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Karate Kid: Legends, recensione: il credo di Bruce Lee continua a influenzarci

Tosto e pieno di strizzate d’occhio, Karate Kid: Legends dimostra che regalare puro intrattenimento a tutta la famiglia, nell’ambito delle arti marziali e senza tradire quel sapore vintage, è più che possibile.

3.1 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Arriva al cinema il 5 giugno con Eagle Pictures una nuova avventura dell’universo fondato da Miyagi. L’iconico Karate Kid del 1984 torna infatti, a distanza di 41 anni, a vibrare pienamente attraverso le atmosfere di questo moderno capitolo. Molto meglio di altri episodi intermedi, Karate Kid: Legends, riesce a conservare un’anima rivolta al passato avendo però uno sguardo proiettato verso il futuro.

Di cosa parla

Karate Kid: Legends

riunisce due figure leggendarie delle arti marziali, protagonisti di una delle saghe cinematografiche più amate, per dare vita a una nuova avventura ricca di azione.

Il giovane talento del kung fu, Li Fong (Ben Wang), si trasferisce a New York con sua madre per iniziare un nuovo percorso in una prestigiosa scuola. Qui stringe un legame speciale con una compagna di classe e il padre di lei (Joshua Jackson), trovando un inaspettato senso di appartenenza.

Ma la quiete dura poco, il ragazzo finisce infatti nel mirino di un temibile campione locale di karate. Determinato a non farsi sopraffare, Li decide di mettersi alla prova partecipando al torneo di karate più importante della città.

Ad accompagnarlo in questo percorso di crescita e scoperta, ci sono due maestri d’eccezione: il saggio Mr. Han (Jackie Chan) e il leggendario Daniel LaRusso (Ralph Macchio). Combinando le tecniche e le filosofie di entrambi, Li si prepara ad affrontare una sfida decisiva che metterà alla prova il corpo, la mente e lo spirito.

Karate Kid: Legends, una masterclass sulla disciplina di Bruce Lee

L’icona delle icone, Bruce Lee, non è mai andato via e questo film ce lo ricorda ancora una volta. Di certo è l’aspetto più prezioso di Karate Kid: Legends seppur non accessibile a chiunque.

“Vuota la tua mente! Sii informe, come l’acqua. Se metti l’acqua in una tazza, diventa la tazza. Mettila in una bottiglia e diventa la bottiglia, mettila in una teiera e diventerà la teiera. L’acqua può scorrere o può schiantarsi: sii acqua, amico mio!”

Per chi ama i film di arti marziali fin da giovanissimo e magari le ha anche praticate avendo vissuto anni di maniacale dedizione verso quel mondo, come il sottoscritto, conoscerà di sicuro queste parole. Bruce Lee, uno dei più grandi di sempre, aveva fatto della sua filosofia un credo di vita e dei suoi insegnamenti una semplice ma efficace missione.

Una scena del film Karate Kid: Legends
Una scena del film Karate Kid: Legends (Foto: Ufficio stampa) – Newscinema.it

Come Guillermo Del Toro nel suo magistrale La forma dell’acqua, Lee anni prima veicolava lo stesso concetto. Applicabile in ogni ambito (Del Toro parlava di amore, Lee di arti marziali), l’acqua è l’elemento simbolo, utile a capire questo essenziale parallelismo.

Ecco perché questo nuovo Karate Kid, che cita appunto “l’insegnamento dell’acqua”, potrà essere percepito a diversi livelli, ma in ognuno di essi rivelerà passaggi che valorizzeranno le azioni compiute dai protagonisti. E questo, lo sceneggiatore Rob Lieber e il regista Jonathan Entwistle, sembrano saperlo molto bene.

Due film in uno

Se l’eredità di Bruce Lee permea attraverso l’intero lungometraggio, le nuove generazioni potranno farsi guidare anche da altri concetti chiave. Uno di questi è di sicuro il valore della resilienza, dell’autodisciplina e una visione di leadership che non sempre è la strada giusta da percorrere. Tra dogmi e regole sagge c’è poi spazio anche per momenti più leggeri, con citazioni all’amata serie Cobra Kai ad esempio o attraverso personaggi un po’ più macchiettistici.

C’è un problema però in questo Karate Kid: Legends, sembrano due film in uno. Purtroppo metà della durata si concentra sul percorso di un dato personaggio e quando vediamo il suo fallimento, la sceneggiatura trova un collante davvero mal rifinito per aderire a quella che dovrebbe essere la seconda fetta del racconto ma che, a conti fatti, pare un nuovo inizio.

Ben Wang in Karate Kid: Legends
Ben Wang in Karate Kid: Legends (Foto: Ufficio stampa) – Newscinema.it

Da qui parte quindi un addestramento frettoloso e qualche buco di trama che portano al vero finale. Osservando l’assetto generale dall’esterno dunque, sembrano essere due storie condensate in una e gestite non nel migliore dei modi.

Una New York tra ironia e tante botte

La location newyorkese di Karate Kid: Legends aggiunge al contesto un sapore attuale, quel fascino che sa di nuovo ma al tempo stesso di qualcosa di già assaggiato e molto apprezzato. Non manca una bella dose d’Italia, tra caschi da moto col tricolore e mega pizze dalle insegne nostrane.

In tutta questa bellissima cornice non è di certo la trama a portare a casa il risultato, anzi. La struttura è molto classica, niente di innovativo all’orizzonte, compresi i prevedibili traumi del passato che incombono e il riscatto finale che segna la maturazione del nostro eroe. Molto meglio però se parliamo di ironia, calibrata il giusto per divertire senza esagerare arrivando a stemperare quando il film pare prendersi troppo sul serio.

Le coreografie dei combattimenti invece sono senza ombra di dubbio il fiore all’occhiello. Addestramento, scontri ad alta quota, sfide da superare e acrobazie che riempiono gli occhi. Jackie Chan e Ralph Macchio, che tornano nei ruoli dei film precedenti, sono determinanti nel ruolo di mentori per il protagonista Li Fong. Stili diversi che si fondono, proprio come faceva il già citato e immortale Bruce Lee, portano il nuovo guerriero ad evolvere in ogni senso, attraverso un cammino che parte dal dojo ma divampa ben oltre, influenzando la sua vita personale.

Due orette di puro intrattenimento dunque, condite però da piccoli ma golosi inserti dedicati sia ai fan di vecchia data che alle nuove generazioni. Si torna in parte alle origini, sia nelle atmosfere sia nella divisione tra buoni e cattivi, rivolgendo sempre uno sguardo alla contemporaneità.

Lorenzo Usai
Lorenzo Usai
Contraddistinto da una passione cinefila quasi maniacale, cresciuta in me come una vocazione, cerco ogni giorno che passa di scoprire sempre di più, farmi esperienza, parlare e scrivere di questo magico mondo. Fin da piccolo sono sempre rimasto incantato dal cinema, la sala, l’enorme schermo davanti a me e tutte le storie che mi portano dentro ad infiniti mondi, vivendo esperienze come in prima persona. Insomma i film emozionano, insegnano, confortano, incoraggiano, divertono, sono una potenza reale e concreta, per me non sono un passatempo ma un vero stile di vita.

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