La risata nella tragedia, la ricerca dell’elemento tragicomico o meglio del lato comico nella situazione tragica, questo è il segreto che ha reso Amleto2un cult del circuito teatrale italiano, tanto da spingere Timi a riscriverne un secondo adattamento, andato in scena per la prima volta lo scorso Luglio al Teatro Franco Parenti nell’ambito del SummerTimi. Il pubblico ride di gusto, ciò fa sì che si instauri uno circuito di azioni e reazioni, in cui le improvvisazioni del cast rompono la quarta parete più volte nel corso della serata. Parete che per altro è scenograficamente rappresentata da una grata, che contiene la tragedia e i personaggi che la rappresentano, ma da cui fuoriescono la comicità e momenti drammatici, come l’agghiacciante descrizione che Ofelia fa del suo annegamento.
Timi interpreta un Amleto che strizza l’occhio a Carmenlo Bene e Vittorio Gassman, riempiendolo di significati suoi: la drammaturgia è squassata, non c’è spazio per il classicismo, che nessuno si aspetta. Timi coglie quella tendenza alto-borghese, ma dall’anima popolare, che vorrebbe assistere all’impossibilità di recitare il monologo dell’essere o non essere, visto e rivisto in tutte le salse, e si porta a casa la stima di questo pubblico infilando Comunque bella di Battisti, nella scena in cui il suo Amleto cerca di svincolarsi dall’amore eterno della sua Ofelia. Il nudo appare qua e là come un’allucinazione, a volte forzata, ma che fa sappiamo far parte del mondo di Timi, come appare, nelle vesti del fantasma, il trans, splendida figura di Favola, il più bello degli spettacoli scritti da Filippo.
In scena fino al 25 Novembre, per informazioni cliccate su www.ambrajovinelli.org.