Perfettamente inserite nel tema di questa VII edizione di roBOt Festival – #lostmemories – le opere selezionate dalla curatrice Elisa Trento confermano l’approccio ambizioso della sezione Screenings di quest’anno: trame che disegnano e rielaborano la narrazione collettiva, dove singoli processi mentali di riadattamento ed immaginazione, creano mutevoli e preziose interferenze. Sono titoli che recuperano il senso ampio della storia, sia in riferimento ai contesti sociali, sia rispetto ai contributi artistici, che richiamano memorie importanti e rielaborazioni curiose di stili ed immagini passate e contemporanee.
“Non è mai semplice, trovare di anno in anno dei titoli adatti ad accompagnare un festival come roBOt” – dichiara la curatrice Elisa Trento e prosegue: “La sfida è sempre la stessa: riuscire ad incuriosire, istruire e al contempo stupire il pubblico di un festival di musica elettronica ed arti digitali, aprendo delle ‘porte’ di visione ed ascolto nuove per tutti coloro che non sono abituali frequentatori della sala cinematografica. La sfida in fondo è far comprendere che tutto ciò che si vive in questi contesti, dal semplice ascolto alle sensazioni collettive del ‘dance floor’, è frutto di un processo intrinseco alla storia dei suoni, delle immagini, dell’evoluzione degli strumenti e della tecnologia, assieme all’arte dei pionieri.” 11 proiezioni attraversate dal fil rouge “storia e società”, dove a fare la differenza sono i contesti geografici e sociali che influenzano modalità musicali, culturali e creative: dalla Russia al Canada, da Tokyo a New York, passando per la Thailandia. Per ogni lavoro, seppure in maniera diversa, a colpire è il legame con la storia, la rielaborazione cosciente di una e più memorie collettive. Con Elektro Moska, i registi Dominik Spritzendorfer ed Elena Tikhonova conducono lo spettatore nella scena elettronica russa, dagli esordi sovietici a oggi. Un documentario sull’età dell’elettronica sovietica e la sua eredità. La storia dei sintetizzatori sovietici come un’allegoria della vita quotidiana sotto il regime sovietico, una fiaba elettronica sullo spirito d’inventiva della mente libera all’interno della Cortina di Ferro…e oltre.
Infine i 5 corti del Collettivo Videographe, tutti in anteprima italiana tranne uno, rappresentano una selezione di lavori visionari, perfetti nel descrivere e raccontare, in pochi tocchi, alcuni dei problemi sociali fondamentali creati dall’ecosistema comunicativo contemporaneo. Cinque opere brevi promosse attraverso la piattaforma Vitheque (“Soft Giraffe”, “Aspects Of Fake Life”, ‘‘Texile de Cordes’’ “Combustion”, “Sing Pedestrian Sing”) presentate dal collettivo canadese Vidéographe in collaborazione con l’associazione culturale bolognese KINODROMO.