Si è parlato moltissimo della tecnica della performance capture, Bell ne ha parlato entusiasta dicendo che per lui lavorare in questo modo è stato come un gioco e che “anche se può essere difficile comprendere il processo di tale tecnica, è molto valida“. Nonostante il grande apporto della tecnologia in processi di questo tipo quello che rimane al centro è “l’attore con la sua performance” ed inoltre “permette agli attori, in particolare ai grandi caratteristi, di cimentarsi in ruoli che altrimenti non potrebbero mai interpretare“, lui stesso ha dichiarato infatti di voler interpretare ancora Tintin in futuro e magari andare sulla Luna come scritto in una delle sue numerose avventure.
Ovviamente ha parlato anche dei limiti e dei difetti della performance capture, dicendo che “non c’è set e bisogna di conseguenza immaginare come sarebbe interagire con gli oggetti di scena“, la scena più complicata è stata quella in mare, Bell in realtà si trovava tra alcuni pneumatici, cercando di riprodurre la goffezza di chi si trova sott’acqua. Ha parlato moltissimo del suo amico e collega Andy Serkis, attore insieme a lui in Le Avventure di Tintin – il segreto dell’Unicorno, elogiandolo tantissimo dicendo che : “è uno degli attori migliori e con più talento con cui io abbia mai avuto a che fare, sà fare tutto, siamo stati molto fortunati ad averlo nel cast, ha insegnato a tutti cosa significa lavorare con la performance capture, non dimentichiamo che lui è Gollum. Mi piacerebbe però vedere più spesso il suo volto sullo schermo“.
Ha inoltre precisato che non deve essere stato facile per un regista classico come lui, che dà moltissima importanza alla presa diretta e alla luce naturale, lavorare in situazioni così nuove e moderne. Sicuramente un attore come Jamie Bell ha saputo dare la giusta fisicità e una performance coinvolgente anche a distanza a Tintin.