A solo un anno di distanza dall’applauditissimo The Tree of Life, Palma d’Oro a Cannes, Malick elimina i lunghissimi tempi creativi che da sempre lo contraddistinguono per realizzare un’opera che in parte segue lo stile narrativo del magistrale film interpretato da Brad Pitt e Sean Penn. Attraverso infinite riprese su campi sterminati, distese d’acqua ed esempi di natura selvaggia il regista ci parla di tutte le forme che può assumere l’amore: Marina è la sabbia unita all’acqua, un’amore puro che ormai non esiste più, inquinato da una apatia che si riflette in compassione; Jane è l’amore carnale, rappresentato da paesaggi selvaggi e animali poco spirituali (montoni, bisonti), una distrazione per Neal dai veri problemi della vita; Padre Quintana è l’amore spirituale, basato esclusivamente sulla fede e riflesso in un uomo che di fronte ai disagi della vita (persone malate, povere, disturbate) comincia a dubitare della esistenza di Dio. Neal, Marina, Jane e Padre Quintana rappresentano tutte le sfaccettature che può riassumere l’amore unite da una sola ed unica caratteristica: il dubbio. Si può vivere senza l’amore? E soprattutto è possibile che due persone che si amano ancora trovino la pace solo vivendo due vite separate? Malick sembra porsi queste domande nello sviluppare To The Wonder, un film che pur se incompleto permette allo spettatore di saltare nei disagi e nelle meraviglie di uno dei misteri della vita, l’amore. To The Wonder è in concorso alla 69 edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.