La sera scorsa al PaleyFest presso il Dolby Theatre di Los Angeles ha avuto luogo una riunione per il 10° anniversario della serie tv Lost, vincitrice di un Emmy Award ABC come dramma fantasy che ha debuttato nel lontano 2004. A quanto pare un decennio è un tempo lungo quando si parla dei social media. Il produttore esecutivo Carlton Cuse e il co-creatore della serie, Damon Lindelof, hanno parlato di alcuni segreti della trama dei primi episodi al mondo di Twitter.
“La cultura dello spoiler non era quella di adesso” ha detto Cuse, che era presente all’interessante incontro con Lindelof e alcuni membri del cast come Josh Holloway, Yunjin Kim, Jorge Garcia, Ian Somerhalder, Maggie Grace, Malcolm David Kelley e Ian Cusick. A quattro anni dal finale della serie andato in onda in tutto il mondo, Cuse ha risolto per esempio, l’enigma protagonista di numerose discussioni tra i fans, ovvero se i protagonisti della serie fossero morti da sempre, fin dal primo episodio. Egli ha dichiarato: “No, non erano morti. Lost era una serie che parlava di persone su un’isola nel mezzo del nulla, ma metaforicamente erano persi nelle loro vite. Il finale doveva essere spirituale” e, confermando che la decisione di un finale nell’aldilà è successiva alla sceneggiatura originale, ha aggiunto: “Abbiamo preferito raccontare una storia emotiva incentrata sulle vicende dei personaggi. Mi importava più del loro percorso che di quello che era loro accaduto”.
Infine Lindelof ha svelato la verità sulla scene dell’episodio The Little Prince, della quinta stagione, in cui Sawyer e Juliet escono in mare su una canoa e si ritrovano in una sparatoria con un’altra canoa. Lo spettatore viveva un salto temporale che non permetteva una vera spiegazione all’accaduto, mentre l’intenzione degli autori era questa: “Abbiamo scritto una scena che doveva essere inclusa nella stagione finale e avrebbe risposto alla domanda – rivela Lindelof – Ma tutti gli sceneggiatori pensavano che sarebbe stato molto meglio non spiegarlo. La scena esiste sulla carta. Tra qualche anno, magari per beneficenza, magari la venderemo all’asta”.
Fonte: THR