Tante Hilda, Zia Hilda
, è il nuovo lungometraggio d’animazione di Jacques Remy Girerd, l’autore dell’amatissimo La profezia delle ranocchie. Il film, in concorso al Future Film Festival, dopo un passaggio anche alla Berlinale, ha ricevuto ieri durante la cerimonia di premiazione una meritata menzione speciale. Tematiche forti e attuali, la salvaguardia della natura, la battaglia contro gli OGM, vengono narrate dal regista in una chiave ironica ed evocativa, con uno stile prettamente francese, sia nella grafica che nella sceneggiatura.
Hilda, un’incantevole sognatrice, botanica, perennemente spettinata, è un’ecologista lontana da qualsiasi compromesso: sempre in sella alla sua bicicletta, vive con gli anziani genitori in una dimora-serra arroccata sulla cima di un monte. L’infinita varietà di piante che coltiva è protetta da una cupola che unisce un tocco vintage a sofisticate tecnologie di protezione, nell’ansia di salvaguardare le sue creature da contaminazioni di vegetali geneticamente modificati. Proprio questa cupola sarà fondamentale per salvare il patrimonio botanico terrestre, quando Attilem, una pianta OGM creata da Michael, un ingenuo scienziato russo innamorato di Hilda, sarà commercializzata dall’azienda Dolò e invaderà il pianeta: la creazione che doveva portare energia al mondo, vincendo fame e fabbisogni energetici, si rivelerà qualcosa di molto diverso, e molto pericoloso. Il pentimento di Michael ed il suo nuovo impegno, unito alla passione dell’indomita Hilda, basteranno ad arginare la pianta assassina?
Una carrellata di personaggi surreali e irresistibili anima l’avventura: Dolores, la grassa e perfida proprietaria dell’azienda chimica Dolò, con una coppia di microcani ringhiosi e i suoi due scagnozzi in tutina rossa fantascientifica, l’inetto Presidente della Repubblica, e infine i buffi genitori di Hilda, due anziani ex botanici che vivono in una dimensione tutta loro. Sullo sfondo biciclette e dirigibili, giardini retrò e laboratori chimici, e una folle stazione sotterranea dove Dolores vive rinchiusa nei suoi piccoli lussi, atterrita dall’idea del contatto con i pollini, manovrando le forze politiche con il potere del suo denaro.
Nella lotta di Hilda e Michael contro la potente Dolores si inseriscono tematiche ecologistiche di assoluta attualità, dalla ricerca OGM ai boicottaggi, alle condanne degli attivisti, in un circuito dominato dalle perverse logiche macroeconomiche che governano la produzione agricola mondiale. Il tutto, però, veicolato dalla visione fantastica di Jacques Remy Girerd, che arricchisce la sceneggiatura di dettagli surreali, in un crescendo che porta inaspettate sorprese finali. Comunque vadano le cose, la natura avrà la forza di difendersi e sopravvivere ai desideri ed ai limiti imposti dagli esseri umani, cattivi e buoni che siano. L’animazione, di stampo tradizionale, si appoggia a personaggi caratterizzati con freschezza di tratto e disegno, in atmosfere acquerellate che rendono, con poche pennellate, tutta la struggente bellezza della campagna francese. I fiori, tanto amati da Hilda, si animano, sussurrano, comunicano la loro forza delicata ma invincibile, in una palette cromatica che conquista senza imporsi con violenza.
Una immersione in un mondo poetico ed evocativo, che sa trasmettere la forza e la bellezza della natura con maggior efficacia delle versioni iperrealistiche e 3D, cui la maggior parte del pubblico è abituata. Un film da vedere e far vedere ai più piccoli, non soltanto per far loro comprendere la meraviglia del mondo naturale, di cui saranno i futuri custodi, ma anche per far loro conoscere modalità espressive e grafiche diverse da quelle che quotidianamente li sollecitano.