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Bird, la recensione: Andrea Arnold è la regina del cinema indipendente

Dopo aver tanto emozionato il pubblico della Croisette e della Festa del Cinema di Roma – dove ha vinto il premio maggiore della sezione Alice nella città – Bird sbarca nelle sale italiane giovedì 8 maggio, grazie a Lucky Red.

4.3 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Scritto e diretto da Andrea ArnoldBird è una perla del cinema indipendente. A volte capita di trovarsi dinanzi a qualcosa di più di una semplice pellicola cinematografica. In quei momenti, la Settima Arte assume nuovi significati e valori. Con il nuovo apprezzatissimo titolo, la cineasta britannica dimostra ancora la sua sensibilità e il desiderio di raccontare storie intime, che toccano corde profonde dell’anima.

Bird vanta una serie di prove eccezionali – da Barry Keoghan a Franz Rogowski (giusto per citare i più noti) – ma a farne la forza è l’incredibile armonia tra gli elementi. La storia della giovane protagonista solleva temi universali quali la libertà, l’adolescenza, la famiglia, il destino. Attraverso il suo sguardo, lo spettatore è chiamato a sentire sulla sua pelle ciò che lei prova, dal sentimento di solitudine e frustrazione alla segreta spinta verso un futuro migliore.

Bird: la trama del nuovo film di Andrea Arnold

Bailey (la sorprendente Nykiya Adams) ha 12 anni, una fervida immaginazione e un bisogno atavico di affetto. Vive con il padre Bug (Keoghan), che di anni ne ha meno di 30 e che sta per sposare una nuova donna, Kaleigh (Frankie Box).

L’esistenza della ragazzina non è delle più facili, considerando le difficoltà finanziarie e la precarietà che la circonda. Per fortuna, condivide la sorte con il fratellastro Hunter (Jason Buda), con cui ha un bel rapporto di confidenza, fiducia e amicizia.

bird
Barry Keoghan in Bird (Foto: Lucky Red) – Newscinema.it

Un giorno, stanca di dover sempre sottostare alle regole del padre, Bailey fa visita alla madre e ai suoi altri fratellastri. Rendendosi conto delle disastrose condizioni in cui vivono, si sente sconfitta e arrabbiata e medita un piano per risolvere la situazione. Quando sulla sua strada icontra Bird (Rogowski), un personaggio al tempo stesso curioso e ambiguo, qualcosa dentro (e fuori) di lei cambia per sempre.

La doppia faccia del realismo, tra dolore e magia

Bird

ha tutte le caratteristiche del più bel cinema indipendente, arricchito da striature di realismo magico che lo distinguono e lo elevano alla media già alta. La Arnold aveva abituato il suo pubblico a opere pregnanti dal punto di vista emotivo, dove la figura femminile – si vedano, a tal proposito, i precedenti American HoneyFish Tank – ha un ruolo privilegiato all’interno della narrazione, oltre al compito di guida e di cartina tornasole.

L’età dell’adolescenza permette di affrontare una serie di questioni riguardanti l’esistenza di tutti noi, sebbene il contesto nel quale viene ambientato il racconto (di formazione) sia determinante e preciso. La storia dell’incontro tra Bailey e Bird è la storia di una crescita, di un cambiamento, necessari e difficili. La Natura fa da sfondo ma non è solo testimone, quanto piuttosto partecipe di una vera e propria magia. Una magia alla quale è impossibile rimanere indifferente e che lascia un segno profondo dentro l’anima di chi sceglie di accoglierla.

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