Presentato in concorso nella sezione Alice nella Città, alla sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, North Sea Texas (Nordzee Texas, il titolo originale) è tratto dal libro “Nooit Gaat Over” di Andrè Sollie ed arriva dal Belgio. Il film, atteso primo lungometraggio di Bavo Defurne, riprende le tematiche già trattate in precedenza dal regista belga nei suoi cortometraggi. Dopo i numerosi successi ottenuti ai vari festival internazionali i suoi cortometraggi sono stati raccolti in un DVD, che ha fortunatamente trovato distribuzione anche in Italia. In questo primo lungo, viene proprio ripresa la tematica dell’amore gay, a lui tanto cara, affrontata questa volta dal punto di vista di una coppia di adolescenti.

Pim (Jelle Florizoone) vive insieme alla madre, ex reginetta di bellezza, ora non proprio in gran forma fisica, in un piccolo paese della costa belga. È un bambino introverso, passa il suo tempo a disegnare ed a sognare, collezionando oggetti di altre persone, legati ad emozioni e momenti che hanno segnato la sua esistenza, che conserva con meticolosa cura in una scatola da scarpe. Feticci tenuti scrupolosamente al sicuro che in realtà rappresentano i suoi desideri più reconditi. Poco presente nella vita di casa (la madre è solita avere orari imprevedibili) frequenta con assiduità l’abitazione dei vicini, amici d’infanzia, ed è costantemente attratto dalla vita di Gino (Mathias Vergels), più grande di lui di tre anni. Eroe in sella alla sua motocicletta, diviene in breve tempo il soggetto indiscusso dei suoi disegni e principalmente delle sue fantasie, accompagnando Pim verso una nuova consapevolezza sessuale. Sarà proprio il suo vicino, la sua prima “cotta”, il primo grande amore del protagonista, destinato a divenire travagliato ma indissolubile.

Pur realizzando un film che affronta in maniera totalmente realistica il sentimento e l’evoluzione dei rapporti umani tra i personaggi, il regista coinvolge il pubblico con la bellezza delle immagini, che contornano l’autenticità dei fatti narrati con accuratezza e genuinità, aiutato anche da una fotografia (di Anton Mertens) a tratti calda a tratti fredda, modulata con intelligenza in dipendenza delle scene raccontate. Ponendo proprio l’attenzione sul difficile equilibrio di un primo amore travagliato come quello del protagonista, il regista, così come l’autore del libro, totalmente d’accordo con l’adattamento cinematografico, si concentra su quei brevi istanti in cui l’amicizia tra Pim e Gino  si trasforma inevitabilmente in qualcosa di più profondo. L’estetica piena di colore e la musica romantica portano il film verso un finale non scontato per la tematica affrontata. Troppo spesso in film a tema gay, l’amore rappresentato sfocia in delusioni e rapporti travagliati, un mondo diverso da quello di “Brokeback Mountain” è possibile e non inusuale e probabilmente il regista ha voluto mettere in scena proprio questo.

Per poter cogliere appieno l’innocenza dei suoi personaggi, Defurne ha ritenuto importante scegliere attori giovani, che avessero la stessa età dei protagonisti del libro. Il lungometraggio chiude con una dedica a “tutti i ragazzi a cui i genitori hanno impedito di partecipare al film”, a quanto pare infatti per quanto si sia nel 2011 ed i tempi siano cambiati dall’anno in cui sono ambientati i fatti narrati, alcuni tabù ancora non sono caduti, neanche in uno stato come il Belgio. Accompagnato nel nostro paese da una distribuzione a carattere fortemente indipendente (Atlantide Enterteinment e Queer Frame), l’uscita in Italia è prevista per Maggio 2012 e vedremo se il film potrà essere sostenuto da un buon giudizio della Giuria al Festival di Roma.