Uno dei blog più influenti a livello internazionale, Deadline Hollywood, fondato e diretto da Nikki Finke – la nota giornalista che svela segreti e scoop dell’industria cinematografica – evidenzia come “l’arrivo dello stimato Müller aiuterà a far crescere l’apprezzamento per il Festival e dovrebbe anche funzionare da catalizzatore per portare più produzioni americane al Festival, nel momento dell’anno in cui si scaldano i motori per la stagione dei Premi”. Per la rivista tedesca FilmEcho/Filmwoche, vero e proprio punto di riferimento per il cinema europeo, “Marco Müller imprimerà il suo marchio come nuovo direttore artistico del Festival del Film di Roma […] Lo spostamento del Festival dal 9 al 17 novembre non solo garantisce una collocazione ottimale tra i Festival di Venezia, Toronto e Berlino, ma prospetta anche maggiori possibilità di ottenere film in anteprima mondiale nella Città Eterna”. ITAR-TASS, la maggiore agenzia di stampa russa, punta invece la sua attenzione sull’apertura del Festival al cinema contemporaneo: “Il nuovo direttore artistico Marco Müller […] presenta uno speciale programma competitivo nella sezione “Cinema XXI” e regala nuove regole al Festival […] (Müller, ndr) ha messo insieme una forte squadra di consulenti per monitorare le diverse aree geografiche del mondo”.
“(Müller, ndr) sta dando maggior spazio alle prime mondiali – spiega Film Business Asia, testata di riferimento per il mercato e l’industria cinematografica dell’area pacifico-asiatica – con una particolare attenzione alla qualità piuttosto che alla quantità e con il suo consueto team di consulenti dall’Asia”. Hindustan Times, uno dei maggiori quotidiani indiani, parafrasando il detto anglosassone “Rome was not built in a day” afferma: “Roma non è stata fatta in un giorno, tantomeno lo sono stati i festival cinematografici. Roma ha impiegato anni per diventare quel che è oggi, e così i festival. Ma il nuovo direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, Marco Müller, potrebbe, se gliene venisse dato modo, trasformare questo evento cinematografico in un magnifico nuovo quadro, ancor prima che si possa dire ‘Roma”.