulta assolutamente distante da un cortometraggio professionale anche grazie alla fotografia (curata da Simone Caridi e Giancarlo Pidutti) che mantiene l’atmosfera di solennità e grigiore che il tema richiede. La storia si dipana attraverso le esperienze dei singoli protagonisti, tutti accomunati da una triste realtà, la perdita di un amico/a per incidenti causati, appunto, da abuso di droghe o alcol. Il fardello da sopportare per i personaggi è pesante e l’intero film si svolge attraverso la dimensione onirica dell’incubo del ricordo di quelle morti che tormenta ogni personaggio fino all’apice del finale, che di sicuro lascia l’amaro in bocca.

Certo l’insegnamento arriva, “Non c’è nulla di triste nella morte, la cosa triste non è la morte ma le vite che la gente NON vive, fino alla morte”, e questo cortometraggio ne è il giusto tramite, carico di angoscia fin dall’inizio è volto a far riflettere i giovani, a fargli aprire gli occhi su una tematica così importante.