Proprio il 3 novembre, inoltre, alle ore 18 verrà presentato presso lo Spazio Lancia il volume Dolce Vitti, curato da Stefano Stefanutto. Ad arricchire i festeggiamenti, inoltre, la sera stessa verranno proiettati Dramma della gelosia. Tutti i particolari in cronaca, girato da Ettore Scola nel 1970, in cui la Vitti era l’incantevole interprete di Adelaide, la fioraia del cimitero del Verano capace di far innamorare il muratore Oreste, lo straordinario Marcello Mastroianni, e Scandalo segreto, l’ultima opera di cui fu anche regista e sceneggiatrice nel 1990. Osservando i registi con cui Monica ha lavorato, dal già citato Antonioni, a Luciano Salce, a Mario Monicelli, che la diresse in La ragazza con la pistola, del 1968, interpretazione che gli valse il Premio David di Donatello nel 1969, il Nastro d’Argento, ed il premio come miglior attrice al Festival di San Sebastian, fino ad Alberto Sordi e Dino Risi, si ha l’idea di quanto la Vitti sia stata unica come attrice.
La voce roca, lo sguardo profondo, l’ironia ma anche l’intimità hanno reso questa donna un esempio di fascino senza tempo, senza spazio, senza ruolo. Una donna ed un’attrice in grado di rappresentare se stessa in altre, in altre donne a cui dava voce e corpo, facendo della sua passione un mestiere in grado di aprire nuovi scenari e nuovi spaccati nel cinema italiano. Una donna ed un’attrice capace di piangere, di soffrire, di disperare, di andare contro la volontà di una famiglia borghese che voleva per lei una vita “classica” e che lei seppe sfidare per inseguire il suo sogno di recitare.