Festival di Venezia
Mildred Pierce, la miniserie HBO a Venezia 68

Per la sezione Fuori Concorso del Festival di Venezia 2011 ieri si è svolta la maratona della miniserie “Mildred Pierce” prodotta dalla HBO e diretta da Todd Haynes. Dopo aver guadagnato ben 21 Nomination agli Emmy Awards 2011 in America, il ritorno dell’attrice Kate Winslet sul piccolo schermo è stato proiettato qui a Venezia in tre riprese.
Adattamento televisivo del romanzo di James M.Cain del 1941, questa miniserie è ambientata a Los Angeles durante il periodo storico della Grande Depressione, che investì il grande continente facendolo sprofondare in una grave crisi economica. Mildred, una donna umile e dai sani principi, vive due esperienze dolorose come la morte della figlia minore e il divorzio dal marito, ritrovandosi da sola nella lotta per la sopravvivenza e nel difficile rapporto con la figlia maggiore Veda, interpretata da Evan Rachel Wood. Non si perde d’animo e comincia a porre le basi per una carriera nella ristorazione e da semplice cameriera diventa proprietaria di alcuni ristoranti di successo nella zona. La sua vita subisce forti scosse tra storie sentimentali intense e deleterie e frequentazioni vuote e squallide, ma il centro della storia si focalizza sul rapporto madre-figlia tormentato e spinto molte volte all’eccesso, con scene che ricordano le più classiche opere classiche dei maggiori compositori.
La forza di questo prodotto HBO è soprattutto la presenza di Kate Winslet che regala una performance pungente e commovente , trasmettendo le mille sfaccettature emotive dell’amore incondizionato di una madre per la figlia, difficile da dissolvere anche se quest’ultima si rivela arrogante, narcisista e crudele nei suoi confronti ogni giorno della sua vita. I primi tre episodi, oltre a presentare i personaggi principali che, oltre le due donne, sono Guy Pierce nei panni del secondo marito di Mildred, Melissa Leo la sua cara amica e altri, si svolgono con un buon ritmo che incuriosisce sul finale e fa vivere allo spettatore diverse esperienze emotive contrastanti. La regia di Haynes è convincente, ma cambia registro per il quarto episodio che improvvisamente decellera, focallizando l’attenzione esclusivamente sul rapporto tra Mildred e Veda, con scene che sono grande prova di recitazione ma frenano la storia che sembra ondeggiare in un oblio che non trova fine.
Le emozioni corrono e il cuore torna a pulsare con la parte finale, accompagnata dalla musica lirica e classica e da scene inondate di drammaticità e pathos, soprattutto la brutale scoperta finale e un’ inarrestabile corsa dei personaggi che in realtà vorrebbero solo fuggire dalle loro rispettive vite insoddisfatte e vuote. Ogni personaggio ha i suoi pregi e difetti, un lato positivo ed uno negativo, come ogni reale essere umano, ma il personaggio di Mildred, arricchito sicuramente dall’interpretazione della Winslet, esiste anche da solo ed è un piacere vedere quesa miniserie anche solo per ammirare il suo talento di attrice espresso a d alti livelli. Costruita in 5 parti, “Mildred Pierce” sarà trasmessa su Sky Cinema alle 21 in tre serate dal prossimo 14 ottobre.
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Festival di Venezia
Venezia 79 | Il programma della terza edizione di Corti in laguna

Alla 79esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia arriva la terza edizione di CORTI IN LAGUNA. L’evento, a cura del press agent Giuseppe Zaccaria e della produttrice Francesca Rettondini, sarà ospitato dallo spazio Ente Fondazione dello Spettacolo, all’Hotel Excelsior-Lido di Venezia.
Nella giornata del 7 settembre 2022 si terrà invece la IX edizione del Premio Starlight – International Cinema Awards, riconoscimento ideato da Giuseppe Zaccaria e Francesca Rettondini, che negli anni ha premiato tanti e grandi volti del cinema italiano e internazionale.
Leggi anche: Venezia 79 | ecco tutti i film tra Concorso e Fuori Concorso per l’edizione 2022
Corti in laguna 2022 | Il programma della terza edizione
Di seguito il programma della Rassegna “Corti in Laguna”:
MARTEDÌ 6 SETTEMBRE – h. 16,30
Presentazione del cortometraggio: “LA CURA”, per la regia di Manuela Jael Procaccia, prodotto da WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe) e Doc Congress, e scritto con la Prof.ssa Silvia Novello.
Sinossi:
Al centro della storia, la travagliata vita di due pazienti malati di cancro, allo stadio terminale, che si incontrano in ospedale. Tra loro si instaura un’amicizia sincera e un rapporto di reciproca “cura”. Insieme troveranno una nuova vita. Il corto tocca, con delicatezza, il tema sociale dell’assistenza familiare e il fenomeno degli “orfani bianchi”.
Interpreti: Luciano Scarpa, Irene Muscarà
e con Dario Maria Dossena, Davide Indellicati, Marco Busso, Luisella Righi.
Saranno presenti in sala Luciano Scarpa, Irene Muscarà, la regista Manuela Jael Procaccia e la Prof.ssa Silvia Novello di WALCE
GIOVEDÌ 8 SETTEMBRE – h. 16,00
Proiezione del cortometraggio “IL CANE MENTE”, per la regia di Virginia Russo, con Eleonora Puglia, Simona Mancini e Pietro Pace. Produzione Manfredi Barbarossa.
SINOSSI:
Maria rimane cieca a seguito di un incidente. Un giorno un ladro irrompe in casa sua, pronto a colpirla, ma capisce che la ragazza è cieca. Maria sente uno strano odore in casa, e capisce di non essere sola. Nel frattempo, il ladro silenzioso si invaghisce della giovane donna.
Il finale è inaspettato.
Saranno presenti in sala gli attori Eleonora Puglia, Pietro Pace, Simona Mancini, la regista Virginia Russo, il produttore Manfredi Barbarossa, il DOP Gabriele Videtta.
Leggi anche: Vespertilio Awards: il premio italiano per il cinema horror | le nomination
GIOVEDÌ 8 SETTEMBRE – h. 18,00
Presentazione del cortometraggio “MALTEMPI”, per la regia di Carlo Fenizi, con Cosetta Turco e Maria Rosaria Vera. Sceneggiatura di M.Antonietta di Pietro, Carlo Fenizi, Raffele Notario. Prodotto da TEJO produzioni.
SINOSSI:
Rosarita è una homeless bizzarra che vive in una dimensione “ fuori dal mondo”, mentre Sofia è una futura mamma che vive “nel mondo”. Un nuovo e pericoloso stato d’emergenza mette in luce il divario tra immaginazione e realtà, menzogna e verità. Entrambe in un’era di “maltempi”, sul confine ideale tra la tempesta e il cielo sereno della libertà.
Saranno presenti in sala il regista Carlo Fenizi e l’attrice Cosetta Turco.
Festival di Venezia
Venezia 79 | ecco tutti i film tra Concorso e Fuori Concorso per l’edizione 2022

Abbiamo seguito in diretta l’annuncio di tutti i film dell’edizione 2022 del Festival di Venezia, la 79 esima edizione che si terrà dal 31 agosto al 10 settembre al Lido di Venezia. Quest’anno la Mostra celebra anche i 90 anni: quello di Venezia è infatti il festival cinematografico più antico del mondo, la prima edizione si tenne infatti tra il 6 e il 21 agosto 1932.
Il film d’apertura sarà White Noise di Noah Baumbach, e la giuria del concorso, presieduta da Julianne Moore, sarà composta da Mariano Cohn (Argentina, regista, sceneggiatore e produttore), Leonardo Di Costanzo (Italiano, regista e sceneggiatore), Audrey Diwan (Francia, regista), Leila Hatami (Iran, attrice), Kazuo Ishiguro (Giappone – Gran Bretagna, scrittore e sceneggiatore), Rodrigo Sorogoyen (Spagna, regista, sceneggiatore e produttore).
CONCORSO
- White Noise, di Noah Baumbach – film d’apertura
- Il signore delle formiche, di Gianni Amelio
- The Whale, di Darren Aronofsky
- L’immensità, di Emanuele Crialese
- Saint Omer, di Alice Diop
- Blonde, di Andrew Dominik
- Tár, di Todd Field
- Love Life, di Koji Fukada
- Bardo, falsa cronica de unas cuantas verdades (Bardo, false chronicle of a handful of truths), di Alejandro G. Inarritu
- Athena, di Romain Gavras
- Bones and All, di Luca Guadagnino
- The Eternal Daughter, di Joanna Hogg
- Shab, Dakheli, Divar (Beyond the Wall), di Vahid Jalilvand
- The Bandhees of Inisherin, di Martin McDonagh
- Argentina, 1985, di Santiago Mitre
- Chiara, di Susanna Nicchiarelli
- Monica, di Andrea Pallaoro
- Khers Nist (No Bears), di Jafar Panahi
- All the Beauty and the Bloodshed, di Laura Poitras
- Un Couple (A Couple), di Frederick Wiseman
- The Son, di Florian Zeller
- Les Miens (Our Ties), di Roschdy Zem
- Les Enfants des Autres (Other People’s Children), di Rebecca Zlotowski
FUORI CONCORSO
- The Hanging Sun, di Francesco Cozzini – Film di chiusura del Festival
- Kapag Wala Nang Mga Alon (When the Waves are Gone), di Lav Diaz
- Living, di Oliver Hermanus
- Dead for a Dollar, di Walter Hill
- Kone Taevast (Call of God), di Kim Ki-Duk
- Dreamin’ Wild, di Bill Pohlad
- Master Gardener, di Paul Schrader
- Siccità, di Paolo Virzì
- Pearl, di Ti West
- Don’t Worry Darling, Olivia Wilde
FUORI CONCORSO – NON FICTION
- Freedom on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom, di Evgeny Afineevsky
- The Matchmaker, di Benedetta Argentieri
- Gli ultimi giorni dell’umanità, di Enrico Ghezzi e Alessandro Gagliardo
- A Compassionate Spy, di Steve James
- Music for Black Pigeons, di Jorgen Leth e Andreas Koefoed
- The Kiev Trial, di Sergei Loznitsa
- In viaggio, di Gianfranco Rosi
- Bobi Wine Ghetto President, Christopher Sharp e Moses Bwayo
- Nuclear, di Oliver Stone
FUORI CONCORSO – SERIE TV
- Riget Exodus (The Kingdom Exodus) – episodi 1-5, di Lars von Trier (1 settembre)
- Copenhagen Cowboy – episodi 1-6, di Nicolas Winding Refn
ORIZZONTI
- Princess, di Roberto De Paolis – Film d’apertura
- Obet’ (Victim), di Michal Blaško
- En Los Margenes (On the Fringe), di Juan Diego Botto
- Trenque Lauquen, di Laura Citarella
- Vera, di Tizza Covi e Rainer Frimmel
- Innocence, di Guy Davidi
- Blanquita, di Fernando Guzzoni
- Pour la France (For My Country), di Rachid Hami
- Aru Otoko (A Man), di Kei Ishikawa
- Chleb I Sol (Bread and Salt), di Damian Kocur
- Luxembourg, Luxembourg, di Antonio Lukich
- Ti mangio il cuore, di Pippo Mezzapesa
- Spre Nord (To The North), di Mihai Mincan
- Autobiography, di Makbul Mubarak
- The Syndacaliste (The Sitting Duck), di Jean-Paul Salomé
- Jang-E Jahani Sevom (World War III), di Houman Seyedi
- Najsrekniot Čovek Na Svetot (The Happiest Man in the World), di Teona Strugar Mitevska
- A Noiva (The Bride), di Sergio Trefaut
ORIZZONTI EXTRA
- L’origine du mal (Origin of Evil), di Sebastien Marnier – Film d’apertura
- Hanging Gardens, di Ahmed Yassin Al Daradji
- Amanda, di Carolina Cavalli
- Zapatos Rojos (Red Shoes), di Carlo Eichelmann Kaiser
- Nezouh, di Soudade Kaadan
- Notte Fantasma, di Fulvio Risuleo
- Bi Roya (Without Her), di Arian Vazirdaftari
- Valeria Mithatenet (Valeria is Getting Married), di Michal Vinik
- Goliath, di Adilkhan Yerzhanov
Festival di Venezia
Venezia 78: Old Henry è un western vecchio stile su uno dei grandi miti

Scelto tra i titoli fuori concorso, nella Selezione Ufficiale della 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Old Henry è uno di quei western vecchio stile, che non smettono mai di affascinare e ispirare.
Old Henry | La trama
Henry (Tim Blake Nelson) è un agricoltore che apprezza la vita nella quiete del suo ranch e non disdegna la fatica necessaria a mandarlo avanti. Rimasto vedovo e aiutato dal cognato, ha un figlio adolescente, Wyatt (Gavin Lewis), che invece sogna l’avventura e l’azione.
Leggi anche: Venezia 78 | Old Henry, video intervista a Tim Blake Nelson, Scott Haze e il regista Ponciroli
Un giorno, la monotonia dei due viene interrotta dall’arrivo di un cavallo sellato ma senza padrone. Rinvenendo delle tracce di sangue, Henry decide di cercare l’uomo a cui appartiene l’animale. Curry (Scott Haze) è ferito e in fin di vita, ma il caso vuole che Henry e il figlio si prendano cura di lui.
Spinto da una sorta di umanità conquistata col tempo, e probabilmente anche dalla volontà di tenere la sacca di denaro di Curry per sè, il protagonista proteggerà il giovane, mettendo a rischio più di quanto vorrebbe. Ma nel momento in cui sarà costretto a impugnare di nuovo un’arma, la sua furia non avrà eguali.
Un western d’altri tempi che somiglia a una parabola
La pellicola, scritta e diretta da Potsy Ponciroli, possiede il respiro e l’epicità dei western di un tempo. L’atmosfera di Old Henry è sicuramente tra gli elementi più importanti, che coinvolgono il pubblico e lo immergono all’interno della storia. Come in una vera e propria parabola, il protagonista compie un percorso, arrivando a interpretare un ruolo legato al suo passato ma bandito dal suo presente.

Le azioni che lo hanno condotto a imboccare una strada fatta di tranquillità, lontano dal caos e dalla violenza delle città di frontiera, sono rimaste in attesa. Basta una singola scintilla a riportare in luce quell’animosità, quell’istinto infallibile e implacabile. Ovviamente, trattandosi di un padre, non puà che riguardare la salvezza del figlio.
Old Henry | Tra miti e scontri generazionali
Dal rapporto tra quest’ultimo e il genitore viene fuori tutta una serie di suggestioni, che in qualche modo mettono in luce le differenze generazionali, oltre che i caratteri e le personalità inevitabilmente condizionate dal contesto. I due uomini sono simili sotto molteplici punti di vista, eppure l’esperienza vissuta li conduce spesso su un terreno di competizione.
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Se reali (e realistiche) sono le emozioni chiamate in causa via via che la narrazione prosegue, altrettanto lo sono le gesta e le reazioni dei personaggi, verso un crescendo forse inaspettato ma decisamente eccezionale. Old Henry gioca (e rischia) con i topoi del western – alcuni dei quali tanto delicati quanto cruciali – riuscendo a riproporre il genere al suo massimo splendore.
Parte del merito si deve alle incredibili performance attoriali, e ai contributi tecnici ineccepibili: la fotografia a cura di John Matysiak, le musiche di Jordan Lehning, la scelta delle location e la resa scenografica delle suddette.
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