A vincere il premio di miglior film della ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma il finto documentario di Alberto Fasulo: TIR. Interpretato da Branko Zavrsan (già visto in No Man’s Land) TIR racconta la storia del professore croato Branko (Branko Zavrsan), costretto a diventare camionista per guadagnare di più e provvedere così alle esigenze della sua famiglia. Impegnato in un lungo tour in giro per l’Europa, Branko ci mostra la difficile quotidianità di un camionista, fatta di orari terribili, pause forzate e tanta solitudine. Durante il viaggio è impossibile svolgere funzioni normali come mangiare, lavarsi o semplicemente dormire e questo arriva allo spettatore. A non convincere nell’opera di Fasulo è invece il ritmo e il senso stesso: è un finto documentario ma non è un film? Sperimentazioni a parte TIR si presenta come un prodotto eccessivamente piatto, lento, noioso. Lo spettatore segue le vicende di Branko in modo apatico, senza provare alcun tipo di compassione o emozione per l’antieroe della storia. Capiamo che il lavoro del camionista è duro e faticoso.