Venezia 77 | Miss Marx, il period drama punk di Susanna Nicchiarelli

Susanna Nicchiarelli, dopo il successo del bellissimo biopic Nico, 1988, torna alla Mostra del Cinema di Venezia con Miss Marx, period drama “punk” che racconta la storia della figlia minore del filosofo Karl Marx, Eleanor.

Miss Marx | un period drama “punk”

Nata a Londra nel 1855, Eleanor Marx è considerata una delle prime donne ad aver unito le rivendicazioni femministe a quelle socialiste. La figlia del celebre filosofo contribuì alla nascita dei sindacati, opponendosi al lavoro minorile e aiutando i lavoratori ad ottenere le garanzie minime dai loro padroni. Oratrice persuasiva e attivista battagliera, la giovane Marx dedicò gran parte della sua attività di pensatrice alla scrittura di libri e di articoli di giornale, che con uno stratagemma “bergmaniano” la regista fa recitare in camera dalla bravissima attrice Romola Garai. Oltre a tutto ciò, la donna ebbe una vita personale particolarmente complessa, anche a causa della relazione sentimentale travagliata con Edward Aveling, divulgatore scientifico e a sua volta attivista socialista.

“Sputare su Marx”

È diventato celebre un testo dell’attivista Carla Lonzi dal titolo “Sputiamo su Hegel” (e, di conseguenza, su Marx). Seppur considerato rivoluzionario, secondo la visione della Lozni, anche il marxismo, visto negli anni della sua attività come l’unica alternativa possibile per costruire una società più equa, aveva ignorato la donna come oppressa e nello stesso tempo aveva ignorato le sue possibilità rivoluzionarie. Per questo motivo, anche il marxismo veniva considerato un prodotto del sistema patriarcale, criticando la mancata presa di posizione nei confronti dell’oppressione maschile sulle donne.

Se per Marx ed Engels la liberazione della donna veniva da sé con la liberazione dalla proprietà privata, la scrittrice osservava, invece, come la socializzazione dei mezzi di produzione non potesse comprendere automaticamente una trasformazione radicale dell’istituto familiare tradizionale, ma che, al contrario, potesse addirittura rafforzarlo. La Lonzi, altresì, rifiutando la “comunanza delle donne” teorizzata da Marx, metteva in luce il carattere sostanzialmente maschilista della sua filosofia. È questo che il film della Nicchiarelli tenta di suggerire nelle scene decisamente più riuscite di Miss Marx, quelle in cui i padri (Marx ed Engels) vengono messi difronte alle proprie mancanze e alla propria indifferenza rispetto alla condizione delle donne che vivono in casa loro.

Destabilizzare la narrazione

Un po’ come accadeva nel Martin Eden di Pietro Marcello, un altro film che cercava di destabilizzare la sua narrazione convenzionale attraverso inserti provenienti da altri luoghi cinematografici (materiali di repertorio, riprese effettuate con pellicole diverse), così anche Susanna Nicchiarelli cerca in ogni modo di rendere evidente la ribellione della propria protagonista agendo sulla rigidità imposta dal period drama in costume. Ma a differenza di Marcello, che sabotava dall’interno la sua stessa narrazione, rendendo evidente una tensione mai davvero risolta nel passaggio dal documentario al cinema di finzione, i tentativi di Susanna Nicchiarelli di esplicitare l’animo inquieto della sua protagonista risultano in fin dei conti forzati ed inefficaci. L’uso della colonna sonora moderna/punk come in Marie Antoinette di Sofia Coppola non basta a creare un contrasto efficace con le immagini e la necessità di cedere a sequenze totalmente fuori contesto per rendere chiaro il senso di oppressione della protagonista pare il segno di una sconfitta, più che un urlo in grado di squarciare la narrazione. 

Venezia 77 | Miss Marx, il period drama punk di Susanna Nicchiarelli
3.1 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora