La Scelta, la recensione del film di Michele Placido

Il 2 Aprile arriva nelle sale italiane il nuovo film diretto da Michele Placido, La Scelta, ispirato ad un testo teatrale poco conosciuto di Luigi Pirandello, L’Innesto. Dopo successi come Vallanzasca – Gli Angeli del male e Un Viaggio chiamato Amore, l’attore siciliano sceglie di tornare dietro la macchina da presa per adattare per il cinema un’opera letteraria complessa e in linea con l’epoca moderna, nonostante sia stata scritta nel 1919.

TRAMA LA SCELTA

Raoul Bova e Ambra Angiolini sono Laura e Giorgio, una giovane coppia sposata e innamorata che desidera un figlio che non arriva. Laura è un’insegnante di canto che dirige il coro di bambini di una piccola città pugliese, mentre Giorgio ha una sua attività di ristorazione che adora. La loro storia sembra felice e romantica, fino a quando non succede qualcosa di violento e triste, che destabilizza il loro rapporto e mette a dura prova la loro vita insieme. Quale scelta fare per tornare ad essere felici?

RECENSIONE

Scritto da Giulia Calenda e Michele Placido, La Scelta è un film drammatico che respira un’aria di altri tempi. Le origini infatti risalgono ai primi anni del ‘900, periodo in cui Pirandello scrisse questa storia di amore e dolore, che pone al centro una figura femminile coraggiosa e in conflitto con se stessa e con gli altri. Ambra Angiolini appare qui molto diversa rispetto ai suoi film precedenti, alle prese con un ruolo emotivamente in bilico, tra gioia, delusione e una paura concreta per il futuro della sua relazione e della sua femminilità. La colonna sonora accompagna la sua trasformazione, partendo da note allegre e avvolgenti nelle prime scene, per poi assumere un tratto inquietante e malinconico, dal momento in cui un incidente rompe l’armonia della sua vita, mettendola di fronte ad una dura e scomoda realtà. Prova interessante per lei come attrice, come per Roul Bova che convince con la sua interpretazione di un uomo affascinante e innamorato, posto all’improvviso di fronte al demone dell’impotenza e dell’incapacità di sistemare la situazione e aiutare la sua compagna.

La Scelta film

Al timone di questo dramma familiare e personale, Placido non riesce a confezionare un film senza punti deboli. La sceneggiatura è sconnessa e a tratti banale, e porta avanti una ripetitività che rende il ritmo del film pesante e rallentato. La storia risente della trasposizione alla modernità, rendendo esplicito il mancato raccordo delle situazioni di Giorgio e Laura cinematografici con i protagonisti descritti nelle pagine di Pirandello. Forse era meglio mantenere l’epoca della storia originale o realizzare un film in costume, piuttosto che mantenere la medesima trama, trasportandola ai giorni nostri. Questo ha portato alla costruzione di scene banali ed incomplete, con dialoghi deboli e avvenimenti non giustificati. Lo spettatore non riesce a sentirsi coinvolto dai problemi e sentimenti dei personaggi, perchè troppo impegnato ad interrogarsi sulle scelte bizzarre di questi ultimi, che sembrano vivere in un mondo loro, senza i mezzi e le utilità della società attuale. Una storia d’amore sofferta, all’ombra della violenza e di un intenso desiderio di maternità.

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