Proprio su questi tre nuclei si articolerà l’allestimento di Sgarbi che si aprirà e chiuderà con i due autoritratti, quello giovanile proveniente dal Victoria & Albert Museum di Londra e quello senile dal Louvre di Parigi. Non sarà una mostra affollata di dipinti, infatti ve ne saranno una quarantina, a cui si affiancheranno alcune opere degli artisti contemporanei di Tintoretto. Accanto ai grandi teleri, fatti di ombre e di tensioni drammatiche, i visitatori potranno ammirare opere uniche: dal Miracolo dello schiavo, opera realizzata per la Scuola Grande di San Marco che lo impose sulla scena artistica veneta come uno dei protagonisti assoluti dell’epoca, alla Deposizione al sepolcro, l’ultima opera di mano del pittore, passando per il Gesù tra i dottori fino ai capolavori celebri come la Madonna dei Tesorieri e il Trafugamento del corpo di San Marco. Considerato a tutti gli effetti il precursore dell’arte barocca per le sue prospettive ardite e per l’uso della luce fatta di pathos e di intensità, Tintoretto venne descritto da Longhi, illustre critico d’arte, come “di natura geniale, grande inventore di favole drammatiche da svolgersi entro coreografie di luci ed ombre vibranti….. Uno spettacolo continuo”. Longhi, critico e storico dell’arte acuto, seppe descrivere perfettamente l’artista Tintoretto, autore di audaci peripezie cromatiche e prospettiche, ultimo grande pittore del Rinascimento italiano. Tintoretto, il Furioso dell’arte.