Il gladiatore | I 20 anni del classico di Ridley Scott

Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità!” proclamava Massimo Decimo Meridio ai suoi soldati prima del fragore della battaglia, nella quale in molti non sarebbero sopravvissuti. E chissà che lo stesso Ridley Scott durante le riprese de Il gladiatore non abbia pronunciato la stessa frase al cast e ai suoi collaboratori per spronarli ulteriormente.

Certo è che il film, vincitore di cinque premi Oscar incluso il più importante, è entrato effettivamente nell’eternità cinematografica così come nel cuore del grande pubblico, come testimoniano i molteplici passaggi televisivi e le frasi che vengono spesso riutilizzate non solo nel linguaggio comune ma anche in meme o gif più o meno ironiche diffuse sul web. Il film usciva esattamente il 5 maggio di vent’anni fa negli Stati Uniti e sarebbe sbarcato nei nostri cinema due settimane dopo, ottenendo uno strepitoso successo ai botteghini in ogni angolo del globo: in occasione della ricorrenza, andiamo a ricordare un titolo in grado di fare la storia della Settima Arte.

Il gladiatore | Un’epica alla portata di tutti

russell crowe
Russell Crowe

L’intuizione di Ridley Scott è stata vincente nel suo tentativo, riuscito appieno, di aggiornare le formule del peplum classico – da Ben Hur (1959) a Spartacus (1960) – agli stilemi del moderno cinema a sfondo storico, in un’ottica che solo cinque anni prima aveva portato grande fortuna ad un altra opera memorabile come Braveheart – Cuore impavido (1995). E proprio come nel cult diretto e interpretato da Mel Gibson anche qui la dinamica narrativa scatenante è la ricerca della vendetta da parte del protagonista che, dopo essere stato tradito e aver scoperto la brutale uccisione dei suoi cari, si getta anima e corpo nell’improba missione di farla pagare nientemeno che al nuovo imperatore Commodo.

Per lo spettatore è facile identificarsi in un personaggio tormentato, la cui rettitudine è stata l’involontaria causa di tutti i suoi mali, e nella sua disperata missione che lo vede più volte affrontare immani pericoli e rischiare la vita fino a quell’epilogo al contempo tragico e catartico. Una conclusione inizialmente non prevista ma resa obbligata dal percorso compiuto da Massimo, che ha contribuito ad aumentare la leggenda e la forza evocativa della pellicola e ad innalzare l’impatto emotivo a livelli di assoluta estasi drammatica.

Leggi anche: Lady Gaga nel film di Ridley Scott sull’omicidio Gucci

Il gladiatore | Un perfetto equilibrio

joaquin phoenix e russell crowe
Joaquin Phoenix e Russell Crowe

Con un sequel annunciato da tempo, e che vedrà al centro della vicenda – ambientata venticinque anni dopo l’originale – la versione adulta di Lucius, figlio di Lucilla e nipote di Commodo, la fama che circonda il prototipo è destinata a vivere di nuova gloria, seppur sarà assai difficile ripeterne i fasti.

Il gladiatore viveva infatti su un’incredibile armonia tra epica e spettacolo, una crasi sempre più rara nei blockbuster odierni, e poteva contare sulle magistrali interpretazioni di un cast di assoluta grandezza. Se Russell Crowe, vincitore di un sacrosanto Oscar, ha visto le porte di Hollywood spalancarsi definitivamente ai suoi piedi, non da meno è stata la performance di Joaquin Phoenix nei panni del subdolo villain, altrettanto incisiva: un rapporto dicotomico tale da rendere un efficace antagonismo tra Bene e Male, ennesimo elemento di ulteriore immediatezza.

Ma i meriti del film sono molteplici, dalla sontuosa ed avvolgente colonna sonora di Hans Zimmer agli ottimi effetti speciali che – pur non senza suscitare polemiche e controversie – hanno ricostruito una Roma degna di nota dal punto di vista visivo. La calcolata predisposizione enfatica, mai retorica o fuori posto, dei dialoghi e le numerose scene madri a sfondo action che hanno luogo sia in ambientazioni esterne (nella parte iniziale) che nell’arena del Colosseo, rendono ogni volta la visione un appassionante viaggio da vivere e rivivere con il cuore in gola, per due ore e mezza (quasi tre nell’edizione estesa) che ancor oggi non hanno perso un briciolo di quella primigenia forza, caratterizzante solo le opere indimenticabili.