Festival
Roma Tre Film Festival dal 6 al 9 Giugno al Palladium
Dal 6 al 9 Giugno anche quest’anno avrà luogo il Roma Tre Film Festival presso il Teatro Palladium di Roma, quartiere Garbatella. Ideato da Vito Zagarrio, e diretto da quest’ultimo Marco Maria Gazzano, questo festival presenterà molti lavori diversi, che abbracciano non solo il cinema, ma anche la musica, la video arte e altri spettacoli. Di seguito riportiamo il comunicato stampa ufficiale con tutti i dettagli per partecipare all’evento.
“Sarà il regista Carlo Lizzani ad inaugurare, mercoledì 6 giugno presso il Teatro Palladium a Roma, la settima edizione del “Roma Tre Film Festival”, un vero e proprio Festival con proiezioni, concerti, incontri e convegni promosso dall’Università Roma Tre che proseguirà fino a domenica 10 giugno. Ideato dal Prof. Vito Zagarrio e curato insieme al Prof. Marco Maria Gazzano, il Roma Tre Film Festival, è ormai uno degli appuntamenti più importanti e rappresentativi in Italia per la riflessione a 360° sui linguaggi artistici (musica, cinema, teatro, videoarte in primis) e sulle loro ricadute professionali e di mercato. Dichiarano i curatori: ?E? un appuntamento aperto alla città, di spettacolo e cinema intesi in senso ampio e dunque anche di ricerca scientifica. Abbiamo sviluppato un programma che permette ai visitatori di assistere ad incontri, proiezioni, performances gratuitamente per l?intera giornata dalle 9 alle 24.?
OSPITI. Si alterneranno nei vari incontri numerosi critici, docenti, istituzioni, registi e professionisti, tra i quali: Fabiana Santini (Assessore alla Cultura Regione Lazio), Roberto Grossi (Presidente Federculture), rappresentanti delle Film Commission italiane, distributori indipendenti, l?associazione 100 autori; i produttori Gianluca Curti, Angelo Curti, Dario Formisano, Gregorio Paonessa e i registi Guido Lombardi, Pietro Marcello, Gaetano di Vaio, Fabrizio Ferraro, Carlo Luglio, Marcello Sannino.
OMAGGI. Mercoledì 6 giugno alle ore 15.00 sarà proiettato Il mio Novecento di Carlo Lizzani, alla presenza dell’autore. Giovedì 7 giugno alle ore 19.00, sarà proposto Il segreto del mondo, uno spettacolo di teatro-danza, in omaggio a Tonino Guerra: ideato da Anna Redi con Annalisa Arbolino. Lo stesso 7 giugno, alle ore 21.00, sarà proiettato Variazioni su Roman Vlad, documentario di Andrea Cataudella e Michele Picchi, dedicato alla grande figura eclettica di compositore e pianista rumeno che sarà presente in sala. Chiuderà la manifestazione, domenica 10 giugno alle 21, la proiezione del recente Orso d’oro al Festival di Berlino e David di Donatello, Cesare deve morire dei Fratelli Taviani: saranno presenti Grazia Volpi, Roberto Perpignani, gli attori e il direttore del carcere di Rebibbia. È stato invitato anche il Ministro Severino. Ai Taviani viene dedicato anche il documentario co-diretto da Giovanna Taviani e Vito Zagarrio, proiettato alle 18 di domenica 10.
CINEMA. Oltre ai vari omaggi, sarà proiettato in anteprima romana Profughi a Cinecittà documentario di Marco Bertozzi in cui viene testimoniato l?uso dei celebri studi come campo di rifugiati alla fine della seconda guerra mondiale. Saranno presenti alcuni dei protagonisti. Nel festival saranno proiettati documentari prodotti dal Centro di Produzione del Dipartimento Comunicazione e Spettacolo di Roma Tre, tra cui La vita degli altri di Gabriele Galli, sulla vita di un ex campione olimpionico in stato vegetativo. Dal Canada giunge Philippe Leonard, in rappresentanza del Collettivo cinematografico ?Double Negative?, per presentare film e video d?autore dal 2000 a oggi. Si tratta di film sperimentali realizzati e prodotti dal collettivo fondato nel 2004 a Montreal da un gruppo di artisti eterogenei che lavora sulle possibilità del dispositivo cinematografico espanso oltre i propri limiti di macchina.
TEATRO. Numerose sono le sinergie, nel Festival, tra cinema e teatro, inclusa la danza: con gli spettacoli del regista teatrale ed artista visivo Fabrizio Crisafulli (Teatro come Luogo. Università come Teatro), e quello di Carlo Quartucci e Carla Tatò, entrambi sviluppatisi nei laboratori del Dams di Roma Tre. Sue?a Quijano work in progress. In corpo scenico video elettronico, a cura di Carlo Quartucci e Carla Tatò, si articola in un Work in progress di prove, laboratori, lezioni, seminari, scene di conversazione, performance, atelier, workshop con video, cinema e proiezioni di cartografie, a tappe, in Italia e in Europa.La sera conclusiva in un dibattito coordinato dal prof. Franco Ruffini, e insieme agli attori protagonisti del film dei fratelli Taviani Cesare Deve morire, sarà presentato il film anche dal punto di vista scenico sia nella sua contemporaneità che nei riferimenti a Shakespeare. Inoltre, per la prima volta la videoinstallazione Torre della Pace, realizzata da artisti contemporanei di tutti i continenti quale risposta agli attacchi terroristici alle Torri gemelle di New York (tra cui Laurie Anderson, Robert Cahen, Theo Eshetu, Studio Azzurro, Gianni Toti) sarà interpretata scenicamente e musicalmente dalla Dams Jazz Band, l’orchestra jazz di Roma3.
MUSICA. A cura di Luca Aversano sono invece le contaminazioni tra cinema e musica: sarà l?occasione per vedere un film muto napoletano del 1924, Vedi Napule e po? mori con Nino Taranto, accompagnato live dall?Orchestra dell?università di Parma: la sonorizzazione delle immagini, realizzata da Luca Aversano, direttore dell?Orchestra, seguirà il tema conduttore della musica napoletana, con lo sguardo rivolto principalmente alla canzone classica, ma anche con puntate nella modernità. Il Rocky Horror Picture Show sarà messo in scena, in parallelo alle immagini del film di Jim Sharman, dal gruppo teatrale The Sweet Transvestites diretto da Giulia Bandini e che ripercorre le applauditissime performances a Londra e New York.
ARTI ELETTRONICHE. Entra?acte intermediale, rubrica televisiva di videoarte e cinema sperimentale unica nel paesaggio televisivo italiano, è ideata e curata da Valentino Catricalà e Lino Strangis, artista intermediale, regista, compositore ed è in onda da novembre scorso su Tele Ambiente. Le opere video proposte sono selezionate tra le partecipanti ad alcuni dei più prestigiosi festival italiani ed europei e proposte da autorevoli critici specializzati. Direttamente dal prestigioso ?Ars Electronica? di Linz (dove si aggiudica un importante premio) giunge Metachaos, computer art di Alessandro Bavari, un progetto visivo multidisciplinare, che si articola in un cortometraggio, in una serie fotografica ed in dipinti realizzati a tecnica mista.
INCONTRI E CONVEGNI. Numerose le occasioni di incontro e approfondimento su vari temi legati ai protagonisti del festival: cinema, teatro, musica e videoarte. Nella mattina di giovedì 7 giugno ci sarà l’occasione di ascoltare dal vivo le esperienze personali e formative di numerosi professionisti del cinema, nell’ambito di un convegno sulla formazione dei quadri. Venerdì 8 giugno dalle ore 9.00 sarà la volta delle istituzioni: la Regione Lazio che presenterà la legge regionale sul cinema, il Ministero per il beni e le attività culturali, Federculture e i comuni di Napoli e Palermo. A seguire esperti di product/location placement si confronteranno sulle ultime novità del settore. Nel pomeriggio invece sarà la volta delle Film Commission italiane, i nuovi partner della produzione cinematografica del Paese. Sabato 9 l?incontro dal titolo ?Media literacy e film literacy: prospettive europee e strategie nazionali? si propone di svolgere una funzione informativa e propulsiva nell’ambito della pedagogia del cinema e dei media per formare il ?pubblico?, attraverso un dialogo con le istituzioni, un confronto con i modelli già sperimentati in Europa, una riflessione sulle esperienze avviate in campo nazionale.
Chiuderà il programma di incontri, domenica mattina, il convegno sul circuito di distribuzione universitaria, fenomeno molto diffuso all’estero e allo studio anche in Italia.”
Info: Ingresso libero. Tel 06.57334097 – mail rgalli@uniroma3.it – www.dicospe.uniroma3.it
Dove: Teatro Palladium, Piazza Bartolomeo Romano, 8 – Roma
Social: www.facebook.com/RomaTreFilmFestival
Festival
Franca Valeri: parla la figlia adottiva: “amavamo lo stesso uomo” | Come è successo

Franca Valeri e Stefania Bonfadelli – Fonte: Corriere.it – newscinema.it
Le rivelazioni da parte di Stefania Bonfadelli, figlia adottiva di Franca Valeri: ecco le sue parole sul suo rapporto con la madre.
La figlia adottiva di Franca Valeri Stefania Bonfadelli ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla vita privata e sentimentale di lei e della madre.
La cantante lirica e regista Stefania Bonfadelli ha voluto raccontare alcuni retroscena riguardanti la sua vita privata concentrandosi in particolar modo sul rapporto con la madre adottiva, ovvero la nota attrice, sceneggiatrice, drammaturga e regista teatrale scomparsa il 9 agosto del 2020.
Stefania Bonfadelli su Franca Valeri: “Con lei ho condiviso un uomo”
Tra i tanti argomenti toccati da Stefania Bonfadelli in merito al suo rapporto con Franca Valeri c’è quello riguardante la vita sentimentale delle due. Bonfadelli ha infatti dichiarato come abbia condiviso con la madre adottiva anche un uomo: si tratta per la precisione di Maurizio Rinaldi.
Rinaldi aveva avuto con Franca Valeri una relazione durata per ben quindici anni a partire dal 1963 fino ad arrivare al 1978. Maurizio viene descritto da Stefania come un uomo infedele e affascinante, con Franca che attraversò un momento di enorme difficoltà a causa del tumore al polmone affrontato dal suo compagno.
In seguito Stefania Bonfadelli ebbe però a sorpresa una relazione proprio con Maurizio Rinaldi. L’attrice ha parlato di come la madre adottiva fosse riuscita alla fine ad accettare con serenità la storia d’amore tra i due. Queste alcune delle sue parole: “Ci ha unite l’amore per la stessa persona. Aver amato in tempi diversi la stessa persona non sempre divide due donne, le può anche avvicinare. Non so perché è difficile da capire e apprezzare una situazione del genere“.
Stefania Bonfadelli sul rapporto con la madre adottiva

Franca Valeri – Fonte: Twitter – newscinema.it
Stefania Bonfadelli si è ovviamente soffermata ampiamente anche sul suo rapporto generale con Franca Valeri. Le due si sono incontrate per la prima volta nel 1986 in occasione del Concorso Battistini organizzato proprio da Franca insieme a Maurizio Rinaldi.
Dopo diverse altre tournée insieme Franca Valeri ha poi deciso di adottare Stefania. Questo il racconto della diretta interessata: “A 88 anni Franca ebbe la polmonite. In ospedale mi chiesero se fossi una sua parente. Questa cosa la fece pensare. A quel punto mi disse che lei non aveva nessuno e che voleva che la accompagnassi nella vecchiaia. Così nel 2008 mi ha adottata anche se io e Franca non abbiamo mai vissuto insieme, abitavamo nello stesso palazzo ma su due piani diversi“.
In merito agli argomenti di discussione tra le due, Stefania Bonfadelli ha confidato come con la madre si ritrovasse molto spesso a parlare di musica, di cani e della dinastia dei Rori oltre che della guerra: “Non l’ho mai vista arrabbiata, ma quando fu ucciso Mussolini lei andò a piazzale Loreto. Mi disse di non aver provato pietà“.
Festival
Festa del Cinema 2023 | Paola Cortellesi dà voce alle donne di ieri e di oggi “considerate nullità”

C’è ancora Domani al RomaFF18 – Newscinema.it
C’è Ancora Domani di Paola Cortellesi ha aperto la 18° edizione della Festa del Cinema di Roma portandoci indietro all’Italia degli anni ’40. Abbiamo seguito la conferenza stampa ed ecco cosa ci hanno raccontato i protagonisti.
Scritto da Furio Andreotti, Giulia Calenda e dalla stessa Paola Cortellesi, C’è ancora Domani è il film di apertura della Festa del Cinema di Roma 2023 che racconta una storia ambientata nella seconda metà degli anni ’40 a Roma puntando l’attenzione sulla condizione delle donne dell’epoca.
Girato in bianco e nero questo film alterna commedia e dramma per “raccontare la vita di quelle donne che nessuno ha mai celebrato” come ha detto Cortellesi in conferenza stampa, aggiungendo: “Avevo in testa l’immagine di uno schiaffone sulla faccia con cui questa donna che interpreto si sveglia e vive come una Cenerentola che fa le cose senza rendersene conto”.
Delia è una donna che ricorda molte donne di quegli anni, quelle “nonne che mi hanno raccontato alcune storie che si consumavano nel cortile, donne che hanno creato il tessuto sociale del nostro paese, considerate sempre nullità. Donne che nessuno celebra, tra loro c’era una certa inconsapevolezza e non ci si rendeva conto della discriminazione e violenza che subivano. Non si ponevano domande perchè gli era stato insegnato che loro non contavano niente“.
Paola Cortellesi: “L’insegnamento di mia nonna”
“Mia nonna era una donna eccezionale, non erudita, ma mi dava molti consigli chiudendo sempre dicendo: “però che ne capisco io?”. “Attingendo dai racconti personali, abbiamo scritto C’è Ancora Domani e ovviamente anche grazie alla consulenza di Teresa Bertinotti per definire bene il contesto storico preciso della storia” ha sottolineato Paola Cortellesi che in questa occasione troviamo dietro e davanti la macchina da presa.
“Paola ci ha dato questa immagine dello schiaffone di mattina come il buongiorno di quest’uomo e da lì siamo partiti per raccontare quelle donne” ha detto Furio Andreotti, ricordando che in fondo questo film pur parlando del passato risulta estremamente attuale. “Guardando al passato si parla anche delle donne di oggi, del presente. Il tono comico e divertente da commedia per noi è necessario soprattutto per raccontare un tema importante a cui teniamo per portare il pubblico dove vogliamo”.

Paola Cortellesi in C’è ancora domani – Newscinema.it (Foto: Claudio Iannone)
“Come se niente fosse”
“Nonostante il film fosse molto realistico non volevo troppo realismo nella violenza, non mi piaceva perchè in un momento delicato e violento volevo scavalcare una sorta di voyeurismo e raccontarlo come un rituale che Delia si racconta in questo modo. La realtà c’è, ma nella sua testa va anche via perchè lei se lo lascia alle spalle e inizia la sua giornata come niente fosse, il che, secondo me, è la cosa più violenta e più grave…il ‘come se niente fosse’” ha fatto notare Cortellesi che, soffermandosi sul fulcro della sceneggiatura, ovvero la violenza sulle donne, ha condiviso un suo pensiero tra ieri e oggi.
“La dinamica è sempre la stessa: svilire una persona, isolarla etc…succede oggi e abitualmente in quelle case dell’epoca. La dinamica resiste anche se sono state fatte leggi, ma nella realtà il divario c’è ancora. Abbiamo voluto parlare di quanto queste cose che sembrano così lontane hanno fortissime radici nella vita contemporanee di molte, anche nella percezione che hanno queste donne di se stesse”. E, parlando della sua esperienza personale ha rivelato: “Una volta ho sentito un commento su un mio contratto del tipo ‘beh non male per essere una donna’, e non l’ho mai più voluto sentire ma è un dato di fatto. Ho avuto grandi opportunità nel mio mestiere e tutti dovrebbero avere lo stesso trattamento economico“.

C’è Ancora Domani – Newscinema.it (Foto: Claudio Iannone)
“Gli uomini non sono cambiati, ma le donne sì”
In conferenza stampa Valerio Mastandrea chiamato in causa ha detto la sua sulla questione: “Da questo film si possono tirare fuori molte opinioni e convinzioni. Credo che l’unica differenza da ieri a oggi le donne oggi hanno più coraggio di ribellarsi, ma non è cambiato quello che trovano fuori. Le leggi non bastano, ci vuole un lavoro culturale, ci vorranno tanti anni, ma la donna è diversa. Negli anni 20-30 c’erano già donne ribelli che uscivano dagli schemi, anche a seconda delle varie regioni d’Italia, ma nell’uomo non c’è differenza tra ieri e oggi. Le generazioni che Paola ha raccontato le ha raccontate per capire di quanti alibi ha bisogno un uomo. Bisogna raccontare un uomo anche più debole, ma non perdente, così non si mette una maschera per fare quello che fa”.
Vinicio Marchioni che interpreta nel film un uomo buono e amante delle donne ha detto: “Paola mi ha spiegato subito la funzione del mio personaggio e sono stato molto contento di fare questo Nino innamoratissimo di lei. L’ho affrontato con leggerezza perchè penso che lui sia uno di quegli uomini che amano le donne di cui non si parla mai. Lui dona tenerezza e grazia in quel periodo storico a una donna come quella di Paola e per me il ruolo è stato bellissimo. Una specie di McGuffin meraviglioso”.
Emanuela Fanelli nei panni della migliore amica di Delia e spalla della Cortellesi nel film ha concluso: “Il ruolo di Marisa è l’amica del cuore di Delia, i momenti con lei sono di leggerezza con una persona che la guarda con amore che non è frequente per lei. La resistenza risaliva solo tre anni prima e le donne allora si sono viste altro dalle madri e mogli. Tutto era giovane e stava iniziando, ci si guardava in modo diverso. Il personaggio di mio marito appartiene a un ceto sociale basso, ma è un uomo splendido. Mia nonna era molto simile a Marisa, quindi ho preso ispirazione da lei”.
Festival
Festa del Cinema di Roma 2023: i film che ci faranno sicuramente piangere

Una scena dal film Past Lives (Fonte: IMDB) – Newscinema.it
La Festa del Cinema di Roma 2023, quest’anno dedicata a Giuliano Montaldo, compie 18 anni. Tanti i film che saranno presentati in anteprima nazionale. Scopriamo quelli da cui siamo certi che usciremo in lacrime.
Anche la Festa del Cinema di Roma, quest’anno, deve fare i conti con lo sciopero degli attori americani. L’assenza di grandi nomi sul red carpet, però, sarà compensata da un ricco programma di anteprima. Ecco quali sono i cinque film che, secondo noi, ci faranno commuovere e ci strazieranno il cuore.
The Boy and the Heron
Il primo del maestro Miyazaki dai tempi di Si alza il vento – che uscì nel 2013, dieci anni fa – è ambientato in Giappone durante la Seconda guerra mondiale e per alcuni aspetti è forse il suo film più autobiografico. Protagonista è un ragazzo di nome Mahito, orfano della madre dopo un devastante incendio.
Il padre di Mahito si risposa con la sorella della moglie, Natsuko, e si trasferisce con la famiglia in una casa in campagna. Lì Mahito scopre una torre misteriosa e incontra un airone parlante secondo cui sua madre sarebbe viva e prigioniera nella torre. Quando Natsuko entra nella torre senza più uscirne, il ragazzo decide di seguirla per salvarla e si ritrova in un mondo fantastico.

Una scena di The Boy and the Heron (Fonte: Lucky Red) – Newscinema.it
Past Lives
Chi lo ha visto in anteprima a Berlino, lo definisce come uno dei film più commoventi e toccanti di questo 2023. Due amici di infanzia si perdono e si ritrovano. Seguiamo l’evolversi della loro relazione in tre archi temporali, in cui i due si sfiorano continuamente senza mai aver modo di esprimere pienamente quel sentimento che li ha tenuti insieme, nonostante la distanza e le separazioni, in tutti questi anni. Ispirandosi al fatalismo amoroso dello “in-yuan”, proprio della tradizione coreana legata alla reincarnazione, quello di Celine Song è un film di grande potenza che dice molto dell’amore inespresso e incompiuto.
Je’vida
Je’vida promette di essere un affascinante e toccante viaggio nel passato, un film in bianco e nero e in formato 4:3 che trascina lo spettatore in un mondo di memorie dolorose e identità perdute. Storia di resilienza e di indissolubili legami ancestrale che è quella di Iida (Sanna-Kaisa Palo: una donna che ha abbandonato la sua comunità e la sua famiglia. La regista Katja Gauriloff (di origine finnico-Skolt) esplora la distruzione delle civiltà indigene a causa di un’assimilazione forzata alle culture e politiche dominanti.

Alba Rohrwacher e Filippo Timi in Mi fanno male i capelli (fonte: IMDB)
Mi fanno male i capelli
Il film diretto da Roberta Torre racconta la storia di una donna di nome Monica (Alba Rohrwacher), che perde la memoria e che ritrova un senso nella sua vita solamente identificandosi nei personaggi interpretati da Monica Vitti. Accanto a lei c’è Edoardo (Filippo Timi), l’uomo che l’ama così immensamente da prestarsi a questo “gioco” nella speranza che questa sua immedesimazione la possa effettivamente salvare. Il titolo del film è una citazione della famosa frase pronunciata da Vitti in Deserto Rosso (1964) di Michelangelo Antonioni.
Mur
L’esordio alla regia di Kasia Smutniak è un documentario girato nel suo Paese natale: la Polonia. Un diario intimo ma anche un atto di accusa, un viaggio difficile che inevitabilmente finisce per infrangersi contro muri vecchi e nuovi: da quello del ghetto ebraico, di fronte al quale Smutniak è cresciuta, a quello costruito dal governo polacco sul confine con la Bielorussia per non permettere ai migranti provenienti dalla Siria di raggiungere il Paese.
- Gossip2 settimane ago
Costantino Vitagliano ricoverato: “Controllatevi sempre” | L’ex tronista lancia appello dall’ospedale
- Gossip2 settimane ago
The Voice Kids: Clementino abbandona la poltrona | Il gesto inaspettato per lei
- Gossip2 settimane ago
Sanremo 2024: rivelato chi condurrà “Prima Festival” | Volti tra musica e social
- Speciali3 settimane ago
Thanksgiving: la spiegazione del finale del film di Eli Roth
- News3 settimane ago
Mediaset: il programma è stato cancellato per sempre | Delusione enorme
- Gossip2 settimane ago
Sonia Bruganelli devastata: “Un momento difficile” | Ha vuotato il sacco finalmente
- Gossip2 settimane ago
Grande Fratello: dolori al petto nella notte | Ricoverata d’urgenza
- Gossip2 settimane ago
Noemi Bocchi prima dei ritocchini: la riconoscete? | La compagna di Totti è un’altra