Il prossimo mese uscirà Le Belve, l’ultimo film del pluripremiato regista Oliver Stone.Dal 25 Ottobre la Universal Pictures ne distribuirà ben 350 copie in tutta Italia. Stamane il regista, accompagnato da John Travolta e Salma Hayek, ha incontrato la stampa.

Una domanda per Travolta e Hayek: che cosa vi ha attirato della sceneggiatura de Le Belve?

 John Travolta: Mi è sembrato che la sceneggiatura fosse molto attuale, che potesse descrivere situazioni che si verificano realmente in Messico, ma anche in altre zone. Inoltre tutte le cose che amo vedere in un film sono raccolte in questa pellicola . Volevo far parte di questo film e Oliver mi ha offerto un ruolo molto interessante.

Salma Hayek: Ero così entusiasta di lavorare con Stone che avrei fatto anche un albero! Poi ho letto la sceneggiatura ed ho capito che il mio personaggio sarebbe stato molto interessante e poi lavorare con Oliver è semplicemente fantastico.

Mr. Stone c’è differenza tra lavorare su materiale preesistente e creare qualcosa dal nulla?

Oliver Stone: Mi è molto piaciuto lavorare partendo da un libro. L’autore e il produttore non erano molto d’accordo con i notevoli cambiamenti che ho apportato, ma, nonostante le divergenze di vedute, mi hanno sostenuto. Ho tagliato molto: delle 350 scene presenti nel libro ne ho lasciate solo 20; il finale è cambiato ed è diventato doppio. Il personaggio di John è stato modificato parecchio, perché alla fine del libro si suicida. Io invece l’ho fatto diventare il vero burattinaio di tutta la vicenda, ma questo emerge solo alla fine.

Voi pensate che il popolo americano abbia un futuro?

Oliver Stone:  Gli americani fanno la guerra contro i cartelli della droga senza successo da quarant’ anni, ma secondo me non c’è un futuro nella guerra. Il personaggio interpretato da Salma è un esempio di soggetto coinvolto nella guerra: è una vedova cattolica, a cui la guerra tra narcotrafficanti ha portato via il marito. Lei non è cattiva da sempre e perde la sua forza cercando di proteggere la figlia viziata. Lado (Benicio Del Toro) e Azul (Joaquìn Cosio) subodorano la sua debolezza e se ne approfittano.

Chi sono oggi le Belve secondo lei Stone? C’è qualcosa della nostra cinematografia che l’ha influenzata?

Oliver Stone: Il titolo l’ha scelto Don Winslow, quindi io non saprei con precisione a chi si riferisse metaforicamente, ma so che tutti i personaggi di questa storia diventano delle belve in un certo modo, addirittura lo diventano anche O. (Blake Lively) e Ben (Aaron Taylor- Johnson), giovane spirituale. Tutto contraddice quello in cui credevano questi ragazzi e finisce per corromperli. Si tratta di una storia di sopravvivenza, in cui tutti fanno un gioco che coinvolge la morale.

John  Travolta: Stone ha notato che il cinema è diventato più scuro negli ultimi anni, allora probabilmente ha creato delle immagini più chiare e vivaci, che riprendessero un po’ la luminosità presente nei film  di Sergio Leone. È bello tornare a vedere i volti degli attori. Per quello che riguarda la guerra, io penso che sia sempre stata alimentata dal denaro e dalla droga, ma la cosa preoccupante è che quando c’è crisi sembra che la guerra sia la soluzione, ma non è così.

Salma Hayek: Tutti noi viviamo tempi bui e dobbiamo cambiare! Se non iniziamo ad agire nell”interesse della comunità, noi stessi finiremo per trasformarci in selvaggi. Dobbiamo cambiare questo atteggiamento individualista che ci spinge a ricercare ossessivamente solo la nostra sopravvivenza.

Mr. Travolta ci sono nella sua carriera uno o più ruoli che le mancano e vorrebbe riproporre?

John Travolta: C’è una frase di Tennesse Williams che dice: “Io dipendo dalla gentilezza degli sconosciuti“. La stessa cosa vale per me, nel senso che dipendo dalla gentilezza degli scrittori. Io amo essere la musa di qualcuno, ma non sarei capace di scrivere quello che hanno scritto per me. Anche in questo caso ho iniziato a leggere il copione pieno di curiosità ed ho trovato interessante portare in vita un personaggio doppiogiochista come Dennis.

Mr. Travolta scrittori e produttori le hanno mai proposto di interpretare di nuovo Tony Manero?

John Travolta: Non amo molto i sequel, preferisco le nuove creazioni. Comunque non so come sarebbe oggi, forse avrebbe la mia età, ma lo lascio nell’immaginario del suo creatore. So che era un personaggio che amava ballare, che parlava chiaro e riconosceva le frottole. Ho amato molto lavorare con Oliver. Lui riesce a porti delle sfide importanti. Lavora molto con gli attori, si aspetta che si facciano dei compiti a casa, si aspetta che tu te la studi. Si aspetta il massimo dai suoi attori.

Mrs.Hayek, secondo lei come è possibile fermare il narcotraffico?

Salma Hayek: Sul narcotraffico so quello che sapete voi, ma credo che sia giunto il momento di decidere di cambiare. La mia speranza è che nel vedere questo film, molti spettatori capiscano che assumere droga significa assumersi una pesante responsabilità, perché molte persone muoiono per creare quella dose. Chi acquista droga partecipa a quel versamento di sangue terribile che avviene regolarmente in Messico da quindici anni. La violenza che abbiamo rappresentato è molto vicina a quella della realtà.

Mrs.Hayek, sappiamo che le donne come Elena esistono davvero. Come immagina che vivano realmente?

 Salma Hayek: È vero ci sono donne che hanno assunto un ruolo preponderante nei cartelli della droga. Il regista ci ha dato la possibilità di poter parlare con tante persone a livello diverso. Essendo messicana ho conosciuto persone di tutti i tipi. Con l’occasione di questo film ho avuto accesso ad una donna che era a capo di un cartello e mi sono resa conto che le donne sono molto determinate, non sono prese dall’aspetto del macho, non scatenano guerre perché sanno che ciò potrebbe influenzare negativamente gli affari. Sono molto più sveglie di quello che si possa pensare.

Mr. Stone qualcosa del cinema italiano l’ha ispirata per caso?

Oliver Stone: Non mi viene in mente nessuna ispirazione proveniente dal vostro cinema. Ho visto Gomorra qualche anno fa, ma il mio è un film specifico che si rifà ad un libro di Winslow.

Mr. Stone che cosa lha attratta del romanzo di Winslow?

Oliver Stone: Nell’ambito del poliziesco/crime/thriller non ho mai letto un libro così originale. È una storia imprevedibile: il primo atto è la descrizione della vita da spiaggia, infatti anche nel film abbiamo fatto vedere i bei fisici,i  bei volti; nel secondo atto entriamo in un noir messicano con la tortura, i cappelli, le prigioni; infine il terzo atto è come un western moderno: automobili al posto dei cavalli, bei paesaggi e utilizzo di armi da guerra arrivate dall’Iraq e dall’Afghanistan.

Un suo giudizio sulle presidenziali in Usa, come vede Obama Mr. Stone?

Oliver Stone: Sto completando un documentario dal titolo La storia mai raccontata degli USA, che uscirà il 12 Novembre negli Stati Uniti. È un progetto che va avanti da quattro anni, in cui c’è un mix tra i miei lavori precedenti e filmati storici. Per rispondere alla sua domanda sul Presidente le dico che, se verrà eletto Romney torneremo agli anni di Bush, se sarà rieletto Obama avremo qualche speranza.

Che cosa intende Mr. Stone per Savages?

Oliver Stone: Il cartello messicano non pone limiti al proprio potere, quindi se la Mafia italiana non tocca donne e bambini, la malavita messicana non si ferma davanti a nulla. Questo intendo.

Salma, ci dice qualcosa in più sul suo personaggio?

Salma Hayek: Il mio è un personaggio molto cattivo. Se me lo chiedi, sì mi è piaciuto interpretarlo. Io amo interpretare ruoli ben scritti, mi piace lavorare con grandi colleghi e registi straordinari. Nel caso di Elena ho cercato di mostrare il suo approccio con persone diverse: con la figlia, con il personale di servizi, con i nemici. Mi è piaciuto molto mostrare le varie nuance del personaggio, ma la cosa fondamentale su cui mi sono concentrata è la sua solitudine. Anche il rapporto con O. è un rapporto madre-figlia, in cui Elena traspone questo suo enorme bisogno di affetto.

Mr. Stone qual è il segreto del suo lavoro? È la curiosità a guidarla verso progetti ambiziosi?

Oliver Stone: Non ho mai fatto Hairspray, in cui John è straordinario! Aggiungo che adoro Salma, che ho amato in Frida, di cui lei è stata anche produttrice, soffrendo molto. Sul mio lavoro direi che mio padre mi diede una grossa spinta, quando mi disse che affermare la verità crea sempre un sacco di problemi. Aveva ragione, ma a me piace dire la verità. Sono stato istruito nel solito modo conformista, poi negli anni ho capito molto e ho cercato di condividere con il pubblico quello che ho scoperto. Credo che il mio ultimo documentario di dieci ore sia il culmine della mia carriera.

Mr. Stone l’ultima scena è un omaggio al western, ha mai pensato di girarne uno?

Oliver Stone: Si mi piacciono moltissimo perché hanno sempre a che fare con scelte morali. Non c’è un western che forse finisce così, probabilmente in Sergio Leone ci sono finali così tragici, però credo che Le Belve sia molto originale. Non vedo molti punti in comune.

Mr. Stone a proposito del lavoro fatto con Del Toro, come è andata?

Oliver Stone: Ci siamo molto divertiti con lui!  È un attore fra gli attori. Salma e John conoscono la sua ossessione per il dettaglio e il fatto che improvvisa in maniera brillante. John mi ha detto che lo ha fatto lavorare con il solo sguardo. Quando succedono queste cose vuol dire che sul set si sta lavorando bene.

John Travolta: Sì è vero, mi guardava come un falco e dovevo convincerlo a lasciarmi vivere veramente.